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Nel mondo dei Sons of Anarchy si vive stretti dentro confini labili. Giusto e sbagliato sono semplici sfumature in un mondo di colori accesi e carichi di intensità. Vivere da SAMCRO significa scegliere il male minore e doverlo fare sull’onda di emozioni che la gran parte di noi non proverà mai nella vita. La paura di morire diventa il tuo ufficio, la pistola è la penna che riempie il taschino e la mietitrice è il datore di lavoro quando sei un SAMCRO. In uno scenario di apparente appiattimento morale nel quale si riscoprono valori come la lealtà e la tutela dei più fragili ogni scelta è decisiva.
Ogni scelta può essere l’ultima per te o per un fratello.
Con questo modus vivendi così unico nel suo genere non può esistere una sola maniera di concepire la giustizia. Tu lo sapevi bene, Juice Eri consapevole che scegliere il male minore vuol dire pur sempre scegliere il male. Come quando hai coperto Gemma rendendoti suo complice. Hai deciso mosso dai tuoi sentimenti ma avevi già le spalle al muro. Eri già un fantasma.
Dunque ti perdono Juice.
Ti perdono perché eri un’anima fragile crollata sotto il peso del suo sogno. I Sons of Anarchy per te erano la famiglia che non avevi mai avuto e che non avresti mai voluto perdere. Ti ho odiato e rinnegato dopo ogni terribile decisione che hai preso e portato avanti in modo maldestro. Hai scavato la tua fossa con le tue mani e poi hai mostrato codardia quando tentando di richiuderla hai peggiorato la tua situazione.
Ma ti voglio perdonare Juice, perché dopotutto i SAMCRO erano la tua vita e alla fine di tutto lo hai saputo dimostrare.
Ti perdono perché ho visto i tuoi demoni interiori quando, non nel pieno delle tue facoltà mentali, hai confessato a Nero che Jax ti aveva ordinato di uccidere Darvany. Sul momento ti ho detestato, pensando lo avessi fatto solo come ennesimo gesto di slealtà. Ma era il rimorso a parlare. Tra tutte le persone per le quali hai invocato la mietitrice, quella giovane donna in difficoltà ti è rimasta piantata nella coscienza. In quella coscienza annebbiata dalle tue paure, dai rimorsi e dalla droga.
All’inizio di tutto con Roosevelt ho compreso il tuo conflitto. Le tue origini erano ancora coperte dal veto e la paura di perdere tutto ti ha offuscato la ragione. Hai tradito te stesso in primis e non sei mai stato capace di perdonarti per aver rubato quel panetto di cocaina e per aver ucciso un fratello.
Il tuo crollo nervoso ti ha reso una scheggia impazzita e da allora tu non sei più stato lo stesso.
Così facendo hai dato a Roosevelt vita facile. Poi una lunga discesa all’inferno dopo aver confessato a Chibs la verità sulle tue origini e aver scoperto che al club non interessavano. Ma come potrei non perdonarti Juice, ora che ho capito che la tua colpa più grande è stata essere malleabile come la creta. Ho capito quanto fossi poco stabile quando hai chiesto a Chibs di mettere una buona parola col club per rientrare.
Le regole dei Sons of Anarchy le hai firmate col sangue e in fondo sapevi che una deroga non sarebbe mai stata possibile.
Allora ho capito che oltre che malleabile oramai eri anche sopraffatto. Hai allargato la tua fossa per starci più comodo, provando a vendere i segreti dei Sons of Anarchy per un po’ di protezione e un biglietto di sola andata. Appellandoti alla solidarietà tra conterranei. Quando Alvarez ha convocato i SAMCRO schifato per il tuo gesto infame non hai avuto più nulla da perdere e hai benedetto la tua fossa per poi saltarci dentro, ma solo quando avresti sentito di aver sistemato tutto. Quest’ultimo gesto d’amore per il club non è stato maldestro come i precedenti. È stato perfettamente eseguito, perché ti eri confrontato, perché non avevi deciso da solo.
Quindi ti perdono Juice, perché non è stata colpa tua se mancavi del carisma necessario a prendere valide decisioni in autonomia.
Non possiamo essere tutti dei re. Non possiamo essere tutti Jackson. Alcuni devono essere cavalli e muoversi a tutela dei pezzi pesanti. Purtroppo per te sei stato una pedina troppo semplice da manovrare per Roosevelt e per Clay. Le loro false promesse, le illusioni, non hanno fatto altro che gettare altra sabbia nei tuoi occhi. Ti sei fidato delle persone sbagliate e come nella teoria del piano inclinato la tua discesa all’inferno è stata inarrestabile.
Eppure io ti perdono Juice. Perdono ogni tuo passo falso e nel farlo perdono me per averti maledetto. Per aver atteso trepidante che la mietitrice ponesse fine ai tuoi errori. Lo faccio perché quando lei è arrivata sono stata sorpresa dalle lacrime. Sopraffatta da un senso di malinconia per una fine che non meritavi, stando alle leggi del mio mondo. Ma nel tuo mondo eri già morto, Juice. Perché il marchio di traditore sarebbe rimasto incollato sulla tua coscienza anche se fossi fuggito e sappiamo entrambi che non saresti riuscito ad andare avanti. Sei sempre stato il tuo peggior nemico e in fondo lo sapevi…
Non mi piace stare da solo.
Ma io ti ho perdonato Juice, perché hai pagato per i tuoi errori e perché se penso al club penso anche a te, al tuo sorriso. Alla tua anima fragile che ti ha condannato tanto che ogni altra condanna sarebbe superflua.
Un saluto agli amici di To be a samcro – Sons of Anarchy nell’anima