Il progetto Sky in Italia è sinonimo di qualità e complessità narrativa, oltre che di differenziazione e attenzione alle esigenze di un pubblico sempre più vasto e variopinto. Negli anni, la tendenza di Sky a osare, forse più di chiunque altro in Italia, ha portato a risultati diversi, spesso contrastanti, tra successi indiscutibili e tanti prodotti che meritavano più di quanto abbiano ottenuto.
Dopo il successo internazionale ottenuto con serie del calibro di Romanzo Criminale, Gomorra e The Young Pope, per anni Sky ha tentato di diversificare le propria offerta per adeguarsi ai tempi e, soprattutto, per accontentare il proprio stratificato pubblico.
Oggi, in relazione all’ultimo periodo di produzioni originali, abbiamo deciso di proporvi una personale lista di quelle che, secondo noi, sono le 10 migliori serie tv realizzate da Sky e distribuite negli ultimi tre anni. Abbiamo escluso, quindi, molti dei mostri sacri della serialità italiana moderna, andando invece a concentrarci su alcuni dei progetti più ambiziosi passati a volte in sordina.
10) Un’estate fa
Cominciamo la lista con la più recente tra le uscite in casa Sky: Un’estate fa, andata in onda lo scorso ottobre ogni venerdì. Un’estate fa è una miniserie che gioca con il tema della nostalgia coniugandolo al più classico dei Who has done it, elemento tipico del giallo; la trama si sviluppa su due linee temporali: una nel presente, con il protagonista Elio (Lino Guanciale) costretto ad affrontare la riapertura di un caso che lo aveva coinvolto da vicino quando era un ragazzo, nell’estate del 1990; la seconda linea temporale ricopre proprio la suddetta estate, in cui un giovane Elio (Filippo Scotti) passa le vacanze in un campeggio vicino Roma insieme ai suoi amici del tempo. L’estate del 1990 è quella delle notti magiche dei mondiali in Italia, della musica dance e delle sfide a biliardino nei chioschi in riva al mare: Sky decide di puntare sull’effetto nostalgia utilizzando volti noti della televisione italiana e giovani attori che hanno il ruolo di riportare in vita le tendenze di quegli anni. Un’estate fa, una delle piacevoli sorprese dell’anno corrente in tema serie tv, è riuscita a rendere in modo credibile la rappresentazione del corpo emotivo di quegli anni, con un’attenzione ai dettagli davvero notevole e senza mai screditare l’importanza del caso attorno al quale ruota la narrazione.
9) Petra
Nella lista delle migliori serie tv Sky degli ultimi 3 anni, inseriamo anche Petra, che conta già due stagioni, rilasciate nel 2020 e nel 2022, ed è attualmente in produzione. Petra Delicato, interpretata da Paola Cortellesi, è una ispettrice della squadra mobile di Genova che si ritrova a dover risolvere casi di omicidio e violenza nella città, potendo contare sul suo braccio destro, il vice ispettore vicino al pensionamento Antonio Monte (Andrea Pennacchi), più vecchio stampo rispetto a lei. La protagonista è liberamente ispirata a Petra Delicado, personaggio letterario dei romanzi di Alicia Giménez-Bartlett, scrittrice spagnola di fama internazionale. All’interno della serie, il ruolo di Petra è quello di smentire e sfatare stereotipi sulle donne, mentre porta avanti la propria carriera risolvendo i casi più intricati; un altro aspetto interessante di questo prodotto riguarda l’ambientazione: i romanzi di Alicia Giménez-Bartlett sono ambientati a Barcellona, mentre nella rivisitazione di Sky il tutto viene trasportato a Genova, centro portuale che richiama i colori e le caratteristiche della città spagnola, garantendo la possibilità di mantenere al centro del racconto il ruolo del mare e del contrasto tra i quartieri pieni di arte e cultura e le zone più malfamate, indagando su questa doppia faccia della città protagonista.
