ATTENZIONE: l’articolo potrebbe contenere spoiler sulle dieci stagioni di Smallville!!
Tra le innumerevoli gioie che i pomeriggi di Italia 1 ci hanno regalato, Smallville occupa uno dei primissimi posti. La serie tv è andata avanti per un decennio, senza sosta: dieci stagioni e oltre duecento episodi, una carrellata di personaggi che si sono alternati sul set, azione, scene strappalacrime, scontri epici, combattimenti, patemi da teenagers. Smallville appartiene a quella schiera di show televisivi dell’era pre-social e pre-Netflix, quando bisognava attendere l’uscita a rilascio settimanale dei nuovi episodi e ancora non prendevano piede gli hashtag e gli spoiler alert online.
Smallville era ancora un telefilm, la rivoluzione delle serie tv sarebbe arrivata di lì a poco, cambiando completamente le nostre vite e il nostro modo di approcciarci alla televisione. Man mano che gli anni passano, i nostri palati si fanno più raffinati. Ma gli show televisivi come Smallville occuperanno sempre un posto speciale nel nostro cuore. Sono passati poco più di dieci anni dall’ultimo episodio della serie su Clark Kent, eppure sembra un’eternità. Colpa delle nuove velocità imposte dalla piattaforme di streaming, che sfornano prodotti a ritmi prima inconcepibili e che relegano nell’angolo vintage anche show che non sono poi così vecchi.
A guardarla a distanza di anni, Smallville è una serie di cui andiamo a notare subito i difetti e le storture.
Vent’anni fa ce ne accorgevamo a stento, oggi ci fanno storcere il naso, abituati come siamo a tenere sempre alta l’asticella delle nostre aspettative. Eppure il rewatching di Smallville può essere piacevole e fa riaffiorare alla mente particolari, dinamiche e contrasti che avevamo completamente archiviato. In 217 episodi ne sono successe di cose! La serie su Clark Kent ha mostrato al mondo cosa era Superman prima di diventare Superman. È stata una grande intuizione, che infatti ha funzionato per oltre dieci anni. Ed è stato anche un modello per chi è venuto dopo e ha attinto dall’universo di Smallville, emulandone formule, sviluppi, impostazione. Realizzata oggi, sarebbe tutta un’altra serie. Ma anche noi saremmo tutt’altri spettatori. Invece, riguardando i vecchi episodi – soprattutto quelli vecchissimi – mi sono venute in mente 29 cose.
1) È una Dawson’s Creek con i pugni, l’azione e i superpoteri
Clark Kent era un ragazzo fuori dal comune, con la supervelocità, i poteri e tutto il resto. Ma dietro la corazza del superuomo, si celava un ragazzo come tutti, con gli stessi problemi e gli stessi crucci di qualsiasi adolescente. Ripescare alcune scene del Clark liceale, impacciato e grondante di sudore nel tentativo di conquistare il cuore della giovane Lana Lang, mi ha fatto tornare in mente le disavventure dei ragazzi di Dawson’s Creek, suoi coetanei e giovanotti altrettanto problematici. In fondo Smallville, al netto dei cazzotti, dei salti da dodici metri, dei combattimenti all’ultimo sangue, resta un teen drama in cui amicizia, amore e relazioni interpersonali sono il principale pungolo volto a stimolare il pubblico e a tenerlo vivo davanti allo schermo.
2) Clark Kent aveva qualche problemino, ma questo non aveva nulla a che fare con l’essere un alieno
Eh già, perché se è di ragazzi che stiamo parlando – liceali affannati nella strenua ricerca di se stessi, teenagers con una miriade di fisime mentali, giovani goffi e insicuri – allora il saper coprire centinaia di miglia nell’arco di un millesimo di secondo, il saper incenerire la maniglia di una porta con lo sguardo, l’alzare un camion cisterna con il palmo di una mano e il saltar giù da un ponte su un’auto in corsa, sono le cose più ordinarie che ci si aspetterebbe di vedere. Il giovane Superman i problemi – quelli veri – li aveva nelle relazioni con gli altri. Un po’ come un Dawson qualunque, ma con i muscoli.
