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Sky è ancora la vera avanguardia della serialità televisiva italiana

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In Italia, per quanto riguarda l’ambito serie tv, ci si lamenta sempre della mancanza di qualità. O meglio, della mancanza di continuità nella produzione di progetti qualitativamente di un certo livello. Eppure, spesso e volentieri si sottovaluta il lavoro che Sky ha svolto, e continua a svolgere, in questo senso. Al di là dei diritti sulle produzioni HBO, che comunque da sole varrebbero il prezzo del biglietto, la Pay Tv italiana per eccellenza continua a proporre titoli innovativi, dando la dimostrazione di essere una delle pochissime realtà che, in Italia, ha davvero voglia di cambiare le cose, di rinnovarsi e, soprattutto, di osare. Sì, perché Sky, prendendo d’esempio alcuni titoli dello scorso anno, non ha mai avuto paura di osare. Come con Christian, un vero e proprio gioiellino che più che non essere di valore, probabilmente, è troppo avanti per il pubblico; ma anche con la versione italiana di Call My Agent, che ha stupito in positivo e promette di continuare a farlo con la sua seconda stagione, che vedrà luce probabilmente nel 2024. Le serie annunciate per l’imminente stagione sono un ulteriore esempio della volontà di Sky di proseguire la propria crociata avanguardista e, da un certo punto di vista, lo è anche il recente annuncio del ritorno ai fasti del passato, con quelli che saranno i prequel di Romanzo Criminale e Gomorra.

Poi quando uno osa, ovviamente, rischia di inciampare. Ma in questo caso la questione riguarda più la molteplicità di target a disposizione dell’emittente, fattore che se sfruttato bene dà la possibilità di accontentare tutti, pur sapendo che le critiche sono sempre dietro l’angolo, soprattutto quando si punta alla diversificazione.

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Blocco 181 (640×360)

In soldoni: accontentare tutti con un solo prodotto è impossibile, ma farlo proponendo un’offerta stratificata è molto più semplice, oltre che funzionale. Ne sono la dimostrazione anche prodotti come Il grande gioco e Blocco 181, che non hanno riscosso il successo che forse meritavano, ma che si presentano come due proposte destinate a target diametralmente opposti, uno più adulto e consapevole, l’altro decisamente più giovane, e lo fanno con storie ed elementi che, al di là del gusto personale, ribadiscono la volontà dell’emittente di osare e sperimentare il più possibile. Il grande gioco ha un cast con i fiocchi e punta a raccontare e romanzare una delle più influenti passioni italiane: il calcio, o meglio, il calciomercato; mentre dall’altra parte abbiamo una serie del tutto sperimentale con un cast giovane e la presenza di un artista a tutto tondo come Salmo, che rappresenta l’impronta stilistica della serie e la volontà di proporre qualcosa di diverso, con tutte le lacune del caso, ma comunque nuovo. Veniamo a Christian, che fra tutte le ultime produzioni originali di Sky Italia è quella che ci ha convinto di più, sia per aver dato priorità ai temi che propone, cosa assolutamente non scontata o banale, sia per averlo fatto senza limitarsi, sfruttando l’elemento fantasy e facendolo convivere con il sempreverde tono comico romano, riuscendo di fatto in un esperimento complicatissimo, oltre che del tutto innovativo. Christian ha il merito di guidare una nuova stagione della produzione seriale di Sky, stagione che ritorna a lavorare sui punti di forza del panorama italiano, nella ricerca di una dimensione internazionale che non ha bisogno di ambientazioni o riferimenti d’oltre oceano, ma che può tranquillamente concentrarsi su una realtà autentica di Roma.

L’imminente nuova stagione seriale di Sky promette di continuare su questa strada: da un lato, proseguendo con la sperimentazione, dall’altro, portando avanti i generi più forti e in voga nel nostro paese.

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Un’estate fa (640×360)

Un’estate fa è il titolo del momento, in casa Sky, e anche qui si va a ricercare una certa commistione di genere, a metà tra il giallo e il thriller, ma con quel pizzico di fantasia che in Italia sta finalmente tornando di moda pure al cinema, oltre che in televisione. Inoltre, tornando a generalizzare sulla scelta degli interpreti per i prodotti di punta di questa nuova stagione, Un’estate fa si affida a Lino Guanciale, indubbiamente uno dei volti più noti degli ultimi tempi per quel che riguarda il panorama seriale italiano; ma anche nel caso di Unwanted – Ostaggi del mare, Sky dimostra di affidarsi volentieri alla riconoscibilità degli interpreti italiani, con Marco Bocci a guidare il cast. Sarà poi, molto presto, il turno della serie sulla nascita degli 883, storico gruppo musicale fondato da Max Pezzali e Mauro Repetto, per non rinunciare a puntare su un prodotto dall’aria molto nostalgica, che è comunque sempre un’ottima scelta in termini di ascolti. Infine, la serie che forse farà più discutere tra tutte quelle annunciate da Sky lo scorso luglio: il biopic su Mussolini, M. Il figlio del secolo, tratto dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati, che ha tutta l’aria di essere il vero cavallo su cui puntare, sia per la risonanza della storia in questione, che comprende anche un enorme margine di criticità già preventivato, sia per la scelta di puntare su un attore poliedrico come Luca Marinelli, che rappresenta la vera sfida della produzione.

Romanzo Criminale (640×360)

Veniamo ora alle notizie più fresche, quelle che hanno letteralmente mandato in shock i fan dei due pilastri storici della produzione seriale di Sky: Romanzo Criminale e Gomorra. La scorsa settimana, l’emittente ha annunciato di aver cominciato a lavorare ai prequel delle due serie più di successo della propria scuderia, suscitando emozioni contrastanti, colpendo i più scettici nell’orgoglio. Non è questa la sede per speculare e ipotizzare le possibili strade che le due serie percorreranno, ma il fatto che gli autori saranno gli stessi dei prodotti originali, ci fa quantomeno tirare un sospiro di sollievo. In un era in cui i revival e gli spin-off, i prequel e i sequel stanno sempre più monopolizzando il panorama seriale internazionale, non è poi così assurdo accettare l’idea che Sky abbia deciso di puntare sull’usato sicuro e anzi, l’idea di dare nuova verve a due titoli così significativi per l’Italia, in un periodo storico in cui sia il pubblico che i mezzi a disposizione sono molto più “pronti” per progetti del genere, può anche essere un aspetto positivo, in primis perché Romanzo Criminale e Gomorra sono l’esatta esemplificazione del fatto che il genere più forte in Italia continui a essere il gangster, sia perché, come vi abbiamo riportato finora, non è intellettualmente onesto pensare che Sky non abbia più proposto nulla dopo i suoi due più grandi successi, mentre invece è del tutto lecito e comprensibile volersi affidare a qualcosa che funziona e funzionerà sempre, nel nostro Paese, facendo però, ovviamente, tutti gli scongiuri del caso, perché è anche vero che il margine di errore, se si toccano due capisaldi del genere, è davvero ampio e spaventoso, soprattutto per il fedele cuore dei fan.

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