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Ha davvero senso la teoria più popolare del momento sul finale di Squid Game? Pro e contro: un’analisi approfondita

I due grandi protagonisti della seconda stagione di Squid Game
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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla seconda stagione di Squid Game.

È arrivato il momento delle teorie sulla terza (e ultima) stagione di Squid Game. Dopo la messa in onda della seconda, chiusa con un cliffhanger che ci traghetterà verso l’atto conclusivo di una delle serie tv di maggiore successo degli ultimi anni, si sono scatenate le ipotesi a proposito di quello che vedremo e di quello che abbiamo già visto. Si è parlato tantissimo della misteriosa scena post-credits dell’ultima puntata, per esempio. Ma anche delle reali motivazioni del Front Man, inseritosi nel gioco nei panni del concorrente 001: a tal proposito, è intervenuto lo stesso interprete del personaggio, chiaro nel mettere in evidenza gli elementi che lo stanno portando a comportarsi in questo modo. Con una domanda che permane, anche dopo aver letto l’ottima spiegazione offerta da Lee Byung-hun: perché si sta spendendo tanto per interagire con Gi-hun, invece di ucciderlo?

Ecco, concentriamoci su quest’aspetto. Se da un lato è evidente che le motivazioni del Front Man vadano ben oltre la tutela del gioco da lui guidato e si espandano all’interno di una visione del mondo e dell’umanità che si scontra radicalmente con quella di Gi-hun (ancora fiducioso nei confronti del prossimo), dall’altra ci si interroga sul perché stia mantenendo in vita l’ex vincitore di Squid Game anche dopo aver sedato un’importante ribellione interna. C’è qualcos’altro che ancora non sappiamo? Arriviamo alla teoria: secondo svariati utenti, attivissimi su Reddit, TikTok e numerose altre piattaforme, ci sarebbe la possibilità che esista un legame di sangue tra Gi-hun e il Front Man, nonché tra uno dei due (se non entrambi) e Oh Il-nam, il giocatore 001 della prima stagione che si scoprirà essere il creatore del gioco. Per estensione, la teoria potrebbe coinvolgere anche Hwang Jun-ho, il fratello poliziotto del Front Man.

In sintesi: l’idea è che i personaggi principali di Squid Game siano imparentati da vicino. Nello specifico, Oh Il-nam potrebbe essere il padre biologico del Front Man e/o di Gi-hun.

Come si è arrivati a questa teoria, al di là delle numerose speculazioni campate per aria che si stanno leggendo in giro? Beh, attraverso un fattore imprevedibile: l’intolleranza al lattosio. Spieghiamoci meglio: nel corso della prima stagione di Squid Game, veniamo a conoscenza del fatto che sia Oh Il-nam che Gi-hun non possano assumere il latte senza incorrere in pericolose controindicazioni. Nel corso della seconda, scopriamo altrettanto a proposito del Front Man. Nasce, così, un sospetto che unirebbe i fili, congiungendo i personaggi. Il pro è chiaro: perché enfatizzare un aspetto del genere, non certo centrale ai fini della narrazione, se non per evocare altri scenari? Sì, potrebbe essere un vicolo cieco. Ma in effetti potrebbe aver suggerito una potenziale rivelazione della terza stagione.

A tal proposito, oltretutto, Oh Il-nam rivolse queste parole a Gi-hun: “Mio figlio era esattamente come te”.

E il contro? Beh, l’intolleranza al lattosio è fin troppo comune in Corea del Sud. Secondo più fonti, sarebbe coinvolta l’intera popolazione. Sì: il cento per cento. Con numerose distinzioni da fare: solo una parte, infatti, sarebbe intollerante al punto da non poter assumere il latte. Ripetiamo, però: perché inserire un dato del genere, più che secondario, in entrambe le stagioni? Ciò potrebbe offrire una sfumatura ancora più cinica al trattamento dei concorrenti di Squid Game, “costretti” a bere il latte pur non potendolo fare, ma convince l’idea che questo fattore possa non essere un mero contorno della trama.

Lo scenario “familiare” di Squid Game, oltretutto, sarebbe sostenuto dalla carenza di informazioni sulle figure paterne dei personaggi coinvolti, dei quali conosciamo invece le figure materne. Non ci sono informazioni a disposizione capaci di smentire quest’idea a priori. Anche in questo caso, potrebbe voler dire tutto o niente, ma è a prescindere un elemento da tenere in considerazione per elaborare delle ipotesi in qualche modo valide o comunque sensate.

Si spiegherebbero, così, molte cose.

