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Snowpiercer 2×06, la Recensione – I fantasmi di Melanie

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La 2×06 di Snowpiercer ci conduce in un viaggio diverso da quello a cui la serie ci ha abituato, uno che non si svolge lungo i binari percorsi dalla locomotiva eterna ma dentro l’interiorità di Melanie (Jennifer Connelly), impegnata in una missione che l’ha tenuta lontana dai nostri schermi per ben due settimane.

Un’assenza che aveva fatto calare un velo di mistero sulle sorti del personaggio, partito alla volta della stazione meteorologica allo scopo di tracciare una mappa climatica tramite cui far emergere la presenza di eventuali zone calde adatte alla ricolonizzazione. È proprio davanti alla suddetta stazione che troviamo Melanie, all’inizio di un percorso che viene riavvolto a ritroso per esser mostrato in corso di svolgimento.

Snowpiercer

Dopo aver combattuto contro i cumuli di neve che occludevano l’ingresso, Melanie riesce ad accedere alla struttura e ad attivare l’attrezzatura necessaria a rilevare i segnali dei palloni sonda lanciati dallo Snowpiercer. La raccolta dei dati procede per il meglio, ma una minaccia incombe sulla donna e sul compito che deve portare a termine: la fame.

Le provviste che Melanie aveva con sé sono state schiacciate da una valanga e le razioni che le restano sono insufficienti rispetto al tempo che ha da trascorrere nella stazione. È la voce di Wilford a farglielo presente, eppure l’uomo è sulla Big Alice a migliaia di chilometri di distanza.

Se Melanie può vedere il creatore dello Snowpiercer è per via di una proiezione della sua mente, che indebolita dagli stenti, dà alle paure che la tormentano le sembianze di persone a lei vicine.

Wilford scaglia su Melanie provocazioni e accuse che diventano il pretesto per un approfondimento del background dei due personaggi. Con un flashback che si dipana per tutto il corso dell’episodio, assistiamo ai preparativi fatti in vista della partenza dello Snowpiercer e ai contrasti a cui hanno portato. Se Wilford indulgeva in questioni veniali come l’allestimento della carrozza notturna, Melanie cercava di focalizzare l’attenzione su esigenze più concrete, legate alla gestione del treno. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’estromissione dalla lista dei passeggeri del gruppo dei genetisti, che Wilford intendeva sostituire con personale armato utile a mantenere l’ordine. L’insistenza di Melanie lo convince a riservare al team sei dei dodici posti da lei richiesti in origine.

Snowpiercer

Peccato che il creatore dello Snowpiercer non mantenga la parola data. Quando si verifica l’assalto al treno da parte di chi è sprovvisto di biglietto, Wilford rinfaccia a Melanie di aver sottovalutato la necessità di controllo da lui segnalata ed emana l’ordine di uccidere i genetisti.

Sotto la supervisione di Layton, Melanie arriva a una miracolosa scoperta: la stazione è infestata da topi sopravvissuti chissà come al grande freddo. Non solo l’ex voce del treno riesce a catturarne uno, ma scova il luogo segreto in cui i roditori hanno trovato riparo dalle temperature proibitive portate dalla glaciazione. È questo il momento in cui la sua mente fa apparire una nuova compagna di viaggio. Si tratta di Alex, sua figlia.

La sua comparsa porta Melanie a confrontarsi con quello che è il suo più grande rimorso: aver disposto la partenza dello Snowpiercer malgrado la piccola Alex e i suoi nonni non fossero ancora a bordo. La scelta era tra aspettare il loro arrivo e cogliere l’opportunità di lasciare a terra Wilford, che con le sue ultime decisioni aveva ampiamente dimostrato di costituire un pericolo per la sopravvivenza dei passeggeri. Seppur distrutta dal dolore, Melanie ha fatto la scelta che le è sembrata più giusta, sacrificando la sua famiglia per il bene del treno.

Trovato il sostentamento con cui tenersi in vita, subentra un altro problema a complicare la situazione: le comunicazioni con lo Snowpiercer sono saltate.

Convinta di esser condannata a morte certa, Melanie rivolge alla figlia delle scuse accorate per non essere riuscita a tornare da lei e averla lasciata nuovamente sola. La Alex creata dalla sua mente la abbraccia e la rassicura, concedendole il perdono di cui ha bisogno. È a quel punto che il pavimento comincia a tremare, preannunciando il passaggio dello Snowpiercer. Non potendo segnalare la sua presenza, Melanie corre disperatamente verso i binari, ma il treno non si ferma per consentirle di salire. Alex, però, la vede attraverso un finestrino.

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È un episodio tutto votato all’introspezione, quello a cui Snowpiercer ci fa assistere questa settimana. Ogni cosa è predisposta per scavare nell’animo di Melanie e fargli da cassa di risonanza. Persino la storia che emerge dai cadaveri nella stazione diventa uno specchio in cui la macchinista può riconoscere la propria immagine, e attiva una catarsi risolutrice che la porta a far pace con il suo passato.

Peccato che dall’alveo dei sensi di colpa vengano esclusi quelli legati alle crudeltà compiute sul treno prima della rivoluzione. È giusto lo spazio concesso alla ricomposizione della frattura con Alex, ma sarebbe stato importante anche sanare anche quella con i fondai che hanno subito le conseguenze delle azioni di Melanie per tutti gli anni in cui è stata al comando. A questo proposito, un’apparizione da parte di Josie tra i suoi personali fantasmi sarebbe risultata sicuramente opportuna.

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