Questo è probabilmente l’articolo più difficile che io abbia mai scritto, per svariati motivi che elenco velocemente. Quando si parla di qualcuno che non c’è più, specialmente se la sua dipartita è stata quantomeno tragica, si tende a scadere in una forma di buonismo tanto falsa quanto banale. Se questa persona poi è una celebrità, si arriva a elogiare le sue performance (canore, attoriali o quello che volete) in maniera poco oggettiva. Eccoci così tutti fan di quel cantante o quell’attore a cui non avevamo prestato un minimo della nostra attenzione, quando era in vita. Quindi la mia intenzione era quella di non cadere in questo cliché. E sapevo che questo sarebbe stato facile visto che, a prescindere dalla sua morte, ho apprezzato realmente l’interpretazione dell’attore protagonista di questo articolo, Andy Whitfield, nella Serie che l’ha reso celebre.
Sapevo ormai da tempo della sua morte, quindi nulla di nuovo. Non ero però preparata alle emozioni che mi avrebbe suscitato cercare materiale su di lui. E in particolare, la visione del documentario sugli ultimi mesi della sua vita, che mi ha lasciata in lacrime e ancora provata. Tutti noi conosciamo Andy Whitfield. E tutti noi, fan di Spartacus o meno, sappiamo che ormai non c’è più. Una meteora che ha lasciato un segno ma è passata troppo velocemente. Per questo motivo mi sono spinta a chiedermi chi fosse realmente, a tentare di conoscere qualcosa in più su di lui rispetto al solito ‘giovane star di Spartacus muore in seguito ad una brutale malattia‘.
Grazie anche al documentario sopra citato che trovate su Netflix, ‘Be Here Now‘, ho potuto scoprire molti più dettagli non solo della sua tragica fine ma, cosa più importante, della sua vita e della sua breve ma intensa carriera. Questa, è la sua storia.
Poteva sembrare la classica bellezza californiana o australiana (sua seconda terra d’azione), ma il nostro Andy Whitfield nacque ad Amlawc, sperduto e piccolo villaggio gallese, nel 1971. La strada di Andy Whitfield verso la vetta partì da qui, e fu lunga e tortuosa. Prima della svolta della sua carriera tutti i suoi progetti erano strettamente legati all’altra sua grande passione. L’attore infatti si laureò in ingegneria alla University of Sheffield nel South Yorkshire nel 1999. Subito dopo partì alla volta di Sydney con quella che sarebbe stata sua moglie e la compagna di tutta la vita: Vashti. Una volta sbarcato in Australia, non passò molto tempo prima che un talent scout lo notasse, facendo nascere in lui l’ambizione di entrare nel dorato mondo dello spettacolo.
Il fisico e il fascino di Andy non passarono inosservati e ben presto si ritrovò a essere un modello richiesto dai più grandi marchi asiatici ed europei e protagonista di molti spot televisivi. L’attore dagli occhi color ghiaccio diventò uno dei volti più noti nel circuito delle pubblicità della tv in Australia.
Ma quei panni stavano troppo stretti ad Andy, che tentò la difficile strada della recitazione. Molti provini e altrettante porte sbattute gli resero necessario riprendere il suo vecchio mestiere. Così per ben due anni, accanto alle audizioni e ai suoi lavori da modello, continuò la sua attività di ingegnere per un’agenzia di costruzioni. I primi ingaggi finalmente giunsero e furono legati a piccole partecipazioni in Serie Tv come The Strip, Packed to the Rafters e Le sorelle McLeod. Fu solo nel 2007 che giunse l’occasione che stava aspettando, ossia l’ingaggio con un ruolo da protagonista nel film Gabriel – La furia degli angeli, in cui interpretava appunto l’arcangelo. Prima ancora dell’inizio delle riprese, arrivò un’amara notizia: forse per mancanza di un budget adeguato, Andy Whitfield avrebbe dovuto lavorare senza compenso.
Con una moglie da mantenere, incinta del loro figlio, l’attore comprese che non era più tempo per inseguire sogni di gloria, ora che doveva provvedere alla sua famiglia. Fu proprio la moglie Vashti a incoraggiarlo senza se e senza ma, affermando che un giorno il figlio sarebbe stato più orgoglioso di sapere che il suo papà aveva rischiato per un qualcosa in cui credeva, piuttosto che mollare le proprie ambizioni.
Così spronato a dovere, accettò di recitare nel film. Gratuitamente.
La pellicola di discreto successo, gli diede una buona visibilità, portandolo a ottenere altri ruoli da co-protagonista come nell’horror The Clinic del 2010. In quello stesso periodo, arrivò il provino che avrebbe cambiato la sua vita. L’attore si presentò ai casting per il ruolo di Spartacus, per l’omonima Serie della Starz. Così convinto di ottenere quella parte, tanto che la moglie iniziò a chiamarlo come il celebre guerriero trace prima ancora di sapere l’esito.
Ma per la produzione non ci furono dubbi e ad Andy venne affidato il ruolo di Spartacus, per 13 episodi. Lo show debuttò nel 2010 e fu un immediato successo.