8) Blocco 181
Tra gli esperimenti più rilevanti della produzione Sky degli ultimi tre anni, non potevamo non citare Blocco 181, la serie in salsa teen sulla criminalità giovanile (e non) milanese con, tra i protagonisti, il rapper Salmo, che è anche produttore e supervisore musicale del progetto. Blocco 181 nasce dalla necessità di proporre al pubblico di Sky un prodotto fresco e giovane, che trattasse determinati temi che all’estero funzionano ma che in Italia ancora faticano a trovare spazio e credibilità. La serie racconta le mille sfaccettature della metropoli italiana, offrendo un’analisi del contrasto tra i salotti della Milano bene e le periferie multiculturali della città, chiamando in causa milanesi doc, latini e nordafricani, servendosi di un trio di protagonisti giovani e provenienti da queste diverse realtà: Bea, Mahdi e Ludo. La serie tratta numerosi temi legati alla nuove generazioni, tra cui: la ricerca di un’identità, la voglia di evadere dalla propria condizione di disagio, la scoperta della sessualità e i contrasti tra vita quotidiana e criminalità organizzata. La prima stagione di Blocco 181 è stata accolta positivamente, ma l’obiettivo che si pone, ora che la seconda stagione è in fase di lavorazione, è quello di proporsi come una sorta di manifesto generazionale della Milano di oggi, tra musica, droga e difficoltà a emergere dalle periferie più malfamate.
7) Call My Agent
Al settimo posto di questa lista sulle migliori serie tv Sky posizioniamo una delle sorprese più gradite del 2023, una comedy italianissima tratta da una serie tv francese del 2015, Dix pour cent; Call My Agent sbarca su Sky lo scorso gennaio, ottenendo subito risultati sorprendenti: la trama ruota attorno alla vita quotidiana di una delle più importanti agenzie di talenti cinematografici d’Italia, la MIA Agency, in quel di Roma. I protagonisti assoluti sono gli agenti della MIA, alcuni dei quali si trovano in perenne competizione tra loro, nonostante emerga uno spirito di gruppo che, insieme alla passione per il proprio lavoro, li guida a sopportare i capricci e le stranezze di gran parte del panorama attoriale italiano. Call My Agent accende i riflettori su un mondo frenetico e molto complesso come quello della recitazione, esplorando le dinamiche relazionali tra attori, agenti e registi. La serie ha avuto successo soprattutto grazie alla presenza di un umorismo sottile e intelligente, un ritmo incalzante e, soprattutto, alla presenza di tantissimi volti noti del cinema italiano, tra cui Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino e Paolo Sorrentino: questo “esperimento” ha dato fin da subito un’idea di déjà vu, in relazione a quanto fece Boris anni prima, prendendosi i meriti di aver trattato un contesto mai esplorato e di averlo fatto con un tipo di comicità funzionale e coinvolgente.
6) We Are Who We Are
Abbiamo deciso di includere nella lista anche una miniserie d’autore, creata e diretta da Luca Guadagnino; la trama di We Are Who We Are segue le vicende di un gruppo di giovani, la maggior parte dei quali figlio di personale militare statunitense, stanziato in una base americana in Italia, precisamente a Chioggia, vicino Venezia. La serie, prodotta da Sky Studios, è stata distribuita negli Stati Uniti da HBO, mentre in Italia su Sky Atlantic, e comprende un cast composto principalmente da attori internazionali, giovani ed emergenti come Chloë Sevigny, Jack Dylan Grazer, Jordan Kristine Seamón e Alice Braga. La storia di We Are Who We Are esplora diversi temi complessi legati alla sfera dell’identità sessuale e dell’adolescenza, il tutto contornato da un contesto molto particolare, quello della base militare, che offre la possibilità di analizzare da vicino il contrasto tra un ambiente rigido e adulto e la ricerca di espressione e evasione dei giovani protagonisti. Guadagnino, dopo il successo di Chiamami col tuo nome, torna a raccontare la propria visione della dimensione adolescenziale, chiamando in causa esplorazione della sessualità e identità di genere, trattando questi temi a suo modo. Altri elementi degni di nota di We Are Who We Are sono una colonna sonora curata ad hoc e una fotografia capace di ricreare un’atmosfera intensa e profonda.
