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7 curiosità su Squid Game, la serie dei record di Netflix

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Squid Game è sbarcata da pochissimo su Netflix, ma fin da subito è riuscita a dimostrare il suo enorme potenziale tanto da essere acclamata come uno degli show più importanti della piattaforma, se non il migliore. Ne avevamo parlato anche qui, la serie coreana è riuscita a raggiungere i suoi obiettivi non solo da un punto di vista di successo e ascolti, ma anche per la qualità della storia e del messaggio che voleva – tra una sfida e l’altra – lanciare. La disparità tra poveri e ricchi, l’andare oltre i propri limiti spingendosi fino a dove risiede la follia, lottare per la sopravvivenza con l’obiettivo di tornare a respirare: tutto questo e molto altro viene affrontato durante i nove episodi della serie.

Sappiamo bene che i più affezionati alle serie non ne hanno ancora abbastanza, ed è qui che veniamo in vostro soccorso. Scopriamo insieme tutto quello che non sappiamo della serie, della sua realizzazione e del perché che si cela dietro alcune sue scelte. Siete pronti a un altro viaggio dentro Squid Game? Iniziamo!

1) Squid Game stava per non diventare una Serie Tv, ma un film!

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Hwang Dong-hyuk, il creatore di Squid Game, aveva iniziato a pensare a questo progetto già nel lontano 2008. La storia era chiara, il come gestirla lo era tanto quanto. Era davvero tutto pronto per il grande debutto, ma qualcosa ostruì il sogno del creatore. Infatti, l’idea inizialmente era quella di raccontare Squid Game tramite un film al cinema, ma nessun finanziatore disse si alla proposta di Hwang Dong-hyuk perché riteneva la trama troppo complessa e incapace di raggiungere il pubblico. Pensate che soddisfazione da parte del creatore della serie scoprire che non solo i finanziatori avessero torto, ma che adesso – di sicuro – si staranno mangiando le mani.

2) Il numero sul biglietto da visita esiste eccome!

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Chi proprio non è contento del successo di Squid Game è il proprietario reale del numero di telefono che compare sul biglietto da visita della serie. Avete capito bene: il numero appartiene davvero a un cittadino coreano che ogni giorno riceve una media di quattromila chiamate al giorno e che si dice anche avverso alla possibilità di cambiare numero: dovrebbero essere loro a cedere e non chiamare più, ha affermato l’uomo. Che dire, il numero è questo. Magari però voi non chiamatelo. Se vi va bene, vi beccherete insulti in coreano. Io direi di lasciar perdere. No?

3) La ricetta sui biscotti oramai diventati simboli di Squid Game

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I biscotti di Squid Game non sono in alcun modo passati inosservati. Insieme ai protagonisti abbiamo scoperto varie tecniche con cui divertirci (loro si sono divertiti un po’ meno) risolvendo il quesito essenziale del gioco: come faccio a lasciare integra la stampa? Bene: sappiamo quanta voglia abbiate di mettervi in gioco capendo se, all’interno della serie, avreste vinto o sareste stati sacrificati. Finalmente abbiamo il mezzo necessario per rispondere a questa domanda: la ricetta dei biscotti!

4) Il significato dietro al colore delle divise verdi e rosa

Niente è lasciato al caso in Squid Game, neanche i colori delle tute che – in realtà – nascondono un significato ben definito. Le tute verdi dei giocatori, infatti, alludono alla perdita totale della loro personalità: smettono di essere delle persone diventando solo dei numeri. Il regista ha inoltre aggiunto che ha scelto questo colore perché gli ricorda le divise che si utilizzavano a scuola durante l’ora di palestra negli anni 80.

Discorso totalmente diverso – invece – per le tute rosa, un colore che ci riporta alla nostra infanzia donandoci una sensazione di innocenza. Chi indossa queste uniformi non è in alcun modo innocente – lo sappiamo bene – e proprio per questo il regista ha scelto di utilizzare questa contraddizione con l’obiettivo di terrorizzarci ancora di più. Un po’ come quando vediamo dei film in cui il serial killer è un bambino o una bambola, per intenderci.

5) Lo avresti mai detto?

HoYeon Jung con la sua interpretazione è diventata immediatamente la regina di Squid Game. Il pubblico ha apprezzato la personalità del suo personaggio, la sua apparente durezza e tutte le fragilità che – pian piano – ha rivelato. Eppure, nonostante l’ottima prestazione, per HoYeon Jung questa era la prima prova attoriale. La ragazza, infatti, è una nota modella coreana ben lontana dal mondo del cinema e delle Serie Tv. Chissà se con questa ottima prima prova non si sia guadagnata un posto definitivo anche qui. Noi iniziamo a crederlo!

6) Squid Game aveva seminato un indizio fondamentale sul finale

Quando i concorrenti attendono che il furgone rientri in gioco mentre salgono in macchina, accade qualcosa che avrebbe dovuto farci insospettire sin da quel momento. Ci sono tutti, ma manca l’anziano che si scoprirà essere la mente di tutto quanto. Il suo personaggio, infatti, viene mostrato solo quando salirà direttamente sul furgone. Adesso suona diversamente questo dettaglio, eh?

7) Le scale sono un riferimento palese all’opera di un grande artista

Le scale utilizzate dagli Operai sono un chiaro riferimento a M.C. La xilografia di Escher intitolata ‘Relatività’. Notate la somiglianza?

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