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Space Force non sarà The Office, ma vale la pena darle una possibilità

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Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Space Force

Il paragone non è casuale, anche se poco calzante forse. The Office US e Space Force condividono prima di tutto l’ideatore, Greg Daniels. In secondo luogo, come è palese a tutti, il protagonista è in entrambi gli show interpretato da Steve Carrell, che di Space Force è anche ideatore e produttore. Insomma, nel 2020, quando Space Force esce per Netflix con la prima stagione, di certo tutti quanti hanno urlato al primo paragone possibile e forse anche l’unico. E forse anche gli stessi produttori hanno pensato di utilizzare un certo tipo di hype legato a The Office, per lanciare al meglio Space Force.

Ma come spesso accade quando si accostano due prodotti, specie se uno dei due è molto molto forte, le cose non vanno benissimo. Soprattutto per il prodotto meno conosciuto e che deve fare i conti con un colosso. È, infatti, quello che è successo a Space Force, fin troppo paragonata e accostata a The Office.

Il solo fatto di condividere un attore e un ideatore non dovrebbe rendere per forza i due prodotti fratelli. Piuttosto dovrebbe spronare le persone a credere nella qualità del prodotto che si sta lanciando, pur se completamente diverso.

Space Force
credits: Netflix

Ma entriamo nello specifico. Space Force è una serie tv che esce su Netflix nel 2020, in un periodo piuttosto particolare, in cui dilettarsi nella critica dei prodotti audiovisivi era più o meno l’unica cosa da fare. Esce con l’intento di riprendere i fan di The Office, che si fidano di Daniels e che vedono nel volto di Steve Carrell una rassicurante confidenza. Le basi da cui parte, peraltro, sono ottime: il governo statunitense stanzia dei fondi per l’unità speciale Space Force, che dovrà guidare una serie di progetti legati allo spazio e alla Luna, nello specifico.

Space Force pare dirci da subito che la comicità con cui dovremo confrontarci non sarà in nessun modo quella demenziale di The Office. L’ironia di Space Force è più ragionata, meno superficiale e anche, di conseguenza, meno coinvolgente.

Se The Office ci ha fatto sbellicare dalle risate, lasciando dietro di sé una serie di battute iconiche e moltissime scene entrate nell’immaginario collettivo, Space Force ha meno forza in questo senso (ma abbastanza per essere rinnovata). Non perché la sua ironia non sia ben scritta, ma perché è semplicemente meno banale e molto più complessa. Sicuramente molto meno strampalata e molto più aderente alla realtà. Nonostante non manchino delle istanze leggermente fuori dal mondo.

Partiamo dal fatto che Steve Carrell, che siamo abituati a vedere anche in vesti drammatiche con grandissimi risultati (non solo in The Office quindi), riesce a coniugare perfettamente, nel suo personaggio, ironia e serietà. Il suo Generale Naird, bistrattato da tutti, sottovalutato perfino da sua moglie e dal carattere piuttosto noioso, gioca moltissimo con l’equilibrio tra convinzione e rassegnazione. Rendendo il tutto molto divertente. Non da piangere dalle risate magari, ma comunque divertente. E poi c’è John Malkovich, nei panni del dottor Mallory, lo scienziato che affianca il progetto Space Force, il quale è assolutamente il centro nevralgico di qualunque scena divertente in Space Force. Come ci aspetteremmo, John Malkovich non ci delude e porta avanti la sua narrazione sarcastica e leggermente hippie del suo testardissimo scienziato.

Space Force
credits: Netflix

I due, insieme, funzionano. E danno vita alla serie Space Force che, per quanto non sia di certo un capolavoro da ricordare, ha sicuramente del potenziale.

Soprattutto se vista al di fuori di paragoni inutili e soprattutto poco calzanti. Un vecchio detto dice che nessuno riuscirà a sentirsi valorizzato se messo nella condizione sbagliata, così come un pesce non potrà far vedere il suo valore se gli viene chiesto di scalare un albero.

