ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Sons of Anarchy.
Prima di intraprendere la strada della vendetta, scavate due tombe – Confucio
Nonostante siano passati anni dalla sua poetica conclusione, Sons of Anarchy rimane tuttora un capolavoro della serialità. Una storia straziante nella quale ci siamo immedesimati non tanto per la violenza che la contraddistingue, ma per le emozioni portate sullo schermo dai meravigliosi, imperfetti personaggi. Per sette stagioni abbiamo seguito le vicende di Charming, accompagnando Jax Teller nel suo travagliato percorso. È proprio del principe, e poi re, dei SAMCRO (Sons of Anarchy Motorcycle Club Redwood Original) che vi vogliamo parlare oggi. Un protagonista come pochi, un anti-eroe shakespeariano alla costante ricerca di se stesso. Un moderno Cristo che, con il suo sacrificio finale, trova il modo di portare salvezza a coloro che sono rimasti.
Il ritratto iniziale di Jax è quello di un fuorilegge tormentato ma dal cuore gentile. Difatti, il vicepresidente dei Sons è essenzialmente un uomo buono: anche se invischiato in diverse attività criminali, è comunque guidato da un codice d’onore. Ama incondizionatamente la madre Gemma e ha un legame viscerale con il suo club, una seconda famiglia fondata sul concetto di lealtà e fratellanza. Nato e cresciuto in un contesto che avrà un forte impatto sul suo percorso, il protagonista porta sulle spalle un’eredità tanto importante quanto pesante. Infatti il fantasma di John Teller, morto qualche anno prima in un incidente stradale, lo perseguirà attraverso un manoscritto contenente le sue riflessioni: “The Life and Death of Sam Crow. How the Sons of Anarchy lost their way.“.
Le memorie del padre saranno fondamentali per fargli realizzare quanto sia importante cambiare il destino del club, caduto in una spirale di violenza a causa del contrabbando di armi. Le parole di J.T. diventano così una guida per Jax che, per amore della famiglia e dei suoi fratelli, cercherà di portare i Sons of Anarchy verso la legalità. Ma non sempre le buone intenzioni conducono alla retta via, e la storia del protagonista ne è un perfetto esempio. Lo stesso manoscritto del padre è una triste anticipazione del futuro di Jax, che alla fine perderà esattamente ciò che John aveva perso: la famiglia, il club e la sua stessa vita. Nel tentativo di rimediare agli errori del passato, l’uomo attirerà a sé ancora più violenza e morte. Come un moderno Amleto, di fronte alla verità finisce per smarrire la strada e se stesso. È così che il buon cuore e il senso di giustizia che lo contraddistinguevano all’inizio lasciano spazio a un cuore di ghiaccio e a un’inarrestabile sete di vendetta.
Una volta ottenuto il potere, Jax verrà inaridito da esso e dalle responsabilità di cui si farà carico. Il ragazzo dal viso angelico e dagli occhi spensierati della prima stagione viene inghiottito da un uomo astuto e scaltro, ma anche pericoloso e senza pietà. Con ogni sconfitta il re dei SAMCRO discende sempre di più nell’oscurità, andando incontro a un cambiamento radicale di cui prenderà coscienza solamente quando ormai sarà troppo tardi. Eppure è proprio questa consapevolezza che lo porterà a compiere il suo sacrificio finale che, per quanto struggente, era necessario.
Ma durante la sua evoluzione c’è una cosa che Jax non perderà mai: l’amore.
Quello per i suoi figli, così come quello per Tara, l’unica in grado di placare il suo animo tormentato. In ogni suo scelta, per quanto sbagliata, il suo pensiero è sempre rivolto alla famiglia. Dopo il rapimento di Abel, Jax si renderà conto di quanto sia necessario allontanarsi dalla criminalità per dare alla moglie e ai figli un futuro migliore. E forse ci sarebbe riuscito, se solo avesse ascoltato gli avvertimenti di Tara. Ma la lealtà al club è talmente forte da trattenerlo ancora una volta a Charming, almeno finché non avrà ripulito il nome dei SAMCRO. Ma come sappiamo, Sons of Anarchy non è una storia a lieto fine, e non ci vorrà molto prima che la situazione precipiti: gli accordi con il cartello, la verità sulla morte di John Teller, la morte di Opie.