3) Gli abitanti di Hawkins non hanno neppure idea di come fosse vivere a Smallville vent’anni fa
Sì, è vero: in Stranger Things tutti si lamentano delle cose strane che succedono sempre a Hawkins, come se la città fosse maledetta o qualcosa di simile. E però, i suoi abitanti smetterebbero all’istante di lamentarsi se solo ripercorressero un po’ alla volta la storia recente di Smallville. Dopo la pioggia di meteoriti che portò Clark Kent sulla Terra, di cose strambe ne sono successe parecchie nella città del mais. Se il mostro di Hawkins è Vecna, per Smallville si aveva l’imbarazzo della scelta: ogni settimana, un pazzoide con i superpoteri minacciava la tranquillissima cittadina e i suoi ignari abitanti.
4) Lex Luthor è il primo villain che io abbia sinceramente amato
Di tutti i personaggi della serie, Lex Luthor era il più problematico e, forse proprio per questo, uno dei più affascinanti dell’intero show. Passato tormentoso, un padre disumano, calvizie precoce e pochi amici su cui contare. Ci ha messo poco a diventare il villain della serie. Ossessionato e cinico, Lex Luthor era la nemesi di Clark Kent. Uno il bene, l’altro il male. Uno il buono, l’altro il cattivo. Eppure, sarebbe stato mai possibile non amare il personaggio di Lex, un equilibrista che ha camminato per tutto il tempo sulla linea di confine tra giusto e sbagliato, cadendo e sfracellandosi a terra innumerevoli volte? No, Lex Luthor sarà stato pure il nemico giurato di Clark Kent, ma è il primo villain che io abbia sinceramente amato.
5) La tecnologia CGI ha fatto passi da gigante
Ok, vent’anni fa le scene di Clark che inceneriva i cattivi e faceva esplodere gli edifici con lo sguardo sembravano una gran figata. Ma a riguardarle oggi, quelle stesse scene paiono fatte da uno studente di effetti speciali al primo anno. La televisione ha fatto davvero passi in avanti sorprendenti negli ultimi anni, soprattutto sul fronte degli effetti speciali e della tecnologia CGI. Lo sviluppo di nuove tecniche e la messa a punto di nuovi strumenti ci proiettano ogni giorno in avanti, ragion per cui serie tv come Smallville – neanche così datate – sembrano prodotte un secolo fa.
6) “Somebody save meeeee” non ha smesso di risuonarmi nella testa
Finiva la pubblicità, lo schermo diventava nero per qualche secondo e poi… Somebody saaaave meee, Let your warm hands break right through. Il motivetto della canzone di Remy Zero ci è rimasto in testa per tutto questo tempo? Sì, esattamente come la prima volta.
7) Ricordo esattamente perché detestassi tanto Lionel Luthor
Ricordavo di aver messo Lionel Luthor, il potente investitore a capo della Luthor Corporation e padre di Lex, nella lista nera, solo che avevo dimenticato il perché. Era un uomo burbero, sprezzante e malvagio, capace di tutto e sempre invischiato in qualcosa di losco, ma avevo dimenticato quanto fosse profondamente irritante. Nel suo rapporto con il figlio, nelle sue trame segrete ordite ai danni di Clark, nel suo semplice modo di rapportarsi agli altri, Lionel Luthor ha sempre mostrato il lato peggiore di sé, tenendo nascosto – ma veramente ben nascosto – quello migliore. Parliamo di un personaggio complesso, che tende al male ma che ha un arco narrativo tutt’altro che banale, ma malgrado tutto, rimane detestabile dal primo all’ultimo episodio.
8) Il pilot è un manifesto alla pop culture dei supereroi
Il primo episodio di Smallville venne trasmesso negli Stati Uniti nell’ottobre del 2001, a un mese dall’attentato alle Torri Gemelle. L’America era sconvolta, l’impatto psicologico di quell’evento fu devastante. Smallville si presentava in quei giorni al pubblico come una storia di supereroi buoni che, attraverso un graduale percorso di crescita individuale, si apprestavano a combattere il male e le ingiustizie del mondo. Dopo vent’anni, il pilot suona ancora come un inno a quella cultura pop americana che ha innalzato i supereroi a paladini del bene. I dialoghi, i toni epici, quel pizzico di retorica tanto caro a certa tv d’oltreoceano, riecheggiano nel primo episodio di Smallville in maniera distinta e, a distanza di anni, con il giusto distacco temporale, si notano ancora di più.
9) Non erano un po’ troppo adulti per essere dei liceali?
