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Sopravvissuti 1×03 e 1×04: un mistero che arranca

Sopravvissuti 1×03 e 1×04
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Lo squalo è una pellicola che è riuscita a tenere migliaia di persone fuori dall’acqua per estati intere. Ha solleticato nello spettatore quel senso primordiale di paura, che difficilmente dimenticherà, ed è entrata di prepotenza sia nel nostro immaginario collettivo, sia nella storia del cinema. Nel secondo appuntamento di Sopravvissuti, la minaccia degli squali domina la terza puntata. Eppure non incutono timore né panico. A dirla tutta, le pinne in lontananza ci hanno fanno sorridere. L’ambiziosissima nuova serie tv drammatica-mystery firmata Rai Fiction, ZDF, France Télévisions e Rodeo Drive nasce con l’intenzione di giocare con le nostre paure più profonde e i nostri istinti primordiali. Ma qualcosa non sta andando come speravamo. Forse la colpa è dei dialoghi un filino troppo didascalici e per il mancato approfondimento psicologico dei personaggi, privi di chiaroscuri; infatti i personaggi appaiono bidimensionali e privi di quelle sfumature che, invece, hanno reso quelli di Lost degli enigmi su cui dibattere notte e giorno; sarà a causa dei continui andirivieni temporali che non suscitano sorpresa, paura né tensione, ma interrompono la narrazione. Sarà il set poco credibile o le interpretazioni sopra le righe? Sarà quel che sarà, ma con la terza e quarta puntata, Sopravvissuti, diretto da Carmine Elia e con Lino Guanciale (Noi), non è riuscita ancora a convincerci, come speravamo la settimana scorsa (La recensione della 1×01 e 1×02: la svolta mystery della Rai, ma non è Lost). Per il momento, la fiction (disponibile su RaiPlay) continua a presentarsi come un dramma familiare angosciante. Anche a causa della colonna sonora monodimensionale – sempre cupa – tutti sembrano costantemente turbati e disperati, ma non ci forniscono le chiavi per capirne il perché. Lo ribadiamo, non siamo nemmeno a metà, non è possibile formulare un giudizio complessivo prima della puntata conclusiva del 7 novembre. Tuttavia, a giudicare dalle prime quattro puntate, la trama si trascina su sé stessa.

Sopravvissuti, intro
Sopravvissuti, intro

Si tratta senz’altro di una fiction diversa dalle altre proposte di Rai 1. Molti spettatori sono rimasti piacevolmente sorpresi da Sopravvissuti, ed entusiasti che la rete abbia avuto il coraggio di offrire una nuova storia. Eppure la fiction italo-francese continua a non parlare a nessuno. Buona parte degli affezionati, il pubblico più maturo, ha lamentato l’impossibilità di seguire la storia sia a causa dei dialoghi – complice il volume basso delle voci e delle battute “bisbigliate” – sia dei salti temporali. Lo share sembra confermare il malumore del pubblico. Le due puntate del 10 ottobre di Sopravvissuti hanno registrato 3.017.000 spettatori (share 14,91%) con il primo episodio e 2.487.000 spettatori (share 15,30%) con il secondo episodio. Un numero bassino per la prima serata del primo canale del lunedì. Vediamo cosa è successo e perché anche noi non siamo ancora del tutto convinti.

Sopravvissuti, terza e quarta puntata

Sopravvissuti, set
Sopravvissuti, set

Il relitto dell‘Arianna è ricomparso dopo un anno con a bordo metà dell’equipaggio. Ora dobbiamo scoprire cosa è successo e perché i naufraghi stanno mentendo. Le nuove due puntate andate in onda su Rai 1 lunedì 10 ottobre, intitolate Alla deriva (1×03) e Stranieri (1×04), continuano a parlare di cosa significhi tornare a casa dopo un anno trascorso in mare aperto. I sopravvissuti rimasti devono riprendere in mano la propria vita, ma arrancano. Nascondo qualcosa, ma cosa? Anche i loro cari faticano a riallacciare i rapporti con loro perché non li riconoscono. Il tema è interessantissimo e carico di spunti narrativi dal retrogusto epico. Però il tutto non sembra essere stato messo bene a fuoco. Manca l’introspezione, la tensione e l’equilibrio tra i chiaroscuri.

