Infame, ma necessaria premessa: codesto insieme di sillabe contiene qualche spoiler, se ne raccomanda la lettura a un pubblico di adulti consenzienti e coscienti di aver appena letto questo mini-foglietto illustrativo d’apertura. Tenere lontano dalla portata degli analfabeti.
Che personaggio Jax Teller. Un leader esemplare, un guerriero Ashanti e un inguaribile romantico rinchiusi nel corpo di un modello di Abercrombie (cortesia di Charlie Hunnam, che a tempo pieno sarebbe anche un eccellente attore). Poliedrico e dinamico, dotato di un’innata capacità di unire le persone sotto un’unica bandiera, possibilmente raffigurante un mietitore color avorio su uno sfondo nero.
Più che il simbolo, Jax è l’incarnazione stessa dei Sons of Anarchy, quasi come se i valori alla base del club avessero fatto l’amore e partorito questo biondino che assomiglia così tanto a Kurt Cobain, solo decisamente meno grunge e più metallaro. D’altronde era difficile aspettarsi qualcosa di diverso dal momento che nelle sue vene scorre il sangue di JT, profeta e avanguardista dei SAMCRO, e di Gemma Morrow, valchiria tormentata e indomabile, che hanno dato ai Sons il loro principe e futuro Re.
Parte tutto da lì, dalla genetica e dal legame con i parenti che più che serpenti in questo caso sono veri e propri dragoni sputafuoco, almeno per quanto concerne Gemma: il rapporto tra Jax e la madre è fortissimo, quasi morboso se si pensa a quanto i due sono importanti per l’altro/a, a cosa sono disposti a fare pur di salvarlo/a, a quanto le loro vite, irrimediabilmente, si influenzano a vicenda. Come spesso accade, quest’eccessiva vicinanza porta i due a scontrarsi ripetutamente da una parte per affermare l’indipendenza del figlio e dall’altra per difendere i diritti del genitore, anche se non dobbiamo mai scordarci in che contesto ci troviamo e quindi quelle che in una normale famiglia sarebbero semplici discussioni qua si trasformano in furibonde litigate e drammatici scontri, che culmineranno poi in ciò che chiunque abbia già visto la serie conosce molto bene.
Di differente natura è la relazione con il padre, morto ormai da diversi anni, eppure ancora molto presente. Attraverso i suoi manoscritti, Jax rivive le emozioni, i pensieri e la visione del mondo di JT, venendone ovviamente influenzato ma trovando anche il coraggio di farne tesoro rivisitandoli e adattandoli alla differente epoca in cui il principe si trova a gestire il regno. Se Jax ha ereditato da Gemma lo spirito guerriero e la forza di andare sempre avanti, John ha donato al figlio la sua filosofia e la già citata capacità di unire, piuttosto che di dividere, in nome di un bene assoluto e sconfinato.
Il biondino impossibile non spezza solo cuori, ma anche schiene: nonostante la sua indole sia risoluta e saggia, Jax può trasformarsi in un’autentica ira di Dio se in ballo ci sono i suoi affetti più cari. L’ex fidanzato psicopatico di Tara, il rapimento di Abel, le svariate difese del club, la lotta per vendicare il suo dolore più grande: Teller ha combattuto selvaggiamente in nome di queste e tante altre cause, in maniera furibonda e violenta, ma (quasi) sempre mantenendo una strategia alla base di tutto e (quasi) mai andando oltre le regole non scritte di un mondo insospettabilmente codificato come quello del crimine.
D’altronde lui è il principe, la responsabilità di prendere le decisioni più cruciali e condurre i suoi uomini nelle conseguenti battaglie è sua e lui, novello eroe epico, non manca mai di partecipare in prima persona, faccia a faccia col nemico, con la sua folle vita in bilico, spalla a spalla con i suoi fedelissimi. Si perché Opie, Bobby e Chibs conoscono molto bene il loro leader, ci sono cresciuti insieme e sanno che anche nella malaugurata ipotesi di non riuscire a cavarsela lui si presenterebbe personalmente davanti alle porte dell’Inferno per reclamare giustizia per le loro anime: è la storia stessa a testimoniarlo.
Combattere quindi, fortissimamente combattere, ma in nome di cosa? Per quanto possa sembrare curioso, l’analisi di tutti i conflitti di Jax ci mostra in maniera abbastanza chiara che alla base di tutto c’è sempre la stessa cosa, l’amore. Certo, le sfumature e i modi declinarlo non sono mai le stesse, ma ogni volta che Teller imbraccia le armi lo fa per difendere o vendicare ciò che ama: il club e Tara Knowles (con annessi marmocchi).
Già, Jax e Tara. Che storia. Due ragazzi diversi, speciali, cresciuti in una cittadina troppo semplice e ordinaria, che ha finito con l’inghiottire lui e smarrire lei, salvo poi ritrovarla qualche anno dopo cambiata nel corpo ma non nell’anima. Ogni loro sguardo, ogni conversazione, ogni gesto prossemico con protagonisti questi due lascia trasparire quanto sia forte l’amore che li lega. Jax non può fare proprio a meno di quella donna dal volto grintoso, la cui determinazione è paragonabile solo alla propria serietà, ma capace anche di attimi di smisurata tenerezza nei confronti del compagno prima e dei figli poi. In mille occasioni i due hanno avuto l’occasione di tradirsi, ma l’hanno sempre e solo accarezzata, al massimo ci hanno flirtato, senza mai coglierla. Due cuori tormentati, incapaci di non amarsi.
Poteva essere bellissimo, poteva durare per sempre, ma il fato e Gemma Morrow non l’hanno voluto. Peccato.
Amare e combattere, combattere e amare: la vita di Jax Teller è stata un vorticoso susseguirsi di questi due elementi, d’altronde buon sangue non mente; tuttavia c’è un altro elemento che di tanto in tanto si inserisce in questa dicotomia: la sconfitta. Tutte le vittorie che riusciva a portarsi a casa non erano che illusorie, premonitrici di una cocente sconfitta che le avrebbe rese vane, proprio come era stato per JT che aveva lavorato tanto per costruire il suo sogno e poi era rimasto secco, oppure come Gemma che accecata dal bisogno di avere accanto le persone che le stavano a cuore ha sempre commesso errori su errori riuscendo a stento a stare a galla.
Una vera e propria maledizione del suo retaggio, un qualcosa di genetico e incontrovertibile…o no? Dopo aver perso tutto e tutti, dopo essere stato ridotto ai minimi termini dalla vita, Jax ha scelto di rialzarsi un’ultima volta per mettere tutte le cose a posto ed è riuscito nel suo intento: i figli cresceranno in un ottimo contesta, il club nelle mani di Chibs, tutti i conti in sospeso saldati. Ha vinto, è riuscito a sconfiggere la maledizione, ma a questo punto non c’è più ragione di stare a questo mondo ed ecco che Jax decide di lasciarlo così come l’ha affrontato, in sella a una motocicletta, con il vento tra i capelli e il cuore che idealmente esce da quel giubbotto nero talmente forte è il suo battito. Well done.