Clark Kent, Chloe Sullivan, Pete Ross, Lana Lang si presentarono nella prima stagione della serie come dei normalissimi teenager che frequentavano il liceo. Ma siamo sicuri che non fossero un po’ vecchiotti per sedere ancora tra i banchi di scuola? Effettivamente, Tom Welling aveva già compiuto ventiquattro anni quando andarono in onda i primi episodi di Smallville, mentre Allison Mack, Kristin Laura Kreuk e Sam Jones III si avvicinavano alla ventina. Allora non ci facevamo neppure caso, oggi vederli nelle vesti di teenagers al ballo della scuola risulta invece un po’ strano.
10) Di alcuni villain non ricordavo neppure il nome
Tipo Eric Summers o Jeremy Creek… chi??
11) Solo a me l’arrivo sulla Terra di Clark ricorda quello di Goku?
È arrivato a bordo di una navicella spaziale quando era ancora un bambino, aveva una forza sovrumana ed era in grado di fare cose che i normali terrestri neppure potevano sognarsi. In realtà lui proveniva da un lontano pianeta distrutto, i cui abitanti si erano messi sulle sue tracce per scovarlo e portarlo a casa. È Kakaroth, il bambino che i terrestri chiamavano Goku… ah no, è Kal-El, per gli amici Clark Kent.
12) Avevo dimenticato quanti attori avessero recitato in Smallville
Al di là della cerchia di protagonisti, che abbiamo imparato a conoscere proprio grazie alla serie, in Smallville ci sono decine di altri volti, poi diventati noti, che avevo dimenticato avessero avuto un ruolo nello show. Ian Somerhalder era Adam Knight, Kyle Gallner vestiva i panni di Bart Allen, Alan Ritchson quelli di Aquaman, mentre Eric Summers (sì, quello lì…) era interpretato Shawn Ashmore, Brainiac da James Marsters, Jason Teaugue da Jensen Ackles, Whitney Fordman da Eric Johnson, Doomsday da Sam Witwer, e c’erano anche Aaron Ashmore (Jimmy Olsen) e Paul Wesley nei panni del fratello di Lex Luthor. Attori che hanno poi proseguito la loro carriera sul piccolo schermo e che ci hanno fatto dimenticare la loro presenza nella serie tv dei primi anni Duemila.
13) Quello di Clark oggi sarebbe un personaggio troppo noioso
Clark Kent era il ragazzo perfetto. Difficilmente se ne andava di testa, aveva sempre un alto senso morale, era educato e gentile. Un personaggio che i palati moderni avrebbero relegato a zerbino di una serie di seconda fascia. Clark era l’eroe per eccellenza, l’uomo senza macchia, il personaggio che, anche quando sbagliava, lo faceva credendo di star facendo la cosa giusta. Troppo noioso per i canoni più moderni, impostati su gusti che tendono a prediligere le figure complesse, articolate e problematiche piuttosto che gli eroi inappuntabili che stanno perennemente dalla parte giusta.
14) Lois Lane era la vera eroina
La monotonia da cui a volte un personaggio come Clark rischiava di finire schiacciato, veniva splendidamente dissipata da Lois Lane, la spalla di Clark Kent e sua dolce metà. Lois Lane (interpretata da Erica Durance) comparve per la prima volta nella quarta stagione della serie, come cugina di Chloe Sullivan. Il suo personaggio è uno dei più frizzanti dello show e anche uno dei più caparbi e coraggiosi. Senza possedere nessuna particolare abilità e nessun tipo di superpotere, Lois Lane, pur cacciandosi costantemente nei guai, è riuscita a sopravvivere per sei stagioni, offrendo alla serie quel pizzico di effervescenza in più che solo un personaggio come il suo poteva regalare.
15) Credevo di aver superato la morte di Jonathan Kent, mi sbagliavo
Reckoning, puntata 5×12… Fa ancora male.
16) Ci sono tracce di questa serie che si possono rinvenire negli show successivi dello stesso genere
L’Arrowverse avrebbe spopolato solo dopo Smallville. Di serie tv sui supereroi – specie così longeve – prima della serie con Tom Welling ce n’erano poche. Smallville ha puntato la lente sulla sfera privata del supereroe più famoso del mondo e ce lo ha mostrato nella fase della giovinezza, prima che prendesse coscienza dei suoi poteri e che trovasse il proprio ruolo nel mondo. È incredibile vedere quanto questa serie abbia influenzato le successive, proprio a partire dagli show dell’Arrowverse come The Flash, Arrow, Supergirl, Black Lightning e tutte le altre.