Se prendessimo per buona l’idea che i due grandi protagonisti della seconda stagione di Squid Game (disponibile su Netflix) siano figli del creatore del gioco, si potrebbe teorizzare l’idea che la visione caustica dell’umanità di Oh Il-nam, connessa all’involuzione cinica, egoistica e materialistica nell’era del consumismo ultra-capitalista, sia stata trasmessa al figlio biologico, concorrente e vincitore di una vecchia edizione. In quest’ottica, il Front Man starebbe cercando di portare dalla sua parte quello che potrebbe essere suo fratello.

Un fratello da tutelare, almeno sul piano fisico. A quel punto, si potrebbe arrivare a teorizzare che il creatore avesse “protetto” il Front Man al tempo della sua partecipazione fino a portarlo alla vittoria finale, e che questa immunità coinvolga anche Gi-hun nelle due edizioni a cui ha preso parte. Il Front Man, d’altronde, aveva già “protetto” Hwang Jun-ho nel corso della prima edizione: dopo esser arrivati a uno scontro diretto, gli aveva risparmiato la vita.

Ancora una volta: sono solo ipotesi, ma il tema appassiona gli utenti e sta portando tanti a elaborare scenari ancora più ambiziosi e radicali, connessi al presunto rapporto di parentela.

Secondo alcuni, per esempio, si potrebbe pensare all’ipotesi che il Front Man stia “preparando” Gi-hun per farne il suo erede nel medesimo ruolo, con motivazioni da definire. Difficile sbilanciarsi a riguardo, ma non è un’idea da scartare. Anche perché non mancano le potenzialità affinità tra il percorso affrontato in precedenza dal Front Man e quello che sta affrontando ora Gi-hun.

C’è un momento della seconda stagione di Squid Game, peraltro, in cui si è intravisto un elemento di congiunzione più deciso tra i due personaggi, riassumibile in una frase del Front Man con cui pungola Gi-hun a riguardo: “Quello che stai dicendo è che saresti disposto a sacrificare qualcuno per il bene degli altri”. Il concorrente, infatti, si era mostrato possibilista all’idea che fosse necessario eliminare alcuni membri del fronte avverso per salvare chi volesse abbandonare il gioco. Uno scenario inedito, per un personaggio che si era speso in precedenza per evitare la morte di tutti i “compagni”. Lo scricchiolio di una morale che era stata fin lì avulsa da ogni forma di compromesso.

Lo sguardo sornione del Front Man è evocativo, e potrebbe suggerire l’idea che sia questo il suo fine ultimo.

Quanto vale la vita dei singoli, specie se caratterizzati da un’anima tendente alla corruzione, in relazione a un disegno complessivo spietatamente verticalizzato e fondato sul letterale “riciclo” di membri della società che costituirebbero una mera zavorra? L’umanità è davvero irrecuperabile, in questo mondo? Da qui a immaginare un “salto della barricata” da parte di Gi-hun, il passo è ancora lunghissimo, ma un confronto aperto tra i due potrebbe portare a sorprendenti cambi di prospettiva.

Il Front Man di Squid Game nella seconda stagione
Credits: Netflix

Qualcuno, invece, si è spinto ancora oltre, arrivando addirittura a ipotizzare che l’intera impalcatura di Squid Game non sia altro che una proiezione mentale di uno tra Gi-hun e il Front Man.

Lo scenario “Fight Club” (o “Shutter Island”, se preferite) è però poco credibile su più fronti.

Poco credibile a prescindere dalle letture intriganti che ne deriverebbero, e allo stesso tempo sconveniente. Un plot twist del genere non sarebbe certo inedito (si pensi a Mr. Robot, ma anche alla quarta stagione di The Boys), e sarebbe deludente se non persino pigro e anti-climatico. L’unico ponte reale che intravediamo all’orizzonte sarebbe il collegamento tra David Fincher, storico regista di Fight Club, e la “Squid Game americana” sulla quale sta lavorando l’autore. Fino a prova contraria, è meglio fermarsi qui e non avventurarsi in un terreno dai numerosi vicoli ciechi. Che senso avrebbe, d’altronde, “soffocare” così un franchise che nei prossimi anni potrebbe espandersi ben oltre i confini della competizione sudcoreana?

Insomma, ci siamo: la teoria secondo la quale esisterebbe un legame di sangue tra i protagonisti evoca numerosi sviluppi potenziali che portebbero a vedere l’intero racconto di Squid Game con occhi completamente diversi.

I pro non mancano, mentre i contro sarebbero da valutare. Non resta, allora, che procedere con un ulteriore rewatch della serie e attendere pazientemente l’arrivo della terza e ultima stagione. L’archetipo del “padre segreto” ha riempito alcune tra le pagine più importanti della storia della letteratura e del cinema: sarà così anche stavolta? Sarà davvero l’intolleranza al lattosio il grimaldello attraverso cui scardinare il mistero principe di Squid Game? Sarebbe strano da pensare, ma da questa serie possiamo aspettarci davvero di tutto.

Antonio Casu