In alcuni momenti ci rendiamo conto di assistere ad un’opera che tampina la realtà e scomoda un reflusso di emozioni troppo familiari.
Ma quand’è che questo accade realmente?
Quando l’assenza tramuta in tormento, e quando il cordoglio sposa la memoria.
Ma soprattutto quando il simbolismo, aleatorio ed ambiguo come l’incertezza, si intreccia con la materia ed acquista un corpo oltre che un significato, come metri percorsi che diventano fumo di scarico sul dorso del passato; quando questo accade, siamo nel mondo ciclico dell’equivoco e della tragedia di Sons of Anarchy.
Dietro una donna che ha costretto suo figlio a guardare il mondo con sospetto, si nasconde il sadico gioco di un uomo, Kurt Sutter, che ha “operato” col simbolismo fino ad una riproposizione scandita di tematiche quali il superamento (anche esso, appunto, puramente simbolico) della segregazione razziale e il concetto di fede esteso al dogma della religione cattolica.
Tanti i segnali stradali piazzati da Sutter lungo le strade vive e sanguinolente di Charming, ma ce n’è uno che per molti “fedeli” resta, ad oggi, l’interpretazione più aperta, impersonale ed astratta dell’intera serie: la figura della vagabonda.
Come molti sostengono, la vagabonda sarebbe simbolo e presagio di morte; il che potrebbe essere vero, ma nella misura in cui il presagio ha funzione salvifica.
In questo senso, la vagabonda è-e-non-può-non-essere la “figura angelica custode”, che interagisce sul labile confine tra fisica e metafisica.
Ma abbandonando quasi totalmente il campo del nominalismo, partiremo dalla più pura speculazione sulla figura fisica della vagabonda in Sons of Anarchy.
Prima ancora di chiederci “cos’è” la vagabonda, quindi, ci chiederemo “chi è” la vagabonda.
Prima di chiederci come faccia a trovarsi sempre nel momento che precede la burrasca, ci chiederemo perché questo accade.
Allora, chi è la vagabonda?
Una domanda alla quale Sutter ha risposto, in maniera sarcastica e illusiva, aperta e pertanto non definitiva, dichiarando: “È chiaro, è Gesù”.
A sua detta, la volontà è quella di lasciare libera interpretazione allo spettatore, sulla base delle apparizioni del personaggio nella mitologia.
Un fondo di verità precede la “battuta”, ed è lampante anche grazie al riferimento cristiano piantato nell’ultima apparizione della vagabonda con pane (corpo) e vino (sangue) tra le mani; lo stesso vino che tramuterà in sangue (quello di Jax) nel finale, scorrendo verso il pezzo di pane poggiato sulla strada.
Oltretutto, è chiaro che la donna sia uno spirito; lo dimostra il fatto di essere inverosimilmente ovunque, ed in particolar modo a Belfast nella terza stagione, il che richiederebbe un’azione di pedinamento e del denaro per spostarsi che si presume non abbia.
Eppure, il costrutto simbolico della vagabonda assume molto più valore se arricchito di un’identità, ed è quello che proveremo a fare.
Col senno di poi, gli indizi erano molto diluiti nel lungo percorso di Sons of Anarchy, ma anche molto evidenti, e una visione di tutte le appearance della vagabonda in ogni stagione è estremamente illuminante al fine speculativo.
Ma prima della revisione passo dopo passo, è utile definire il momento chiave nell’elaborazione di questa teoria: il momento in cui Jax fa visita al padre di Brooke (la ragazzina vittima di un disturbo bipolare, che lega col club dopo essere stata accolta al negozio da Jax).
Quest’ultimo parlerà a Jax del tormento che affligge sua figlia: la scoperta delle circostanze della morte di sua madre.
A causa di un attestato di morte ritrovato per caso, Brooke scopre che la madre è rimasta vittima dell’incidente stradale in cui John Teller ha perso la vita.