17) Ancora sto male quando sento la parola Kriptonite
Era verde, a volte scintillava e bastava una piccolissima quantità per piegare in due Clark Kent e renderlo un vegetale. La kriptonite è il tallone d’Achille di Superman, l’unica arma che possa annientarlo. E nella serie gli sceneggiatori ne erano come ossessionati, sin dal pilot. Mostrare un eroe senza debolezze lo avrebbe reso d’altronde troppo banale e persino noioso. Noi però abbiamo incamerato la paura della pietra verde allo stesso modo in cui da piccoli si incamerava quella del detersivo da non ingurgitare per evitare di stramazzare al suolo. Oggi, alla parola kriptonite, non riesco a non piegarmi stringendo gli occhi in una morsa di (finto) dolore.
18) Tra il primo e l’ultimo episodio sembrano passate due ere geologiche
Tra la prima puntata e il finale di serie di Smallville sono passati esattamente dieci anni. E si vedono tutti. Il pilot uscì nel 2001 e la scenografia e gli effetti speciali erano ancora quelli del vecchio secolo. Nel corso del tempo c’è stata un’evoluzione in Smallville, non solo sul piano estetico e degli effetti speciali, ma anche dal punto di vista della storia. In dieci stagioni sono successe talmente tante cose, abbiamo conosciuto talmente tanti personaggi, sono cambiate talmente tante dinamiche, che pare impossibile sia passato solo un decennio tra l’inizio e la fine.
19) Lana Lang oggi sarebbe durata la metà delle stagioni
Uno dei temi di maggior interesse, nelle prime stagioni di Smallville, era la relazione tra il giovane Clark Kent e l’inarrivabile Lana Lang. Clark era innamorato della ragazza sin dalla prima stagione, le loro storie erano in qualche modo intrecciate, e tutta la prima parte della serie ha ruotato attorno a questo topos, dell’amore contrastato e impossibile tra Clark e Lana. Facendo un rewatch delle puntate dopo tanti anni, ci si rende conto che sarebbe bastata la metà delle stagioni per esaurire quell’arco narrativo, eliminando episodi riempitivi, momenti di stallo e fasi troppo ridondanti. In una serie tv degli anni Venti, il personaggio di Lana Lang sarebbe durato molto, molto meno. Soprattutto perché il pubblico sapeva già che sarebbe arrivata presto o tardi Lois Lane a conquistare il cuore di Superman.
20) Sarebbe interessante un episodio crossover Smallville-The Boys
La Justice League di Arrow e Clark Kent starebbe bene in un episodio speciale di The Boys. Eroi e antieroi, super e comuni mortali, investitori potenti e magnati cattivi e soprattutto Billy Butcher e i suoi ragazzi. Non sarebbe straordinario buttarli tutti insieme nel calderone e stare a guardare quel che potrebbe venirne fuori?
21) Ricordo ancora l’emozione delle prime serie tv, quelle dei tempi in cui le piattaforme di streaming non avevano ancora spopolato
Come dicevamo nell’introduzione, Smallville è una serie che appartiene ancora a un’epoca in cui le nostre abitudini non erano state stravolte dall’avvento delle piattaforme di streaming e il modo di fruire dei telefilm era completamente diverso. Riguardare le puntate di Smallville a distanza di anni ci fa capire quanto sia cambiato nel frattempo. L’attesa degli episodi era diversa, non c’era modo di mettere in pausa e saltare una puntata poteva compromettere il prosieguo della visione.
22) A un certo punto l’albero genealogico di Clark si fa più aggrovigliato di quello di Dark
I genitori di Clark non sono i suoi genitori biologici. Suo padre proviene da un lontano pianeta distrutto e fa la sua comparsa all’improvviso nella vita del figlio quando lui è ormai grosso e vaccinato. Kara Zor-El è la cugina di Clark. Non la cugina terrestre, quella kriptoniana, ossia la figlia di Zor-El, che è il fratello di Jor-El e quindi zio paterno di Clark. Probabile che il giovane Superman a un certo punto sia stato più confuso di Jonah Kahnwald di Dark.
23) Ma quante volte è morto Lex Luthor?