L’interpretazione del nostro protagonista convinse tutti, anche i non amanti del genere, proprio come la sottoscritta. Se da una parte Madre Natura lo aveva graziato con un corpo da statua greca (comunque requisito indispensabile per incarnare il celebre gladiatore), Andy dimostrò di essere molto di più. Incarnò il suo Spartacus con fierezza, in maniera spesso viscerale, con quegli occhi magnetici che bucavano lo schermo e arrivavano dritti dritti al cuore dello spettatore. Forte, spietato, violento. Ma con un’anima spezzata, una voragine interna celata dietro alla sua ira, che Whitfield era in grado di dimostrarci con le sue lacrime trattenute, con i suoi monologhi profondi, con un solo sguardo rivolto alla macchina da presa.
Il successo dello show fece sì che la Starz riconfermasse Spartacus, e il suo cast, per una seconda stagione. Con le riprese della prima stagione appena concluse e la prospettiva di un contratto rinnovato, per Andy si spalancarono le porte di Hollywood. All’improvviso venne richiesto dovunque e la sua carriera subì un’impennata, insieme a una popolarità repentina. Le porte sbattute e i provini falliti ormai erano solo un lontano ricordo. Ma quello che sembrava il periodo più bello della sua vita, si tramutò nel peggiore incubo immaginabile. Andy iniziò ad accusare dei dolori e un forte senso di spossatezza. Certo che fossero i postumi del faticoso allenamento e dei duri mesi di riprese di Spartacus, si sottopose a esami medici. Purtroppo all’attore arrivò la più tremenda della notizie. Gli venne diagnosticato un linfoma non Hodgkin in stadio avanzato, ossia un tumore maligno del sistema linfatico.
La notizia fu scioccante e tremenda e Andy fu costretto a iniziare immediatamente dei cicli di chemioterapia.
Il creatore e produttore esecutivo della serie, Steven S. DeKnight, per permettere all’attore di riprendersi e concedergli tempo, dopo aver momentaneamente bloccato le riprese, si concentrò su un nuovo progetto. Uno spin-off in cui raccontare le vicende della scuola di Batiato prima dell’arrivo di Spartacus. Nacque proprio così la mini-serie Gods of the Arena, che vede come protagonisti assoluti Gannicus e Crisso. L’attore gallese comparì solo come voce narrante del primo episodio, in cui spiegava i fatti antecedenti al suo personaggio.
Le cure durissime sembrarono funzionare e Andy Whitfiled nel giugno del 2010 si dichiarò completamente guarito.
Una folla che urla il nome di Spartacus, come in un’arena, lo accolse esultante quell’estate durante il Comic-Con, uno dei suoi primi eventi pubblici dopo la diagnosi della malattia. Ma non ci fu pace per questo interprete. Durante i controlli di routine per la preparazione alla seconda stagione della Serie, i medici scoprirono la presenza di una recidiva del tumore. Whitfield affrontò nuovi cicli di chemioterapia ed è proprio qui che inizia ‘Be Here Now’, diretto da Lilibet Foster.
La documentarista seguì a stretto contatto Andy Whitfield nel corso dei lunghi mesi in cui tentò, con tutta la sua tenacia, di sopravvivere a questa malattia. Mostrandoci momenti come il viaggio spirituale in India con il padre, le devastanti e dolorose cure , il rapporto con la sua famiglia.
Ciò su cui più si concentrò questo documentario fu come Andy cercò di trovare un senso a tutto ciò che gli stava capitando. ‘Essere qui, adesso‘ è la frase che l’interprete di Spartacus si fece tatuare sull’avambraccio. Fu un modo difficile ed estremamente coraggioso di elaborare la tragedia che stava vivendo, cercando persino di trarne cose positive. Come ad esempio avere l’opportunità di passare più tempo con i suoi figli, la moglie e i genitori che abitavano lontano, cosa che se fosse stato in salute non avrebbe potuto fare. O l’enorme affetto da parte di tutti i fan del mondo, persone a lui completamente sconosciute ma il cui amore genuino lo sorprese enormemente.
Il docu-film diventa il racconto di un viaggio introspettivo di Andy e di sua moglie, forti di un legame indissolubile e commovente. Specialmente di fronte alle diagnosi sempre più tremende nel susseguirsi dei mesi. ‘Be Here Now’ segue il nostro protagonista fino al nefasto annuncio dei dottori che nessuna cura avrebbe più potuto aiutarlo. La narrazione fa un balzo di pochi mesi ed è Vashti Whitfield a raccontare la morte del suo compagno, avvenuta l’11 settembre del 2011, poco prima di compiere 40 anni.
Tra lacrime amare e il viso segnato da una sofferenza che solo chi ha perso la propria anima gemella può comprendere, la donna rivela un piccolo aneddoto. Dopo la morte di Andy, lei e i bambini ritornarono nella loro vecchia casa e proprio il primo giorno i piccoli trovarono sull’uscio di casa una splendida farfalla con un’ala spezzata. Era così che loro padre si era definito, quando la malattia ormai lo stava consumando.
Invece di piangere o disperarsi, i bambini lo videro come un segno felice e fortunato che il loro papà gli era ancora vicino.
Vashti capì che forse non tutto era perduto. Il futuro per lei e per i suoi figli, che somigliano in maniera impressionante all’attore, poteva ancora essere luminoso. Perché era quello che avrebbe voluto suo marito.
Nonostante tutto, gravata dalla perdita così pesante del loro protagonista, la Starz annunciò le riprese della seconda e terza stagione dello show. Divenne ovviamente obbligatorio un recasting e il ruolo del gladiatore andò all’attore australiano Liam McIntyre, mentre Spartacus: La Vendetta, fu dedicata alla memoria di Andy Whitfield.