L’antropologia criminale lombrosiana, i tratti di quel volto allungato, rugoso e scavato, lo sguardo di pietra, l’impressione primaria di brutalità ferina che suscita nella controparte gran cautela e timore reverenziale. Dovessimo limitarci alle caratteristiche del profilo dell’attore Ron Perlman, ci sarebbe ben poco da dire: un cinico criminale, un despota assoluto, e se aumentiamo la dose di cattiveria gratuita, si può arrivare a definirlo un vero e proprio avanzo di galera.
Certo che tale impressione fugace, fondata su un’idea subitanea e una buona dose di pregiudizio estetico, devono averla avuta anche tutti coloro che hanno ingaggiato e lavorato con il buon Ron. Dalla serie-tv “La bella e la bestia“, a “Hellboy” fino ad arrivare all’interpretazione eccelsa del despota regicida “Clay Morrow” nella superba serie-tv “Sons of Anarchy“.
Il caro Ron ha ciò che si merita, il physique du rôle e i suoi singolari lineamenti, lo rendono idoneo per ricoprire proprio questa tipologia di ruolo. La meritocrazia applicata all’estetica.
1) Ron Perlman, la bestia
È il ruolo che ne risalta il valore, l’interpretazione del personaggio Vincent nella serie-tv “La bella e la bestia” (1987-90) è un successo pluripremiato. Ron Perlman grazie a tale performance inizia a rimpinguare in modo sostanzioso il suo palmarés : un Golden Globe come ‘miglior attore in una serie drammatica’ nel 1989, due Best Actor Awards vinti consecutivamente nel biennio 1989-90 ed una decina di nomination varie in cui spiccano le due per gli Emmy.