Partiamo da un dato: agli Emmy 2023, le serie tv di Star Wars hanno ottenuto, nelle categorie principali riguardanti le migliori produzioni dell’anno, due candidature: Andor come serie drammatica e Obi-Wan Kenobi come miniserie. Nel 2021, invece, è stata The Mandalorian a ottenere la candidatura come miglior serie drammatica: di quattro serie live action prodotte da Disney+ e ambientate nell’universo creato da George Lucas, ben tre hanno ottenuto una candidatura agli Emmy, con l’eccezione della sola The Book of Boba Fett. Lato Marvel, invece, la situazione è completamente opposta: nel 2021 è arrivata la candidatura come migliore miniserie per WandaVision e poi, da lì in poi, il nulla, nonostante ben altre 7 produzioni in live action.
Il quadro della situazione evidenzia una netta disparità tra i due franchise di casa Disney. È vero che i premi non sono una riprova completa del successo di una serie televisiva, perché poi ci sono altri fattori da tenere in considerazione come, ad esempio, il numero di ascolti, ma sono sicuramente un buon indicatore del livello raggiunto da una produzione e in particolare, quando si tratta di franchise, possono fotografare al meglio la ricezione che il mondo, fuori anche dal fandom più fidelizzato, ha di un prodotto. A questa fotografia offerta dagli Emmy 2023, comunque, si aggiungono altri fattori, come l’insoddisfazione dei fan per le ultime serie tv Marvel, sfociata in bassi rating e pochi ascolti, e gli apprezzamenti invece per i lavori di Star Wars, che anche adesso, con l’esordio di Ahsoka, sta continuando a mantenere una strada molto ben indirizzata. Come si spiega, dunque, questa disparità che emerge tra il mondo di Star Wars e quello della Marvel? Parliamone.
Star Wars e Marvel: due franchise molto diversi
Il lavoro di confronto tra i due franchise nasce, sostanzialmente, dalla loro matrice comune, ovvero la produzione Disney, che chiaramente mette in parallelo i due mondi. Nonostante questa origine condivisa, però, quelli di Star Wars e della Marvel sono, innanzitutto, due universi molto diversi, le cui caratteristiche anagrafiche possono spiegare, in parte, le differenze di successo nell’approccio seriale. Quello di Star Wars è un franchise molto più datato, che ha una vita decisamente più lunga e che ha già affrontato e superato fasi di grande difficoltà . Al contrario, l’MCU sta vivendo il suo primo grande momento di flessione e quindi ogni fallimento sembra amplificato perché, di fondo, è il primo.
Tradizionalmente, le prime difficoltà sono sempre le più ostiche da superare e questa pare la situazione che sta vivendo la Marvel. Dopo anni e anni di successi apparentemente inesauribili e, per usare un termine caro al franchise, ineluttabili, qualcosa ha cominciato a rompersi nella narrazione dell’MCU e pare anche fisiologico, considerando le difficoltà nel gestire un universo narrativo ampio, nel garantire un adeguato ricambio generazionale e nel trovare variazioni su un tema che inizia a essere consumato. Niente di troppo traumatico, dunque, né, tutto sommato, inaspettato, eppure la sensazione è che la Marvel sia piombata in un buco nero senza uscita.
Il problema di prospettiva può spiegare, almeno parzialmente, le differenze nella resa seriale dei due franchise. Sulle serie Marvel le aspettative erano molto più alte, perché si veniva da film incredibili, e infatti le delusioni si stanno proiettando anche sulle pellicole. In casa Star Wars, reduci da una trilogia con molte ombre, le serie hanno dato nuova linfa e quindi sono state accolte ancora più calorosamente. Questo è un primo aspetto, dunque, che concretizza questa disparità tra Star Wars e Marvel, ma questa componente percettiva, chiaramente, poggia su basi oggettive, esasperandole certamente, ma comunque attualizzandole.
Un approccio diverso
Di base, le serie tv Marvel hanno deluso le aspettative, in gran parte, così come quelle di Star Wars hanno fatto bene, sempre in gran parte, perché i due franchise hanno avuto approcci diversi, che hanno dato risultati diversi, che hanno poi generato quella differenza di percezione di cui si è parlato prima. Alla base di ciò ci sono delle questioni metodologiche che differenziano moltissimo i due franchise: nella Marvel, ogni serie, così come ogni film, è funzionale essenzialmente alla grande trama dell’universo, trovando solo parzialmente realizzazione in se stessa. Le produzioni della Casa delle Idee firmate da Disney+ costituiscono solo un pezzo di un mosaico più ampio, che sta, tra l’altro, iniziando ad apparire molto complesso. In sé, dunque, le serie tv Marvel non hanno né un grande anima né un proprio compimento e non è un caso se l’entusiasmo dei fan e degli addetti ai lavori è andato a scemare, insieme alla passione per la trama generale dell’MCU.
Per ciò che concerne le serie di Star Wars, invece, la continuity generale è solo uno sfondo, su cui si innescano delle serie che hanno una loro natura ben precisa e una propria anima molto riconoscibile. The Mandalorian e Andor sono due esempi perfetti in tal senso, due serie che arricchiscono il quadro generale dell’universo di Star Wars, ma che sono anche molto indipendenti e si basano su personaggi e momenti poco centrali nella storia generale. Non a caso, le serie che poggiavano maggiormente sulla continuity come The Book of Boba Fett e Obi-Wan Kenobi hanno fatto più fatica, al netto della nomination di quest’ultima che però non cancella tutte le sue difficoltà . In sostanza, dunque, le serie di Star Wars sono più indipendenti e definite perché libere da costrizioni narrative più ampie.
Star Wars e la capacità di variare, Marvel e gli schemi consumati
Dietro a questo approccio metodologico generale ci sono, poi, delle scelte più precise che hanno fatto tutta la differenza del caso per le produzioni di Disney+. Con le serie tv, sia Marvel che Star Wars hanno provato a effettuare qualche variazione, che sia di stile o di tono, o persino narrativa, ma solo il franchise creato da Lucas è riuscito a vincere la sua scommessa. Andor è il risultato più brillante in tal senso, un prodotto maturo e denso concettualmente, lontano da molti stilemi di genere e capace di rappresentare un piacevole unicum nel franchise. La Marvel, invece, finora non ha avuto la forza di rompere così tanto con la tradizione. Ha provato a fare qualcosina in questo senso, e Secret Invasion ne è una dimostrazione, ma nonostante qualche passo in avanti in termini di variazione, la produzione dell’MCU rimane ancora a format più tradizionali, che come detto iniziano a soffrire i segni del tempo.
Manca, in casa Marvel, la forza di correre qualche rischio e, quando lo si fa, non si trova la giusta soluzione come nel caso di She-Hulk. Qua siamo nello specifico di un problema più generale, perché tutto nasce da quel bisogno di aderire a una forte trama generale, che impone delle scelte molto costrittive. La sensazione è che la Marvel debba viversi questa fase discendente, arrivare a un punto di rottura e riuscire a staccarsi da un universo che ha garantito grandi fortune, ma che ora ha bisogno di respirare. L’MCU deve sperimentare ciò che ha provato Star Wars, per ottenere il suo giusto grado d’indipendenza. La differenza tra i due franchise di Disney+, in fondo sta tutta qua: si trovano in due momenti molto diversi della propria vita, che permettono, o meno, di realizzare prodotti di un certo livello di maturità grazie a un’acquisita, o al contrario limitata, libertà .