Sons of Anarchy è una di quelle serie tv da vedere almeno una volta nella vita (e se sei in astinenza dalla serie, eccone 5 simili). Ideata da Kurt Sutter e trasmessa dal 2008 al 2014 da FX, oggi disponibile su Disney+. L’ambientazione è Charming, cittadina immaginaria della California, e i protagonisti sono i SAMCRO. Un gruppo di motociclisti dedito ad attività non proprio legali. In più c’è anche Charlie Hunnam, che è tutto dire.
Sons of Anarchy è una serie in cui ogni dettaglio è curato in maniera maniacale. I personaggi sono scritti benissimo, in una rivisitazione moderna dell’Amleto di William Shakespeare. Uno dei punti di forza della serie di Kurt Sutter è indubbiamente la colonna sonora, partendo dalla sigla.
Oggi ho scelto, in ordine casuale, 5 momenti musicali di Sons of Anarchy. Quelli che mi hanno fatto venire i brividi, sia per la scelta in sé del brano che per la scena a cui fanno da sottofondo.
1. The House of The Rising Sun – The White Buffalo
Sono sicura che nella scelta di questi 5 momenti musicali influisca in parte anche il mio personale gusto musicale, però vi sfido a rimanere impassibili di fronte al finale della quarta stagione di Sons of Anarchy.
The House of The Rising Sun è un grande classico di cui abbiamo sentito innumerevoli cover nel corso degli anni. È un brano immortale che deriva dalla tradizione folk dell’800 e, ad oggi, non si conosce il vero autore. La versione più famosa è quella del gruppo rock The Animals, che hanno sapientemente mescolato la nota folk con la grinta del rock.
Come ho già detto, in Sons of Anarchy nulla è lasciato al caso. I The White Buffalo ci regalano una versione meravigliosa del brano adattandolo appositamente per la serie tv di Kurt Sutter.
There is a house in Charming town, they call the Rising Sun.
D’altronde, la casa immaginaria di Charming town non è così differente da quella immaginata dall’anonimo artista che per primo ha scritto questo brano. La casa del sole nascente era un luogo di perdizione, probabilmente un bordello frequentato da ubriaconi e persone dedite al vizio e alla depravazione.
Go tell my baby sister, never do what I’ve done / Dici alla mia sorellina di non fare mai ciò che ho fatto io.
Nel circolo vizioso della vita tendono tutti a cascare e ricascare nei propri errori. Il brano si impossessa della scena mentre la regia ci mostra frammenti di personaggi annegati nella loro solitudine. Queste anime sole e viziose si ricongiungono al solito posto, nella solita Casa del Sole Nascente. Uniscono i loro destini segnati nel sangue, mentre c’è chi compie nuovamente gli errori di un tempo, in un parallelismo che ci spiaccicano in faccia con una crudezza disarmante.
2. The Passenger – Iggy Pop
Se riuscite ad ascoltare The Passenger di Iggy Pop senza l’irrefrenabile voglia di ballare allora avete qualche problema (o forse sono io ad averne più di un paio). Il brano di per sè è coinvolgente, se poi lo si associa ai SAMCRO a cavallo delle loro motociclette raggiungiamo il culmine.
Jax vorrebbe una notte tranquilla con Tara, vorrebbe lasciarsi tutti i problemi alle spalle e staccare la spina almeno per qualche ora. Ma nel mondo dei Sons of Anarchy desiderare un pizzico di normalità è una richiesta difficile da accordare.
The Passenger in sè è una storia di amicizia, narra la bellezza di girare il mondo e conoscerlo a fondo. Il mondo che Jax e il suo club vedono dai finestrini di un treno immaginario è molto diverso. L’amicizia diventa un gioco d’azzardo sulla fiducia, non sai mai se chi ti sta vicino è un tuo amico o se sta solo cercando di manipolarti, così come non sei mai certo che l’altro meriti la tua fiducia.
3. Bohemian Rhapsody – The White Buffalo ft. The Forest Rangers
Bohemian Rhapsody è un capolavoro, su questo non ci piove. Il brano famosissimo dei Queen è un pezzo di storia della musica e, anche in questo caso, il brano cambia forma e si adatta perfettamente a Sons of Anarchy.
Siamo al termine del primo episodio della settima stagione. Il testo di Bohemian Rhapsody è un testo liquido, che si presta a mille interpretazioni senza mai individuarne una corretta. Allo stesso modo assume diversi significati al seconda del personaggio di Sons of Anarchy su cui puntiamo l’occhio di bue.