Vedere il suo migliore amico ucciso con così tanta e ingiustificata violenza cambia profondamente il protagonista, che non sarà mai più lo stesso. Nemmeno la patch da Presidente riuscirà a colmare quel vuoto, che si saturerà invece con la sete di vendetta e i resti di un’anima inaridita. Passo dopo passo, Jax diventa sempre più simile a Clay Morrow, l’uomo che rappresenta tutto ciò che odia. Le parole di Opie diventano così profetiche. Il martelletto lo cambia, facendogli gradualmente abbracciare la via dell’ex leader, fatta di violenza e bugie. Uccide chi lo ostacola a sangue freddo, inganna i suoi stessi fratelli, inietta eroina nel braccio di Wendy per metterla a tacere. Sempre più freddo di fronte alle sue azioni, Jax si trasforma esattamente nel mostro che odiava così tanto.
Questa trasformazione verrà compresa in parte dai fratelli, ma non da Tara, l’unica voce della ragione in questo mondo caotico.
Sarà lei a fargli aprire gli occhi su ciò che è diventato e sulla necessità di allontanare i figli dalla tossica Charming. Ma mentre Jax comprende di dover lasciare andare ciò che più ama al mondo, non si può dire lo stesso di Gemma. È così che una madre ne uccide un’altra, con una violenza inaudita, scioccante. E quando muore Tara, muore anche Jax. Muore la sua voglia di cambiare il club, di cambiare se stesso. Svanisce ciò che rimaneva della sua umanità, e un’oscura vendetta riempie il suo cuore straziato.
Jax diventa un animale il cui unico scopo è quello di vendicare la moglie. La settima stagione diventa così un susseguirsi di errori che distruggeranno vecchie amicizie e alleanze. Guidato dal dolore e all’oscuro della verità, il Presidente dei SAMCRO trascina il club in una spirale di distruzione e morte. I leali membri rimasti seguiranno fino in fondo il loro leader, finché non rimarrà altro che i fantasmi dei fratelli caduti e degli errori commessi.
Se la morte del padre lega Jax al club, la morte di Opie lo cambia profondamente, facendo emergere il suo lato più selvaggio e violento. La morte di Tara, così improvvisa e feroce, spezza il suo animo e infine quella di Gemma lo distrugge definitivamente. Come si possono curare ferite così profonde? Non esiste il modo e Jax lo sa bene. Sa che non c’è un via di ritorno dopo tutto ciò che ha fatto, dopo tutto il dolore che ha inflitto e subito. Ma c’è ancora una cosa che può fare: dare ai figli la possibilità di vivere una vita diversa. Lontani da Charming, lontani dal suo ricordo. Lontani dai suoi errori.
Gli stessi errori commessi da John Teller, che finalmente l’uomo riesce a comprendere. Poco prima di abbracciare il suo destino, Jax capisce la lotta interiore del padre, così come l’incompatibilità fra paternità e leadership dei SAMCRO. Ma pur avendo seguito lo stesso percorso distruttivo del genitore, il protagonista non lascerà traccia di sé per i suoi figli. Brucia il manoscritto di J.T., brucia i suoi diari e tutte le foto legate al suo passato. Niente di tutto quello servirebbe a giustificare le sue azioni, niente di tutto quello dovrebbe finire nelle mani dei suoi figli. L’unica cosa che rimarrà ad Abel della vita del padre è un anello, che da simbolo del club diventa un sigillo che sancisce la sua identità: quella di un figlio che, possibilmente, non emulerà mai il percorso del padre.
Con questa speranza nel cuore, a Jax non resta altro che salire in sella alla moto per un’ultima volta. Fumare un’ultima sigaretta. Godersi un momento di libertà mentre il vento gli sfiora il volto. Gli ultimi istanti di Jax non sono di disperazione e tormento. Dopo anni di sofferenze, vediamo di nuovo quel ragazzo sereno e spensierato della prima stagione. Consapevole di aver fatto tutto ciò che poteva per rimediare ai suoi sbagli, è finalmente in pace con se stesso, in pace con quello che deve fare: ripetere il destino tragico dei Teller e chiudere per sempre quel circolo vizioso. Con il sorriso sulle labbra e le braccia rivolte al cielo, Jax arriva alla fine del suo incredibile e doloroso viaggio. E sulla stessa strada in cui il padre perse la vita, trova finalmente la sua redenzione.