5) Anna
Tra le migliori serie tv Sky degli ultimi tre anni, abbiamo deciso di parlare di un’altra miniserie molto significativa per la produzione della Pay tv italiana per eccellenza: parliamo di Anna, tratta dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, che è anche creatore e regista della stessa serie. La storia di Anna è ambientata in un mondo distopico, in un contesto post-apocalittico, in cui un virus sconosciuto e chiamato “la Rossa” ha sterminato tutta la popolazione adulta, lasciando in vita soltanto i bambini. Anna (Giulia Dragotto), che ha tredici anni, è la protagonista della serie e, rimasta sola insieme al fratello minore Astor, tenta in tutti i modi di prendersi cura di lui e di trovare una soluzione o una speranza che possa garantire a entrambi di sopravvivere. Anna, che ovviamente presenta un cast di giovanissimi, è la storia di un mondo in cui i bambini sono abbandonati a se stessi e devono riuscire a sopravvivere in una civiltà in declino in cui loro sono i primi a essere condannati a morte, visto che il virus li colpirà quando saranno diventati adulti: la trama dell’opera indaga su temi di natura sociopolitica, su come i bambini riescano a riorganizzare la società e gestire una situazione di crisi, ma anche sulle differenze generazionali tra piccoli e adulti.
4) Domina
Alla quarta voce della lista troviamo Domina, una serie tv storica tuttora in produzione, creata da Simon Burke, ambientata nell’antica Roma e basata sulla vita di Livia Drusilla, figlia di Livio Druso nonché moglie dell’imperatore romano Augusto e madre di Tiberio. Livia Drusilla, interpretata da Kasia Smutniak, ha avuto storicamente un ruolo fondamentale nel contesto politico romano, per via dell’influenza che aveva, in termini decisionali, dietro le quinte. La protagonista di Domina vive una condizione di forte contrasto: assiste alla lenta rovina della propria famiglia per mano del futuro imperatore, ma nel frattempo si ritrova a vivere un matrimonio a dir poco infelice, motivo per cui si rivolgerà proprio a Gaio Augusto, suo vecchio “nemico”, per sfuggire da tale condizione. In Domina, Livia Drusilla finisce per diventare la donna più potente di Roma, e da qui comincia la sua “carriera politica”, in cui assume un ruolo sempre più di spicco affiancando il marito. Tra intrighi di potere, tradimenti e ambizione, la protagonista si fa strada in un mondo completamente dominato dagli uomini, cercando di ritagliarsi uno spazio fondamentale grazie alla sua determinazione e una innata predisposizione per il comando. Domina, oltre a offrire un interessante sguardo sulla Roma di quel tempo, da un punto di vista dettagliato e avvincente, è stata in grado di proporre una visione complessa di alcuni dei personaggi storici più influenti di quel periodo.
