ATTENZIONE: SEGUONO SPOILER SU SONS OF ANARCHY
Antico ed elegante esattamente come il bronzo, Clay Morrow rappresenta il passato di Sons of Anarchy, le sue radici e tradizioni, il volto più duro e inamovibile del club.
Generalmente considerato come il più tremendo villan della serie, Clay è una figura dalle mille sfaccettature, un leader spesso feroce ma anche un uomo fragile che porta sulle spalle il peso di una leadership che spesso lo costringe a scelte difficili e crudeli.
La spietata freddezza che lo accompagna in tutto il suo percorso è il prezzo che Clay deve pagare per portare la corona sul capo. Un leader non può lasciarsi guidare dal sentimento, deve essere lucido, calcolatore e razionale, inamovibile e resistente come il bronzo, che mostra al mondo solo il suo volto più regale.
Ma dietro la rigidità del suo sguardo impenetrabile, Sons of Anarchy ci presenta la naturale imperfezione di un uomo che racchiude dentro di sé tutte le sfumature del bene e del male. Una figura che non si può facilmente inquadrare in un giudizio morale, un essere umano crudele ma anche fragile, che diviene il simbolo di un passato che solo con fatica può essere sradicato e che in fondo continuerà a incidere per sempre sulle sorti dei propri eredi.
È nel confronto con Jax che impariamo a cogliere maggiormente il vero volto di Clay. Quel giovane pieno di sogni e speranze, moralmente combattuto e deciso ad attuare un cambiamento epocale rappresenta tutto ciò che Clay non può più essere.
Lo scoprirà a sue spese Jax, che proverà ben presto l’insopportabile peso della corona, vedendo trasformare se stesso in tutto ciò che ha sempre odiato nel patrigno. Lo sa bene Clay, che nelle speranze di Jax ha potuto vedere quel desiderio e quel turbamento che già avevano distrutto il suo amico più caro.
Clay non può permettersi quella stessa debolezza. Lui che è tra i pochi membri originari rimasti, lui che è l’unico giudice a tutela della tradizione, ha la responsabilità di tenere in piedi il suo club, di tenerlo vivo.
Come il metallo a lui associato, Clay ha imparato a resistere a tutte le intemperie. Nulla può scomporlo: né il tempo, né la pioggia, né il sangue che scorre veloce ovunque passi la sua ira. È radicato alla terra, saldamente legato da quelle radici ormai così profonde e ramificate, tenuto in piedi dal suo tronco robusto composto dall’eredità di tutta la storia del club.
Non può cambiare, non può evolversi, non può più essere forgiato. Ma se la sua antichità e la sua nobiltà non sono scoloriti dal tempo, è il suo valore a cambiare lentamente. Perché un nuovo, prezioso, metallo sta per prendere il suo posto. L’era del bronzo è ormai destinata a finire.
Il nuovo prende il posto del vecchio. Così è stato e così sempre sarà. Clay lo sa bene. Ed è per questo che non si scompone di fronte a quella sentenza di morte che sa essere inevitabile. La storia deve fare il suo corso, il tempo del cambiamento è ormai giunto e per un vecchio metallo dal pesante bagaglio non c’è più posto.
Clay non può adattarsi alla nuova realtà del suo club, non può rinnegare tutto ciò in cui crede e ha sempre creduto. Per questo deve essere eliminato. È l’unica strada percorribile affinché il passato possa essere archiviato e il futuro inizi a fiorire. Ma la sua morte non è altro che un’illusione, un passaggio di scettro necessario che non sarà mai in grado di cancellare del tutto ciò che è stato.
Perché Clay vive e continuerà a vivere per sempre in quel ragazzo che è pronto a prendere il suo posto, in quei ricordi e in quelle ferite che hanno segnato per sempre il suo club e che mai potranno essere dimenticati. Lui è parte integrante della storia e il suo ricordo continuerà a condizionare il futuro, anche se con un peso diverso, anche con un valore che non è più quello glorioso e ricco dei suoi tempi.
Ora depurato dalla debolezza umana, Clay si erge come una nobile statua dall’antico valore, completando la sua trasformazione in bronzo e destinando nella morte una volta per tutte il suo ricordo all’eternità. I Sons of Anarchy sono pronti a guardare al futuro, ma con un occhio sempre proiettato a quel passato che gli ha permesso di diventare tutto ciò che oggi sono.