Tra le serie tv più attese nel 2020, Space Force ha avuto certamente un posto di rilievo. L’ultimo prodotto ideato da Greg Daniels e Steve Carell è arrivato su Netflix a maggio e sin da subito ha registrato un notevole numero di visualizzazioni. Tuttavia, la nuova comedy non ha ottenuto solo dei riscontri positivi.
Lo show, sebbene sia innovativo e intrigante, non è riuscito a convincere totalmente il pubblico. In molti si aspettavano infatti una The Office 2.0, nonché il classico umorismo scorretto e goliardico tipico della scrittura di Daniels e Carell.
Ma Space Force è diversa, e a dimostrarlo è il suo grande protagonista.
Dimentichiamoci di Michael Scott. Dimentichiamocene per un secondo e cerchiamo di approcciarci al nuovo ruolo di Carell senza alcuna pretesa. L’attore, dopo l’esperienza maturata in The Office, torna nel ruolo di protagonista regalandoci una performance magistrale attraverso il generale Mark Naird. Il personaggio che ci viene presentato sin dal primo episodio di Space Force non è estroverso, sciolto e allegro come il vecchio boss della Dunder Mifflin.
Al contrario, Naird è estremamente riservato, composto, rigido. Un uomo troppo serio al quale viene affidato un compito tanto assurdo quanto impegnativo: gestire e dirigere il nuovo ramo militare chiamato Space Force. Ma tra satira pungente, battute sarcastiche e gag, lo show si fa portavoce di tematiche delicate (come la salute mentale) esplorate attraverso il suo protagonista.
Il generale è infatti un uomo tormentato, affetto dal disturbo di stress-post traumatico e afflitto da attacchi di panico e incubi. Tra le complesse sfumature della sua personalità, è così possibile scorgere la fragilità di un uomo che del suo dolore non fa commedia, né spettacolo. Egli non riflette il tentativo sperimentale di creare un nuovo Michael Scott, poiché è semplicemente diverso rispetto al protagonista di The Office.
Naird non ama scherzare, giocare o perder tempo. Con professionalità e austerità gestisce la sua vita e la carriera, tentando di dominare i fantasmi del passato ma senza riuscirci. Attraverso gli errori commessi impara a essere più forte, reagendo quindi attivamente e lucidamente alle avversità. Gli sbagli lo mettono di fronte al suo lato più sensibile, più umano, che scopriamo pian piano. Episodio dopo episodio, si gratta via quell’involucro che nasconde le debolezze dell’uomo, la sua empatia, la sua infelicità.
Mark Naird non è il nuovo Michael Scott. Ed è giusto che sia così.
Sebbene in alcuni momenti la mimica e i gesti di Steve Carell ricordino quelle del simpatico dirigente della Dunder Mifflin, il nuovo protagonista di Space Force è evidentemente ben lontano da quel personaggio. Mark Naird è un generale tutto d’un pezzo, serio e professionale. Ha lavorato sodo per raggiungere una rinomata posizione nel ramo militare e, anche se spesso non eccelle nel suo lavoro, egli dà il massimo. Le gag e i momenti comici, difatti, non mancano durante lo show.
Mark Naird incarna le fragilità e i tormenti di un ex militare, ancora afflitto dagli orrori del passato e spaventato dalle avversità del futuro. Malgrado il suo ruolo gli imponga di essere rigido e poco emotivo, egli trova il modo di evadere da quella realtà soffocante. Che sia cantando una canzone, urlando, ballando o sfogandosi con i colleghi poco importa: riesce (quasi) sempre ad avere un forte autocontrollo.
L’ottima performance di Steve Carell, nonché la sua incredibile capacità di bilanciare la sua vena comica con quella drammatica, è complice della buona riuscita di questo grande personaggio. Se dovessimo quindi mettere a confronto Mark Naird e Michael Scott, ci renderemmo conto che i due fanno parte di mondi diversi e che non si potranno mai incontrare.
Entrambi sono imbranati con le donne, urlano e fanno i capricci quando le cose non vanno per il verso giusto e sono molto competitivi. Ma le somiglianze si esauriscono qui.
Infatti, il protagonista di The Office non ha quasi nulla in comune con il generale di Space Force.
Michael Scott è un giocherellone, un Peter Pan seduto alla scrivania che lavora a tempo perso. Re delle battute scorrette, degli scherzi in ufficio. È un capo affettuoso con i suoi dipendenti, imbranato e spesso irritante, ma ha un cuore grande. È tutta un’altra storia la vita di Naird, determinato e autorevole. Egli prende seriamente il suo lavoro e, anche se non è perfetto, cerca di dare il massimo affinché sia considerato uno dei migliori. Persino il rapporto con i dipendenti della Space Force è diverso: Naird non li coccola come farebbe il boss della Dunder Mifflin. Composto ed eccessivamente rigoroso, il generale considera i suoi subordinati tali e non i suoi migliori amici.
In molti si aspettavano uno show che seguisse l’onda di The Office, imitandone l’umorismo scorretto e la comicità pungente. Ma l’ultima serie di Greg Daniels ha spinto il pubblico a ricredersi, presentando uno show che prende le distanze dall’ufficio di Scranton. Michael Scott è uno dei personaggi più amati (e odiati) dalla televisione. È spassoso, irriverente, stravagante e copiarlo o riproporlo in un altro show sarebbe impossibile.
Abbiamo osservato gli atteggiamenti e gli sguardi di Naird con meticolosa attenzione, scrutandone l’espressività e la mimica. Abbiamo cercato Michael Scott dove non c’era, scoprendo un personaggio straordinario e dalle grandi potenzialità, la cui storia è ancora tutta da raccontare. Mark Naird non è, e non sarà mai, il nuovo Michael Scott. E per questo motivo è il protagonista perfetto per Space Force.