3) Diavoli
Tra le migliori serie tv Sky degli ultimi tre anni, non potevamo non inserire Diavoli, coproduzione internazionale con protagonista l’inedita coppia composta da Alessandro Borghi e Patrick Dempsey. Diavoli, ambiziosa trasposizione dell’omonimo romanzo di Guido Maria Brera, è ambientata a Londra nel 2011 e racconta del frenetico mondo della finanza internazionale, concentrandosi sulla storia di Massimo Ruggero, un giovane e ambizioso trader italiano che lavora presso la banca di investimenti internazionale NYL, nella capitale inglese; contestualmente, l’intera Europa è investita da una terribile crisi finanziaria, cosa che aiuta il protagonista a guadagnare milioni grazie alle speculazioni. Il mentore di Massimo è Dominic Morgan, AD della banca: tuttavia, nel momento in cui il protagonista viene coinvolto in uno scandalo, Dominic gli nega una importante promozione, fatto che spingerà Massimo a dimostrare la sua innocenza e a ripulire la sua immagine, finendo per ritrovarsi in un intrigo internazionale sempre più pericoloso e misterioso. Diavoli esplora temi di grande complessità, come le dinamiche di potere in ambito finanziario, l’etica degli affari e soprattutto il modo in cui si vive in un ambiente caratterizzato da un’elevata competitività. L’ottimo cast della serie è brillantemente capeggiato da Borghi e Dempsey, che interpretano due personaggi sfaccettati e complessi, la cui moralità è in un continuo status di incertezza.
2) Christian
Lo avevamo già detto e ribadito in passato: Christian è una delle serie tv italiane più sottovalutate degli ultimi anni; si, perché nonostante il successo riscosso, se ne parla ancora troppo poco. In un contesto di “mainettiana” memoria, prende piede lo sviluppo della graphic novel Stigmate di Claudio Piersanti e Lorenzo Mattotti: Christian (uno straordinario Edoardo Pesce) è un criminale di basso rango che si guadagna il pane principalmente riscuotendo debiti per conto di Lino, boss della decadente periferia romana in cui il protagonista vive. Da un giorno all’altro, tuttavia, Christian comincia ad accusare un intollerabile dolore alle mani, cosa che di fatto non gli dà la possibilità di lavorare: le mani di Christian, improvvisamente, cominciano a sanguinare per via dell’apertura di quelle che sembrano vere e proprio stigmate. Non molto dopo, il protagonista si rende conto di avere dei poteri: è in grado di curare i malati e riportare in vita le persone, proprio come un nuovo profeta. Mentre tenta di capire come fare a gestire questo dono imprevisto, Christian attira l’attenzione del Vaticano, che invia sul luogo un postulatore di nome Matteo (Claudio Santamaria), che da piccolo era sopravvissuto a un incidente per miracolo. Questa perla originale Sky mescola i tratti del fantasy a quelli del crime tipicamente romano, riuscendo a incastrare tutti i pezzi e a restituire uno scenario avvincente e convincente, analizzando temi delicati ma pur sempre mantenendo una linea comica fondamentale per la riuscita del progetto.
1) The New Pope
Per ovvi motivi, nella lista sulle migliori serie tv Sky degli ultimi tre anni, non poteva mancare The New Pope, serie ideata e diretta da Paolo Sorrentino e sequel di The Young Pope. La trama segue le vicende del Vaticano dopo gli eventi del primo capitolo, concentrandosi sulle intricate dinamiche di potere e spiritualità all’interno della Chiesa cattolica: The New Pope, oltre che su Jude Law, può contare anche su un ottimo John Malkovich, in scena nei panni del nuovo pontefice, Papa Giovanni Paolo III. Dopo che Lenny Belardo (Papa Pio XIII) è caduto in coma, il Vaticano deve affrettarsi a eleggere un nuovo papa: inizialmente la scelta ricade su Tommaso Viglietti (Francesco II), ma i suoi ideali rivoluzionari non convincono e, ben presto, anch’egli viene a mancare; è in questo folle clima di incertezze che subentra il papa interpretato da Malkovich: un uomo fragile e con un passato doloroso e parecchi scheletri nell’armadio. The New Pope tratta temi di forte attualità, partendo dalla convivenza di due pontefici fino ad arrivare al problema del terrorismo e del rapporto tra la Chiesa e i fedeli. Il progetto The New Pope ha dato continuità a una delle serie più importanti in casa Sky, una delle poche che in quelli anni era riuscita a colmare, in termini di complessità, il vuoto lasciato da mostri sacri come Gomorra e Romanzo Criminale.