Da una parte abbiamo Gemma Teller: la regina sanguinaria dei SAMCRO, la donna disposta a tutto pur di mantenere ben salda la corona sul suo capo. In questa scena le lacrime le rigano il volto, mentre continua spudoratamente a mentire. Jax sfoga la sua rabbia cieca su quello che ritiene il colpevole della morte dell’amata, mentre quel sangue si riversa inevitabilmente su Gemma stessa, che ha trascinato qualcuno su un patibolo a lei destinato.
L’avanzare lirico del brano ci entra nelle ossa, così come ci entra nelle ossa la cruda rappresentazione di un’esecuzione ingiusta. Vorremmo urlare a Jax di fermarsi, ma non possiamo farlo e osserviamo il tutto inermi come i suoi compagni di club.
Jax inveisce, sparge il sale sulle ferite, lo ricopre di fumo e poi cala la sua ascia per farla finita, mentre il testo della canzone continua a ripetere che nothing really matters. Niente conta davvero, perché quella rabbia cieca, quel sangue, quelle urla non riusciranno mai a lenire le pene di un dolore troppo profondo.
4. Hey Hey, My My – Battleme
Hey Hey, My My. Rock and roll can never die.
Il brano iconico di Neil Young, reinterpretato dai Battleme ci accompagna in uno dei momenti più importanti di Sons of Anarchy. Sì, ancora una volta parliamo di un finale ma non è certo colpa mia se Kurt Sutter sa come chiudere le cose con stile.
Quante cose accadono mentre i Battleme ci cullano con questa melodia: Opie porta a compimento la sua vendetta, Wayne Unser vende definitivamente la sua anima ai SAMCRO, Jax sorride di gusto con i suoi fratelli per aver ancora una volta beffato la giustizia, Gemma si gode lo scintillio della sua corona e Tara conosce per la prima volta John Teller.
Il principe diventa re, la strega cattiva è sconfitta, il sangue reclama la sua eredità. Neil Young, ispirato dalla morte di Elvis, scrive un inno al Rock n’ Roll, un genere che si nutre della sua essenza e per questo non potrà mai morire. The King is gone but he is not forgotten.
Il Re ci ha lasciato ma non lo dimentichiamo. Anche John Teller è morto, ha lasciato un’eredità pesante e tra le lettere nascoste sul fondo dello zaino di Jax impariamo a conoscerlo meglio anche noi. Non era questo ciò che lui voleva, il Destino quasi gli fa pagare un prezzo troppo alto per i suoi peccati, mentre Jax inconsapevole sorride e assomiglia sempre più a suo padre.
5. Come Join The Murder – The White Buffalo
Rombo di motori, poi la sirena della polizia. Tutto il resto lo conoscete bene e lo conosco bene anche io che, un po’ masochista, ho deciso di guardare nuovamente la scena finale prima di scrivere questo paragrafo.
Come Join the Murder è un po’ il simbolo di Sons of Anarchy, i Figli dell’Anarchia trovano una loro ragione di essere proprio in questa sequenza finale. Jax corre libero mentre uno stormo di sirene spiegate lo seguono senza riuscire a stargli al passo. Lo sguardo sul suo volto è sereno, finalmente va incontro al suo destino consapevole di averne scritto uno decisamente migliore per i suoi figli.
Abbraccia la sua motocicletta come fosse letteralmente parte di sè, e spiega le ali verso un nuovo volo che, questa volta, ha davvero il sapore della libertà. Una libertà che porta con sè il sapore metallico del sangue, e le urla di un passato che non si può cancellare, ma cosa importa.
Come join the murder
Come fly with black
We’ll give you freedom
From the human trap
Come join the murder
Soar on my wings
You’ll touch the hand of God
And He’ll make you king
And He’ll make you king
+1) John the Revelator – Curtis Stiger & The Forest Rangers
E già, credevate che potesse mancare uno dei momenti musicali più iconici di tutta Sons of Anarchy? E invece no, perché menzione d’onore è necessaria per un testo quasi diegetico, che parla a noi spettatori raccontando letteralmente quanto sta accadendo su schermo. Come quasi tutta la colonna sonora di Sons of Anarchy, anche il pezzo di Curtis Stiger & The Forest Rangers ci ha immersi completamente nella narrazione, e non poteva che meritare il suo posto in questa lista.