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Squid Game – Le Pagelle della serie più sconvolgente dell’anno

Squid Game
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Squid Game è la serie tv del momento. Direttamente dalla Corea del Sud, per mezzo di Netflix, giunge a invadere la nostra povera vita, cospargendola di meme, canzoncine inquietanti, improvvisa voglia di cadere in rovina e ritrovarsi a piangere con un ago e un pezzo di caramello in mano. D’altronde, se non avete ancora provato a intagliare un ombrello o a tingervi i capelli di rosso tanto per passare il tempo, vuol dire che o non siete ancora arrivati alla fase terminale della dipendenza da Squid Game, o mentite.

Tra l’altro, oltre ai giochetti sadici e le canzoncine coreane che continueranno a circolare nel nostro cervello con suoni e parole spudoratamente inventate, Netflix ci costringe a vedere la serie in originale con i sottotitoli. Già ricordare i nomi dei personaggi di una serie tv normale è difficile, immaginate una sfilza di nomi tipo “Kang Sae-byeok”. Roba che il cervello inizia a fumare ancor prima di provare a pronunciarne uno. Per fortuna, nonostante l’assenza di doppiaggio, Netflix ci ha graziato stampando dei graziosi numeretti sulla tutina verde di ogni concorrente. Pensate la confusione se la Tombola fosse stato uno dei giochi mortali, io avrei sicuramente avuto il 62: ‘o muorto acciso (il morto assassinato ndr). In questo modo, però, quando ci ritroviamo a parlare della serie con gli amici, possiamo tranquillamente chiamare Seong Gi-Hun “456”, evitando situazioni del tipo “Indovina Chi?” come una sorta di Squid Game parallelo, in cui l’interlocutore è costretto a sorridere e annuire sperando che la conversazione viri al più presto su un diverso argomento. Inoltre, se vi è piaciuta Squid Game, qui vi consigliamo altre 4 serie tv coreane che vi manderanno assolutamente in trip.

1) Seong Gi-Hun (456) – Voto 8

squid game

Seong Gi-Hun è un po’ come quel compagno di classe che ogni anno si ritrova promosso all’anno successivo e neanche lui sa come, un po’ il Monir degli appassionati di MasterChef. Sostanzialmente passa l’anno scolastico a non fare niente, spiaggiato nei bagni della scuola a fare allegramente conversazione con qualsiasi essere umano e vegetale che si ritrovi a passare nei corridoi. Poi, a fine anno, fa il minimo indispensbile per afferrare la sua sufficienza con un paio di debiti formativi e, all’occorrenza, sfodera con nonchalance qualche genialata di cui neanche lui sa bene la provenienza, ma che gli salva il sederino.

Qualsiasi cosa accada in Squid Game, l’unica preoccupazione di Seong Gi-Hun sembra essere la salute del vecchio 001, e comunicare al mondo che il suo amico Cho Sang-Woo si è laureato alla Seoul National University. Signora mia, come è piccolo il mondo!

Quando cerca di imbrogliare, è credibile tanto quanto le rassicurazioni di una mamma italiana media che, con una ciabatta in mano, afferma “vieni qua, che non ti faccio niente“. Infatti, viene immediatamente scoperto dal suo gganbu che si diverte a fare il finto tonto e si congeda regalandogli la vittoria (e la biglia).

Ma, nonostante tutto, come si fa a non volere bene a Seong Gi-Hun?! Lui che fino alla fine ha cercato di rimanere umano in un meccanismo sadico che trasformava gli uomini in lupi pronti ad aggredirsi a vicenda, in virtù del principio “mors tua vita mea

Voto Smorfia di Squid Game: 16 – ‘O Culo

2) Kang Sae-byeok (067) – Voto 9

Se Seong Gi-Hun si è preso il gruzzoletto di soldi, Cho Sang-Woo la laurea, Oh Il-nam la gloria e la saggezza, Kang Sae-byeok si è decisamente presa Tik Tok. Non si fa neanche in tempo ad aprire l’applicazione che ci si ritrova davanti miliardi di video di make-up artist che replicano il make-up del personaggio coreano. Insomma, tutti parlano dei risvolti negativi di Squid Game a livello sociale, ma volete mettere che ha finalmente fatto diventare le occhiaie viola un trend alla moda?! Cioè, a noi non servono neanche tutti i prodotti dei truccatori professionisti, ci basta guardarci allo specchio nature dopo una maratona di una qualunque serie tv.

Kang Sae-byeok termina il suo gioco al terzo posto, a causa di una dose non indifferente di sfiga marcia. Una medaglia di bronzo che, con il contributo indispensabile di Cho Sang-Woo, le vale come una medaglia d’oro per aver combattuto con valore contro una valanga di stereotipi di genere. Oltre che per aver affrontato le allegre guardie con i simboli della Playstation in faccia e la gigante bambola assassina con la passione per Uno, Due, Tre… Stella (stai là?).