La capacità di Lex Luthor di scampare alla morte è paragonabile a quella dei personaggi di Beautiful, che vengono dati per morti e spacciati e poi invece, come per incanto, riemergono. Lex sarebbe dovuto morire all’età di nove anni, quando una pioggia di materiale extraterrestre si abbatté sulla cittadina di Smallville, proprio a due passi da lui. Invece, il bambino Lex Luthor sopravvisse all’evento e divenne il personaggio che abbiamo imparato a conoscere.
Fa la conoscenza di Clark Kent perché esce di strada finendo annegato con la sua auto nel fiume che costeggia Smallville e, nel corso delle dieci stagioni della serie, viene ferito gravemente e ritenuto morto in più di un’occasione. Una volta viene salvato da Kara mentre è in trappola sott’acqua, altre volte ci pensa Clark, altre ancora i personaggi semplicemente si dimenticano di lui, salvo poi vederlo riapparire per dare un’ulteriore spinta alla trama. Se i gatti hanno sette vite, Lex Luthor ne ha almeno una decina.
24) Vai col fan service!
Smallville aveva la capacità di concentrare in cinque minuti uno scontro epico atteso da settimane, per poi indugiare in sequenze in cui Clark si toglie la maglietta e mostra i pettorali. Il nostro eroe impiegava più tempo a infilarsi la t-shirt che a detronizzare i suoi nemici.
25) Erano questi i teen drama dell’era presocial!
I pomeriggi di Italia 1 esistevano anche perché i social non avevano ancora preso il sopravvento sulle nostre giornate. Quando non c’erano notifiche su Instagram da controllare, nessuna pagina da refreshare, lo sguardo cadeva con più frequenza sulla programmazione giornaliera della tv generalista. E meno male!
26) I personaggi “particolari” delle prime stagioni sarebbero stati tutti adottati da Reginald Hargreaves e della Umbrella Academy
La Umbrella Academy di Reginald Hargreaves avrebbe avuto nuove leve su cui fare affidamento se solo il suo fondatore avesse visto gli episodi delle prime stagioni di Smallville, quelle in cui spuntava ogni volta un personaggio con strani poteri e capacità disumane a minacciare la tranquillità della cittadina. Ottimo materiale per la Umbrella, se solo le due serie si fossero intrecciate.
27) Esistevano davvero scene censurate?
Io l’ho scoperto solo anni dopo, ma la versione italiana di Smallville aveva delle scene censurate. I tagli riguardavano scene di nudo o di sangue e violenza, ritenute eccessive per la fascia oraria pomeridiana. Ci sono intere sequenze che sono state cancellate, come il prologo della puntata Profezia in cui Whitney viene colpito in guerra dal fuoco nemico o quando Clark prova a staccare il disco ottagonale dal braccio carbonizzato del dottor Walden. In alcuni casi, i tagli non influivano sulla comprensione dell’episodio. In altri sì, decisamente, come nella scena in cui Lex Luthor viene trovato assieme al cadavere della ragazza con cui era stato a letto, nella quarta stagione. Scena davanti alla quale noi ignari spettatori ci chiedemmo: nottataccia?
28) Il finale, nonostante tutto, continua a darmi un leggero brivido
Sarà per l’effetto nostalgia che il rewatch di certe serie scatena su chi le guarda, ma il finale di Smallville, visto a distanza di tempo, riesce ancora a dare qualche brivido. Si tratta di una serie che, vent’anni dopo, appare piena di imperfezioni, buchi di trama e difetti, ma è stato comunque un percorso che è durato un decennio e a quei personaggi siamo rimasti affezionati. I minuti finali di Smallville, quando tutti sapevamo che la magia stava per finire, un piccolo groppo in gola lo facevano salire. La scena in cui Clark riceve il costume da suo padre Jonathan, lo scontro fortuito con Lois Lane nei corridoi del Daily Planet, lui che sale sul terrazzo del grattacielo e si strappa la camicia mostrando l’iconica S del supereroe ci riportano indietro di dieci anni e ci ricordano perché amassimo tanto questa serie tv.
29) Smallville poteva durare 217 episodi solo vent’anni fa
Però sì, diciamocela tutta: duecentodiciassette episodi, quasi centocinquanta ore di visione e dieci anni di messa in onda sono un tempo che le produzioni moderne difficilmente avrebbero sostenuto. Smallville è durata dieci stagioni perché è stata prodotta vent’anni fa. Oggi sarebbe bastata la metà degli episodi per raccontare la stessa storia.