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Sono Lillo è una serie tutt’altro che macchiettistica

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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulla serie Sono Lillo di Prime Video

Dopo lo straordinario successo avuto con Lol, Amazon ha deciso di puntare forte su Lillo Petrolo elevando lui e il suo amatissimo personaggio Posaman a protagonisti di una serie che prometteva di essere imperniata intorno al comico e alle sue vicissitudini, ma che si è rivelata essere molto più sfaccettata di quanto in partenza potesse sembrare. Al centro di Sono Lillo c’è, senza alcuna sorpresa, proprio Lillo Petrolo, che interpreta sé stesso in una serie che scandaglia il suo rapporto artistico con Posaman, personaggio che gli ha dato straordinaria notorietà, ma che ora rischia di soffocarlo.

La serie, in prima istanza, si presenta come un leggero divertissement che ruota intorno a uno dei personaggi del momento, un vero e proprio caposaldo della comicità italiana, che con Lol ha ottenuto una linfa del tutto nuova. Insieme a Lillo, spazio ad altri volti amatissimi della panorama, dalle presenze fisse di Pietro Sermonti e Paolo Calabresi a special guest tratti dal “mondo Amazon” come Maccio Capatonda e Michela Giraud, e non, tra cui Valerio Lundini ed Emanuela Fanelli. Una sorta di summa della comicità italiana del momento, imperniata intorno a uno dei suoi volti rappresentanti, ovvero Lillo Petrolo. Sono Lillo, però, forse un po’ a sorpresa, ma nemmeno troppo come vedremo subito, finisce per essere molto più che una rassegna di macchiette comiche volte a far ridere il pubblico e basta.

Una sensazione di deja vu

Ripartiamo proprio dalle ultime battute del paragrafo precedente. Sono Lillo è, come detto, una serie che propone molto più rispetto a quanto sembrava poter fare in prima battuta, ma d’altronde dovevamo aspettarcelo perché la serie con Lillo Petrolo somiglia tantissimo a un’altra produzione uscita su Prime Video e incentrata su un vero e proprio gigante non solo della comicità, ma di tutto il cinema italiano: Carlo Verdone. Sono Lillo ha molti tratti in comune con Vita da Carlo, sia dal punto di vista formale, con la presenza del protagonista che interpreta sé stesso all’interno di una finzione narrativa, che da quello concettuale, con tematiche molto più profonde prese in analisi.

Dunque, a pensarci bene non sorprende che Amazon abbia deciso di andare oltre il personaggio di Lillo e quello di Posaman e abbia utilizzato, per così dire, l’apparente leggerezza del comico per analizzare a fondo a tematiche più calzanti. In questo caso, Sono Lillo è una serie capace di scandagliare a fondo l’essenza stessa del protagonista e del suo personaggio, andando a ragionare su queste due componenti, sulle loro connessioni e sulle loro connotazioni. Da questo lavoro emergono due tematiche particolarmente interessanti, testimonianza di come Sono Lillo sia una serie molto più ambiziosa di quanto lasciato intendere.

Sono Lillo
Posaman è il grande “nemico” di Lillo in Sono Lillo (640×340)

Sono Lillo e il romanzo di formazione

Tutto il racconto in Sono Lillo segue due grandi direttrici: quella della vita personale di Lillo Petrolo e quella della vita professionale. Due componenti complesse, tra cui il personaggio non riesce a trovare l’equilibrio e in cui è chiamato a mettere ordine in seguito a eventi traumatici nella sua vita. La serie di Prime Video assume per il suo protagonista i connotati di un vero e proprio romanzo di formazione. Lillo si presenta come un eterno “bambinone”, con la parte fanciullesca del suo carattere ancora ben evidente, e tra l’altro decisiva nella sua natura di comico. A scompigliare la vita di Lillo arriva la drastica decisione di sua moglie, che stanca dell’immaturità del marito decide di lasciarlo.