Space Force (che ha al momento due stagioni)non avrà mai modo di farsi conoscere per quello che è, finché la si continuerà a mettere in relazione a The Office. Partendo dal presupposto che paragonare qualsiasi prodotto a The Office, che è una delle serie di maggior successo mondiale, non sarebbe lusinghiero per nessuno ma soprattutto non sarebbe utile, possiamo tranquillamente affermare che Space Force deve crescere per conto suo. Se dovesse venire criticata, dovrebbe essere per delle qualità o dei difetti che le appartengono e non certo perché non eguaglia gli standard fin troppo alti imposti da The Office.

Space Force è, invece, una serie molto carina, leggera e sicuramente godibile. Non solo dal punto di vista della storia, che scorre facilmente, non annoia e non dimostra di essere troppo scontata; ma anche per la sua ironia più ricercata, per quel sarcasmo velato e per John Malkovich, scusate la ripetizione.

Il tema di Space Force è coinvolgente, la storia che porta avanti è semplice ma efficace, i personaggi sono ben scritti e sono tutti a tratti macchiettistici. Da Tony a Brad, ma anche da Angela a Erin, i protagonisti hanno tutti qualcosa da raccontare, anche se demenziale e poco importante per la storia.

Greg Daniels e Steve Carrell, che sanno come far ridere qualcuno ma sanno anche come strutturare una narrazione solida, cercano di convincerci con Space Force senza farle portare quella spada di Damocle che si chiama The Office. Il loro era un lavoro volto più che altro e utilizzare lo stesso tipo di pubblico, per uscire con qualcosa di nuovo. Che fosse, oltretutto, molto più strutturato e meno legato agli episodi singoli. Space Force ha una grande linea narrativa, che gioca molto bene con l’auto conclusione ma che si fa forte della trama di base (qualità fin troppo sottovalutate). Quindi, puntata dopo puntata, i personaggi si evolvono e si lasciano conoscere e, attraverso questi espedienti, si lasciano prendere anche da storie brevi e con la parola fine impressa nella mente.

Anche per questo, Space Force si lascia guardare in maniera molto piacevole e senza troppe pretese. Pretese che invece le sono state messe addosso nel momento stesso in cui è uscita.

Space Force
credits: Netflix

Senza una reale pertinenza e senza un vero motivo. Se non un debole richiamo a una serie che ha avuto (e che certamente ha ancora) un grande impatto ma a cui non bisogna per forza essere debitrici e debitori. Un autore come Greg Daniels che ha scritto un capolavoro come The Office, può scrivere anche Space Force senza che per forza si debbano comparare le due cose.

Più che altro perché il rischio è quello di oscurare il prodotto più debole, nel nostro caso Space Force, a causa di un paragone troppo grande. Space Force, invece, visto nella sua ottica, il punto di vista corretto, è una serie tv piacevole e ben scritta. Che avrebbe potuto avere molta più ridondanza e anche più credibilità. La sfida, perciò, è quella di riuscire a guardare Space Force, cercando di scordare The Office dalle nostre menti, per quanto sia complicato. Non perché non sia lusinghiero il paragone con The Office, ma perché non potrà mai essere, per Space Force, producente.

Quest’ultima va guardata, quindi, con avidità e con curiosità, senza giudizio e senza sguardi secondari. Space Force va vista per quello che è: ironica, scorrevole e ben strutturata. Tutti ingredienti di una serie tv leggera, che non vincerà di certo una montagna di premi ma che potrebbe riempire qualche ora della vostra vita in maniera semplice.

E che potrebbe convincervi del fatto che, come succede in natura, anche le serie tv devono essere nel loro habitat naturale per brillare. Che niente e nessuno è capace di evolversi e migliorarsi se messo in discussione con qualcosa di più grande di lui. Space Force è quel pesce costretto ad arrampicarsi, quando alla fine voleva semplicemente nuotare.

A volte però i confronti possono anche essere lusinghieri, infatti secondo noi Maicol Pirozzi è il Michael Scott italiano