Alla deriva (1×03) inizia con un flashback dell’indomani del naufragio. Molti di loro sono sopravvissuti, ma c’è una falla da riparare. A bordo scoppia il panico, che non fa che accentuare i contrasti personali dei passeggeri. Spetta a Luca (Lino Guanciale) gestire la situazione. Anche Lara (Desirèe Pöpper) s’immerge, ma s’imbatte nel cadavere di suo fratello. Così riemerge sconvolta. Dopo essere sfuggiti agli squali, i sopravvissuti riescono a riparare il danno. Nel presente, invece, seguiamo i tentativi dei naufraghi di tornare alla normalità. Marta Silvestri (Camilla Semino Favro) scopre di essere al quarto mese di gravidanza (quindi bisogna fare bene i conti per capire chi sia il padre), tiene a distanza la suocera e sembra essere molto legata a Lorenzo. Anita non si dà pace. Ma anche in commissariato il suo fiuto viene scambiato per disperazione.

La versione raccontata dai superstiti non la convince. Crede che dietro la morte del figlio, Gabriele, ci siano altre ragioni. Nino ha perso i genitori e ora si ritrova da solo a dover superare alcuni lati oscuri del suo carattere, ma Luca gli sta vicino. Scopriamo che Lea (Adèle Wismes), l’amante dell’armatore Armando Leone (Luca Biagini), ha una gemella (che indossa un’improbabile parrucca bionda) che piomba all’improvviso a Genova. Ma tra le due c’è astio. Luca e Sylvie (Stéfi Celma) cercano di ritrovarsi, ma faticano. Nel finale, i sopravvissuti scoprono di essere fuori rotta: è per questo che nessuno li trova. Luca suggerisce di tenere gli occhi aperti e di riparare il motore. Mentre nel presente Anita interroga Alex – che racconta la sua versione del salvataggio – scorgiamo i naufraghi recuperare una persona in mare. Ma non è Alex (Sophie Pfenningstorf), la presunta donna smemorata che ora vive con Lorenzo, bensì Malika.

Sopravvissuti (640x360)
Sopravvissuti (640×360)

Stranieri (1×04). È una bella mattinata a Genova. Luca prepara la colazione e annuncia di voler andare al cantiere, dove intende riappropriarsi del suo studio. Subito dopo facciamo un salto all’indietro. Il motore dell’Arianna va riparato. Luca, da buon eroe, dispensa saggezza marinara e impartisce ordini, ribadendo che per salvarsi devono cooperare. Conosciamo meglio Malika, che parla francese e quindi lega con Lea, la quale ha già contribuito a divere l’equipaggio. Scoppia una rissa a bordo e tutti scoprono che tra loro c’è un omicida, Lorenzo. Nel presente, la situazione non migliora. Anita continua a indagare, senza permesso e rischiando la sospensione, e si scontra bruscamente con Marta. Luca capisce che sua moglie ha avuto una relazione con Stefano (Fausto Maria Sciarappa). Tano viene scoperto dalla compagna mentre parla da solo. Nino cerca di rintrodursi a scuola con fatica, anche a causa dei bulli. È ancora innamorato di Maia (Margherita Aresti), la figlia di Luca che invece sta con Roberto (Nicolas Maupas), nonché migliore amico di Nino. Furioso, caccia gli inquilini. Poi affronta duramente sua zia e tutrice Titti (Elena Radonicich) che accusa di aver tradito sua madre andando a letto con suo padre.