Accenna anche ai disagi psicologici della ragazza, al fatto che soffra di ansia e bipolarismo, sottolineando che fosse un disturbo che affliggeva anche sua madre.
Jax dà uno sguardo alla foto di matrimonio dei genitori di Brooke, e si rivolge all’uomo con un’emblematica affermazione: “Ha un volto familiare”.
Jax ha più volte incrociato la vagabonda, in quel punto della storia (siamo all’ottavo episodio della sesta stagione).
La somiglianza tra la donna in foto e la vagabonda, seppur malconcia nelle “nuove vesti”, è inoltre palese.
Al termine di quello stesso episodio, tra le immagini che scorrono in sequenza, si vedrà Brooke di ritorno a casa che incrocia la vagabonda (la quale sarà di spalle e coperta, quindi non riconoscibile dalla figlia).
Una volta essere stata superata dal passo veloce di Brooke, la vagabonda si volterà a guardarla mentre va via, con sguardo nostalgico.
Questo sarà il primo vero momento in cui assoceremo, in maniera diretta, il volto della vagabonda a quello nella foto che ritrae la madre di Brooke.
Partendo dal principio: la prima apparizione della vagabonda nell’episodio 1×12 consiste nell’incontro con Gemma.
La mendicante spiegherà che il suo bisogno di denaro è dovuto alla situazione precaria nel mantenere i suoi figli, complicata in modo ulteriore “dalla sua malattia mentale”, come dirà esplicitamente, spiegando dei suoi sbalzi d’umore (Gemma concluderà lo scambio di battute a suo modo: “Da quando questa è considerata una malattia?”).
Ciò la ricollega al discorso sopracitato di suo marito, nella sesta stagione, in cui viene fatto presente che anche la madre di Brooke soffrisse di bipolarismo.
Ma allora, sulla base di questi chiari indizi, viene da chiedersi: per quale ragione la figura della vagabonda aleggi sui Teller, e non su sua figlia?
La risposta potrebbe essere data dalla sua settima apparizione nella serie, precisamente nell’episodio 5×13: i Sons si recano allo stabilimento in cui si tengono combattimenti clandestini tra cani, in cerca di Dante.
Lì Jax incontra la vagabonda intenta a rovistare tra i cassonetti; si ferma per qualche breve secondo a fissarla, mentre quest’ultima parla ad alta voce col suo peluche dicendo: “Certo che così staranno bene, è per tenerli al sicuro”.
La frase è ambigua, ma potrebbe far chiaramente riferimento alla volontà della donna di proteggere la figlia dalla verità (che sappiamo scoprirà successivamente, grazie all’attestato di morte ritrovato), e suo marito dal dolore.
Altro emblematico incontro, ancora una volta tra Gemma e la vagabonda, avviene nell’episodio 2×09: prima di convincersi ad entrare in Chiesa per seguire gli incontri cattolici ai quali partecipa Unser, Gemma incontra la vagabonda. Presa dal dubbio, la fermerà per chiederle se si conoscono, e la vagabonda in maniera vaga le risponderà positivamente.
La risposta potrebbe avere in sé un’ulteriore conferma: Gemma non può non conoscere i dettagli e le circostanze della morte di John Teller, pertanto è sicuramente a conoscenza del fatto che ci fosse stata un’altra vittima nell’incidente.
La risposta positiva della vagabonda potrebbe essere un’allusione a questo.
Eppure, sempre nella primissima uscita (puntata 1×12), la donna dirà a Gemma di possedere due figli maschi (che potrebbero essere Jax e Thomas, con riferimento allo spirito di John Teller).
Esiste un fantasma nell’Amleto, ed esiste un fantasma in Sons of Anarchy.
Come risaputo, nell’Amleto il fantasma è suo padre, l’uomo che riconduce suo figlio alla verità.
In Sons of Anarchy il fantasma, l’angelo custode, potrebbe essere la rappresentazione di una sorta di “metempsicosi dell’anima”, l’incrocio spirituale di due anime unite dalla morte in un’unica figura.