Questo trauma, di fatto, segna la fine dell’età dell’ingenuità per Lillo e l’ingresso nell’età adulta. È un rito di passaggio molto potente, simboleggia un po’ il distacco genitoriale, col comico che decide di prendere in mano la sua vita, di dedicarsi a un lavoro “serio” e di darsi un tono per cercare di riconquistare la moglie. Lillo deve fare ordine nella sua esistenza, ma fatica tremendamente a riuscirci, almeno in apparenza.

Nel suo modo grottesco e spesso surreale, Sono Lillo mette in mostra alcune contraddizioni e diversi paradossi di questo rito di passaggio. La serie di Prime Video dà un duro colpo ad alcuni stereotipi che accompagnano il passaggio dall’età della giovinezza a quella adulta, dimostrando che, anche mantenendo viva quella parte fanciullesca che quando diventiamo adulti proviamo a soffocare, è possibile crescere e maturare.

La formazione di Lillo, infatti, non avviene con un nuovo lavoro, con interessi più sofisticati o con uno stile di vita “più adulto”. Avviene emotivamente, sul piano personale. Lillo, lasciato dalla moglie, diventa indipendente ma non tanto dal punto di vista oggettivo, ma dal punto di vista emotivo. Il comico matura senza dover necessariamente cambiare vita e la certificazione di questa crescita avviene nel finale, quando lascia andare la moglie in aeroporto, mettendo il suo bene davanti al proprio. Sotto questo punto di vista, l’intento di Sono Lillo è molto chiaro, ovvero quello di dimostrare che la maturità si raggiunge intimamente, senza rinnegare sé stessi e senza dipendere da esigenze sociali.

L’attore e il suo personaggio

Mentre Lillo compie questo articolato percorso alla riscoperta di sé stesso e approda alla definitiva maturità emotiva, si trova a fare i conti anche con una contingenza interna molto più sfumata e complessa. Se dal punto di vista personale Lillo Petrolo ha ancora molta strada da fare per realizzarsi, da quello professionale ha ormai raggiunto il suo obiettivo. Lillo è un comico affermato, richiesto, con un personaggio estremamente amato e ammirato come Posaman. Eppure, questa situazione fa sorgere una domanda: chi ha successo, l’attore o il suo personaggio?

Sempre nel suo modo grottesco, Sono Lillo ragiona su un tema decisamente complesso da sviscerare e che rappresenta, in fin dei conti, uno dei grandi dilemmi e paradossi dello star system. Non sempre, realizzare un personaggio iconico si rivela un bene, perché il rischio è che quel personaggio prenda il sopravvento sull’attore stesso. È una deriva largamente presente nella storia del cinema e delle serie tv, che ha colpito tantissimi attori, soprattuto quelli che, in gioventù, hanno dato vita a un personaggio estremamente mediatico, da cui sono finiti per essere risucchiati.

Sono Lillo non ci offre molte risposte a riguardo, anche perché è un tema su cui è difficile darne, ma ci restituisce uno spaccato profondo di questa situazione. La serie di Prime Video butta lì lati positivi e negativi di un personaggio ingombrante e personifica lo scontro, che di solito avviene a livello personale, tra l’attore e la sua creatura. La scissione in Sono Lillo è fisica, ma c’è da considerare che nella vita reale è sempre mentale e può creare tantissime difficoltà.

Alla luce di queste due grandi tematiche affrontate, è evidente che Sono Lillo sia una serie tutt’altro che macchiettistica. Il tono leggero non deve ingannare e nascondere degli intenti che invece sono molto interessanti. La serie di Prime Video, inoltre, non si limita a presentare queste tematiche, ma le declina in maniera molto sapiente, creando il giusto equilibrio tra il lato meno impegnato della serie e quello più riflessivo. Con Sono Lillo possiamo ammirare un altro lavoro molto sapiente di Amazon, che nel suo binomio con la produzione italiana sembra davvero in grado di non sbagliare un colpo.