Voto smorfia di Squid Game: 17A Disgrazia (la sfiga ndr).

3) Oh Il-nam (001) – Voto 10

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Evil Oh Il-nam be like: “divertirsi con poco”

D’altronde chi non va alla ricerca di 455 giocatori per massacrarsi a vicenda a suon di giochini per bambini e insurrezioni notturne?! Oh Il-nam è il personaggio più chiacchierato e geniale di tutta la serie. Mentre tutti muoiono, piangono e si ammazzano, lui è lì con il suo sorrisetto innocente a intenerire il numero 456 e beffare tutti i concorrenti che, in questo contesto, non sono niente di più che 100.000 won.

“Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo” è la frase che più si addice al simpatico nonnetto sud-coreano, che sin dal principio si è guadagnato tutto il nostro affetto. Forse perché un po’ ci ricorda i nostri nonni, d’altronde da Squid Game a SPID Game è un attimo.

Voto Smorfia di Squid Game: 48 – ‘O Muorto Che Parla

4) Cho Sang-Woo (218) – Voto 6 +

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Iniziamo con il dire, se non lo avete ancora capito, che Cho Sang-Woo si è laureato alla Seoul National University ed è l’orgoglio di tutto il suo quartiere. Il 218 di Squid Game si getta a capofitto nella competizione guardando tutti gli altri dall’alto in basso. D’altronde, lui è un giocatore esperto che già prima di Squid Game si divertiva a giocare a Guardie e Ladri con la Polizia Sud-Coreana.

Ben presto, ci rendiamo conto che Cho Sang-Woo è un vero monellaccio. Campione Olimpico di lancio del pugnale (alle spalle) e simpatico come il traffico a Ferragosto sulla Salerno-Reggio Calabria. Ma, nonostante tutto, il suo fascino da infame e la sua espressione glaciale ci hanno fatto perdutamente innamorare di questo personaggio. Odi et amo direbbe Catullo, ma in fondo Squid Game non si vince con il buonismo… o forse no!

Voto Smorfia di Squid Game: 79 – ‘O Mariuolo

5) Han Mi-nyeo (212) – Voto 5

Non so se mi rimbomba più nel cervello la canzoncina “Mugunghwa Kochi Pieotseumnida” o le urla random di Han Mi-nyeo. La concorrente numero 212 che non ha vinto gli Squid Game ma ha sicuramente vinto il premio come personaggio più fastidioso dell’intera serie. Una distrubatrice molesta, ninfomane, piagnucolona e approfittatrice… ma ha anche dei difetti.

Lei che in ogni puntata escogita un modo diverso per rompere le scatole a tutti gli altri 455 concorrenti, diventando come quel compagno di classe delle medie che quando toccava scegliere le squadre per la pallavolo veniva sempre scelto per ultimo.

Quando parla è credibile quanto Ted Mosby che assicura “questa è quella giusta, me lo sento“.

Nel momento in cui ritornano agli Squid Game dopo una piccola vacanza a casa, trasforma la sua vagina in un Kinder Sorpresa, ben pensando di impiegare lo spazio a sua disposizione per un pacchetto di sigarette. D’altronde, a cosa sarebbero servite delle armi in un open space in cui appena ti distrai un secondo boom ti assassinano?! Premio Stratega dell’anno.

Tuttavia, nonstante ci desse l’orticaria ogni volta che apriva bocca, dobbiamo darle adito del fatto che una Han Mi-nyeo paga sempre i suoi debiti, e quando fa una promessa state pur certi che la manterrà. Soprattutto se questa promessa è una minaccia di morte.

Voto Smorfia di Squid Game: 60 – ‘O Lamiento

6) Jang Deok-su (101) – Voto 4

Jang Deok-su è il Draco Malfoy di Squid Game, non a caso ha anche Nagini tatuata sulla guancia, giusto per avvertire i suoi interlocutori di quanto è figo, Serpeverde e malintenzionato. Il bullo dell’open space si circonda di scagnozzi pronti a tutto, ma il suo più grande errore è sicuramente quello di sotttovalutare Han Mi-nyeo. La dimostrazione in carne e ossa di come sia più facile superare gli Squid Game che sfuggire a un’amante tradita in cerca di vendetta, soprattutto se quest’ultima è una sud-coreana con qualche rotella fuori posto.

Se da un lato abbiamo Cho Sang-Woo che è il villain intelligente, dall’altro abbiamo Jang Deok-su che è il villain violento e tonto. Tutto fumo e niente arrosto. Un maschio alpha, ma talmente alpha che quando gli si chiede di saltare su un paio di lastre di vetro si muove con la stessa efficacia dell’atac di Roma in un qualsiasi giorno di sciopero dei mezzi. Con la differenza che i bus di Roma, talvolta, dimostrano un po’ più di reattività prendendo fuoco totalmente a caso.

