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Snowpiercer – Una rivoluzione lunga 1001 carrozze

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Il 25 maggio 2020 la serie di Snowpiercer è sbarcata su Netflix, regalando al pubblico 1 episodio a settimana e concludendosi, per un totale di 10 puntate, il 13 luglio. Un titolo già noto ai fan, che potranno non aver visto, ma avranno sicuramente sentito nominare, il film di Snowpiercer, diretto da Bong Joon-ho nel 2013 e basato sulla graphic novel Le Transperceneige, creata da Jacques Lob e Jean-Marc Rochette. La nostra serie tv è stata concepita per sfruttare il successo avuto dal film del regista coreano, eppure di fatto ne costituisce un prequel, essendo ambientata 10 anni prima degli avvenimenti mostrati nel film.

Un’ambientazione post-apocalittica da mettere i brividi, letteralmente. Un treno lungo 1001 carrozze, lo Snowpiercer, porta il peso delle ultime 3000 persone presenti sulla terra, a seguito di un cambiamento climatico che ha sconvolto il mondo, trasformandolo in un immenso deserto ghiacciato, con una temperatura di -117 °C. Il moto perpetuo grazie a cui il treno continua a viaggiare sulla terra è l’unica cosa che tiene in vita la popolazione, garantendo energia e risorse, purtroppo limitate.

Inizia così la nostra serie tv (già rinnovata per una seconda stagione), 7 anni dopo il disastro che ha portato l’umanità a rintanarsi per sopravvivere, e che impedisce a tutte le persone a bordo di avere gli stessi diritti e di godere delle stesse opportunità.

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Il treno del signor Wilford era stato progettato per accogliere solo alcune persone.

Non era previsto che 400 individui riuscissero a oltrepassare la sicurezza e a infiltrarsi sul treno prima della sua partenza, abbandonando a un destino di morte migliaia di altre persone, per poi venire relegate sul fondo della locomotiva. Da lì, il Fondo per sette anni ha subito le violenze, i soprusi e le ingiustizie di chi giudica le persone diverse in base alla propria possibilità economica. Dall’ultimo vagone, i Fondai non hanno mai perso la determinazione e la speranza di una vita migliore, escogitando ogni giorno un piano per riprendersi ciò che gli era stato negato.

La scintilla di una rivoluzione che avrebbe dovuto coinvolgere tutto il treno e che si è trasformata in fiamma con l’intervento di Andre Layton (un incredibile Daveed Diggs). Un ritratto realistico e impietoso delle dinamiche di potere che hanno sempre caratterizzato l’uomo e il suo operato. Le responsabilità di cui deve farsi carico chi si trova al comando, un peso che non tutti sono in grado di portare. Melanie Cavill – una stratosferica Jennifer Connelly – ingegnere che ha realizzato lo Snowpiercer e capo dell’Ospitalità sul treno, ha riunito su di sé tutto questo, rinunciando alla sua vita e alla sua famiglia per garantire la sopravvivenza dell’uomo.

Un punto di forza di questa serie targata Netflix infatti è la forte e sfaccettata componente femminile, rappresentata in primis da Melanie, personaggio complesso e determinato, ma anche da Josie (Katie McGuinness), compagna di Fondo di Layton e sua amante, nonché una donna dai solidi ideali e dall’infinito coraggio. Bess, Sayori, persino Zarah: ognuna di loro ha qualcosa per cui lottare e dei motivi per non smettere di combattere.

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C’è da dire però che Snowpiercer ha anche un punto debole.

Gli spazi esterni della serie tv, con quelle immense distese di ghiaccio, montagne e città ricoperte di neve, non sempre sembrano realistiche. La grafica dei paesaggi è sicuramente molto curata, ma l’effetto finale che ne deriva dà a ciò che è fuori dal treno un’area quasi fumettistica, forse riprendendo l’idea della graphic novel da cui tutto ha avuto inizio. Un’altra piccola critica si può fare allo spazio interno dello Snowpiercer. Gli ambienti che si trovano dentro questo capolavoro di ingegneria rischiano di sembrare a volte troppo grandi per poter essere credibili e molte scene rimangono caotiche e fanno storcere il naso agli spettatori.

Nonostante questo, Snowpiercer è reso potente da una sceneggiatura e da una recitazione davvero incredibili, non solo per quanto riguarda volti noti come quello di Jennifer Connelly, ma anche per quello meno conosciuto di Daveed Diggs. Dai suoi occhi profondi si intravede in ogni momento il lacerante dolore di chi ha perso tutto e la calda scintilla di chi con con quello stesso dolore alimenta la propria lotta.

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Snowpiercer mostra quanto l’uomo possa cadere in basso e fin dove sia capace di spingersi pur di sopravvivere e mantenere l’ordine. Una rivoluzione che parte dal Fondo e arriva in testa treno, un mondo in cui si combatte per la vita e per la speranza di una nuova vita che possa essere uguale per tutti.

Una serie ben gestita e carica d’azione, che si conclude con una luce di speranza, con un colpo di scena che apre nuovi scenari e sviluppi imprevisti, che costringe il pubblico ad attendere con il fiato sospeso la seconda stagione. Un prodotto dal grande potenziale, di cui non vediamo l’ora di conoscere il seguito.

E quindi continua il viaggio dello Snowpiercer, ormai più lungo di 1001 carrozze.

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