Insomma i sopravvissuti non riescono a riprendersi la propria vita. Tutti non fanno altro che consigliare la terapia (come ci si aspetterebbe, del resto). Non c’è niente di male ad andare dallo psicologo, continuano a ripetere. Tuttavia i sopravvissuti credono di non averne bisogno. Cosa nasconderanno mai? Tranquilli. La direttrice di Rai Fiction ha già spiegato che non ci saranno episodi di cannibalismo. Si tratta comunque di dinamiche interpersonali. Infatti scopriamo che Gabriele Clementi (Alessio Vassallo) non era tanto buono come credevamo, e si rivela un personaggio sempre più negativo. In un flashback scorgiamo perfino Lorenzo Bonanno (Giacomo Giorgio) mentre cerca di uccidere Gabriele, ma ci ripensa. Perché gli punta una pistola alle spalle? Chi è Alex e cosa è successo a Malika? Troppe domande e ancora poche risposte.

La trama è avvincente, ma il mistero arranca.

Anita Clementi (Pia Lanciotti)
Anita Clementi (Pia Lanciotti)

I ripetuti nudi della smemorata non rendono Sopravvissuti più internazionale, più coraggiosa, così come servono a poco gli escamotage registici manieristici; i continui “c***o” o “s****a” urlati dall’impetuosa Anita Clementi (Pia Lanciotti) stonano; non aiutano a capire il dolore di una madre che ha perso il figlio (“mio figlio mi manca, c***o”) né la bravura di un’investigatrice che segue il suo intuito, cosa che non smette mai di sottolineare. Il disturbo da stress post-traumatico dei sopravvissuti – come Luca Giuliani (Lino Guanciale) che si tuffa in piscina per recuperare sua figlia dopo essere stato assalito dai ricordi – oppure le continue crisi di pianto e lo scivolare a terra di Marta Silvestri, (Camilla Semino Favro) non si disciolgono nei sottotesti con disinvoltura, ma ci vengono sbattuti in faccia con esclamazioni troppo ovvie: “ho vissuto per un anno pensando di dover morire!” oppure “lo capisco sai, il vuoto che senti, e quel vuoto fa schifo” della professoressa di Nino. Il cast è formato da attori e attrici italiani che più volte hanno dato prova della loro bravura. Eppure, in questa occasione, le loro interpretazioni appaiono slegate dai personaggi. Le riflessioni sul senso della vita e della morte sono talmente esplicite che suonano banali. I risvolti psicologici corrono in superficie e le puntate non ci tengono incollati al divano, come promettevano. E come speravamo.

Sopravvissuti, Rai 1
Sopravvissuti, Rai 1

È un vero peccato. La serialità italiana è matura e questa fiction possiede una storia avvincente. Sopravvissuti nasce da un bel progetto creativo. L’idea è di quattro allievi del Master di Scrittura Seriale organizzato da Rai Fiction con il Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in giornalismo radiotelevisivo di Perugia, con il sostegno dell’Associazione Produttori Audiovisivi (Apa). Nella fase editoriale, i creativi – Sofia Bruschetta, Ivano Fachin, Giovanni Galassi, Tommaso Matano – sono stati seguiti dalla headwriter Viola Rispoli e dallo sceneggiatore Massimo Bacchini. Si tratta di una produzione internazionale che persegue degli intenti ambiziosi. Per il momento, però, tutti i suoi elementi appaiono slegati. Fuori fuoco. Decentravi verso le dinamiche melò proprie della fiction di Rai 1, che il pubblico affezionato ama. Le doppie vite dei superstiti dell’Arianna stanno venendo a galla, ma la trama non entra nel vivo.

Sono partiti già gli inevitabili confronti. C’è chi cerca affinità con Manifest, chi la paragona a Lost, chi ad altri drammi psicologici. Il problema di Sopravvissuti – almeno finora – è che non sa cosa vuole essere. Il mistero non è messo a fuoco; non ha elementi sci-fi, la sottotrama thriller vacilla e il giallo è debole. Nella speranza che la fiction prenda una direzione precisa, e personale, nelle prossime puntate, ci ritroviamo lunedì 17 ottobre con la quinta e sesta puntata di Sopravvissuti, che andrà in onda su Rai 1 in prima serata e in streaming su RaiPlay.