Voto Smorfia di Squid Game: 71 – L’Omme ‘E Merda

7) Hwang Jun-ho: Voto 7

Arriviamo al vero punto nevralgico di queste pagelle: il poliziotto più sfigato del pianeta con la batteria del telefono più tenace della storia. Capisco che la tecnologia asiatica sia di granlunga superiore alla tecnologia a cui siamo abituati noi poveri comuni mortali, ma il mio cellulare con Spotify e qualche storia su Instagram dopo un paio d’ore è bello che stecchito. Hwang Jun-ho, invece, si imbarca per la sua gitarella clandestina, si infiltra tra le guardie e si fa la sua villeggiatura con tanto di reportage quotidiano e paparazzate degne del Fabrizio Corona dei tempi d’oro, e il suo telefono non sembra minimamente accusare il colpo.

La sua è una sorta di storia nella storia, un Frank Drebin versione sud-coreana a cui al posto della Pallottola Spuntata capita la pallottola mancante. Ricapitolando: il giovane finisce sull’Isola delle meraviglie per comprendere che fine abbia fatto quel disgraziato di suo fratello. Per quest’ultimo, quindi, accetta di infiltrarsi nel perverso meccanismo di Squid Game, tra tante guardie mascherate da schermidori fucsia, lui sceglie proprio quello immischiato in clandestini commerci di organi umani. Che culo. Come se non bastasse, alla fine della fiera ritrova suo fratello che, in fin dei conti, tanto male non se la stava passando. Addirittura si viene a sapere che è uno dei vincitori dei giochi, e magari lo scorso Natale aveva pure avuto il coraggio di presentarsi con un paio di calzini come regalo. Signora mia, chi si fa gli affari suoi campa cent’anni.

Voto Smorfia di Squid Game: 24 – ‘E gguardie

8) Abdul Ali (199) – Voto 9

Se sentite un rumore, è il mio cuore che si frantuma in mille pezzi. Ali è forse la persona più fuori posto in tutto Squid Game. La sua povertà non ha una vera e propria colpa e risiede nella cattiveria e nella diseguaglianza insita nella società e nel mondo. Ali è un animo buono, onesto e leale. Tutte qualità che lo conducono dritto drittto sul sentiero della morte.

L’episodio numero 6 di Squid Game ci rivela una volta per tutte fin dove è disposto a spingersi Cho Sang-Woo, imbrogliando in modo meschino l’unica persona per la quale iniziava a provare un minimo di affetto nel corso della competizione. Una competizione che Alì affronta con la stessa serietà di Chandler Bing di Friends in una situazione di imbarazzo.

Forse uno dei personaggi più belli dell’intera serie, disposto a mettere in pericolo la sua vita pur di salvare il prossimo.

Voto Smorfia di Squid Game: 45 – ‘O Vino Buono

9) Il Frontman – Voto 6

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So figo, so bello, so fotomodello. Il Frontman di Squid Game ci si presenta con la sua aura misteriosa, come una versione Z Generation di V for Vendetta. Lui con la sua maschera fighetta e il suo look total black si è divertito a gironzolare per il suo appartamento super lusso, con tanto di mini orchestra e maxi schermo, regalandoci ogni tanto qualche stralcio di inglese nel mare magnum del coreano. Tanto che a un certo punto non capivo se stavo ascoltando una lingua conosciuta o se la situazione mi stava sfuggendo di mano e stavo effettivamente iniziando a comprendere il coreano.

La verità è che ci aspettavamo grandi cose dal nostro Man in Black mascherato, ma ci ha regalato solo qualche passerella degna della Milano Fashion Week e un colpo di scena prevedibile quanto i fiori a Sanremo.

Voto Smorfia di Squid Game: 31 – ‘O Padrone E Casa

10) La Bambola Assassina – Voto 10+

Con un colpaccio da maestra lei, la bambolina assassina di Squid Game è diventata un’icona di femminismo, ambientalismo, musica e fashion. La donzella a cui il giochino di Uno, due, tre, Stella! (qui vi riveliamo qual è la traduzione letterale della famosissima canzoncina) piace proprio da morire, ha conquistato tutti i social con la sua ventata pop e la sua macabra verve da drama queen.

Ecco perché lei e il suo sguardo laser non potevano certamente mancare in questa classifica. Inoltre, se mai dovesse stancarsi di giocare a Uno, due, tre, Stella! può sempre farmi uno squillo per giocare a caccia al caso umano.

Voto Smorfia di Squid Game: 90 – ‘A Paura

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