Nelle storie che ascoltiamo, leggiamo, guardiamo ci sono personaggi che, a seconda della bravura dell’autore, godono di un diverso livello di complessità. Con un’analisi un po’ semplicistica e senz’altro manichea, possiamo distinguerli in “buoni” e “cattivi”. Se il percorso narrativo del “buono” ci appare solitamente abbastanza lineare e comprensibile, capita più frequentemente che quello del “cattivo” sia ondivago. Quando il “cattivo”, poi, è particolarmente riuscito, ci troviamo spesso di fronte a una personalità prismatica, tanto vasta da contenere al suo interno contraddizioni spesso insanabili. In questi articoli, cercheremo di indagare le storie, gli indizi, i topoi dei “cattivi” più riusciti delle narrazioni seriali e cinematografiche. Oggi è il turno di uno dei cattivi più famosi e riusciti, nonchè uno degli antagonisti di una delle più note saghe cinematografiche di sempre: Darth Vader (Dart Fener, nella versione italiana).
Prima di addentrarci nella storia del personaggio, dobbiamo partire dalla parola chiave della nostra indagine: cattivo. Cosa significa “cattivo”? Le risposte potrebbero essere molteplici e differenti, ma è importante fare chiarezza per capire di cosa stiamo parlando. La parola “cattivo” deriva dal latino captivus, ovvero prigioniero, originariamente prigioniero di guerra che vive in stato di schiavitù.
Quindi un cattivo è un prigioniero, una persona non libera. Ma prigioniero di cosa? Di se stesso? Delle condizioni esterne? Di un’ingiustizia? Di un trauma? Della sventura? Di cosa è prigioniero Darth Vader?
Fin dalla sua prima apparizione in Guerre stellari (Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza), nel 1977, e per la quasi totalità della Trilogia Originale, Darth Vader ci si presenta subito imponente nella sua corazza nera, sormontata dal casco nero con le sembianze di un teschio, respiro pesante, quasi strozzato, voce metallica. Un droide, pensiamo. Una macchina da distruzione. Un mostro. In lui, infatti, convivono due realtà distinte e complementari: l’umano e la macchina, l’inumano.
Per rispondere alle domande che ci siamo posti poche righe sopra ci addentreremo nella storia che lo ha portato a quell’immagine capace di scolpirsi per sempre nella nostra memoria, basandoci, quindi, soprattutto, sulla Trilogia Prequel (Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma; Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni; Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith).
Prima di procedere con l’analisi vera e propria del personaggio, è necessario tuttavia approfondire il concetto attorno al quale si sviluppa interamente la saga di Star Wars: La Forza.
“Beh, la Forza è quella che dà ai Jedi la possanza, è un campo energetico creato da tutte le cose viventi. Ci circonda, ci penetra, mantiene unita tutta la Galassia.” Obi-Wan Kenobi
La Forza è ovunque. Permea ogni cosa presente nell’Universo. Con la giusta attitudine e grande allenamento, essa può essere “manipolata”. Per questo ci sono esseri che possono sollevare gli oggetti, influenzare i pensieri e la volontà delle persone, prevedere il futuro e persino riportare in vita i morti. Come ogni forma di potere, La Forza può essere usata per il Bene, per la Giustizia (Lato Chiaro) o per il Male (Lato Oscuro). I primi sono i Jedi, che utilizzano La Forza per perseguire il bene e la giustizia dell’Universo. I secondi sono i Sith, che la usano solo per interesse personale.
Egli viene successivamente addestrato dal Cavaliere Jedi Qui-Gon Jinn che comprende che proprio il fanciullo poteva essere il Prescelto che avrebbe potuto portare equilibrio nella Forza.
Vi era infatti, tra i Jedi, un’antica profezia che prevedeva l’avvento di un Prescelto che avrebbe, appunto, portato equilibrio nella Forza. Il destino “messianico” di Anakin è evidente agli occhi di Qui-Gon Jinn, una volta scoperta da Shmi Skywalker, sua madre, la storia del suo concepimento. Sarà il maestro Jedi a comprendere che Anakin era stato creato direttamente dai midi-chlorian, dando anche ragione della loro massiccia presenza in lui. Il suo destino era chiaro: bambino era stato letteralmente creato dalla Forza per portare equilibrio nell’Universo.
Qual è il passaggio, dunque, che da “agente dell’Equilibrio”, porterà Anakin, il Prescelto, a diventare Darth Vader, “agente del Male”?
Una delle locandine di Star Wars II – L’attacco dei cloni, recitava “A Jedi should not know anger. Nor hatred. Nor love” (“Un Jedi non deve conoscere la rabbia. Nè l’odio. Nè l’amore”).
Anakin Skywalker conoscerà tutte e tre questi sentimenti. Che sia questo ad averlo reso “cattivo”? Che siano qui le fondamenta della sua prigione? Ma allora forse i termini andrebbero invertiti e si rischierebbe di scoprire che l’amore è alla base di questa prigionia interiore?
Tentiamo ora una risposta partendo dall’analisi della storia del personaggio.
“Incerto, il futuro di questo ragazzo è.” Yoda
L’infanzia di Anakin è segnata dalla schiavitù. Dallo stato di “cattività”. Torneremo sul punto. Sarà Qui-Gon Jinn a liberarlo, grazie a una scommessa vinta con il suo padrone. Il tempo trascorso in schiavitù aveva però permesso che la paura e la rabbia trovassero sempre più spazio per sedimentare nel giovane. La lontananza dalla madre, che non era stata liberata, non fece che nutrire questo sentire oscuro e negativo.
Nonostante le resistenze iniziali, Obi-Wan Kenobi, dovette, su richiesta di un Qui-Gon (di cui era allievo) morente, accettare di addestrare Anakin, che nel frattempo iniziava a coltivare un sentimento profondo per Padmé Amidala, con la quale si sarebbe in futuro unito in un matrimonio segreto, contravvenendo al codice Jedi che prevedeva, invece, il celibato.
Crescendo, Anakin iniziò a nascondere le proprie crescenti insicurezze dietro un’arroganza evidentemente pericolosa. Non sempre comprendeva le ragioni dei maestri Jedi che, a loro volta, non si sono dimostrati molto capaci di ascolto e comprensione nei confronti di Anakin.
Uno dei principali turning point della sua vicenda risiede nel rapimento e nella morte della madre ad opera dei Sabbipodi. È questo l’esatto istante in cui, per la prima volta, possiamo osservare l’esplosione e la forza distruttrice della sua rabbia. Egli infatti ucciderà tutti i Sabbipodi. Come avvenuto nel caso di Daenerys Targaryen, la prima dimostrazione di atroce violenza del personaggio ci viene maggiormente contestualizzata rispetto a quelle successive. Per gli spettatori è certamente odioso e preoccupante il pensiero di una rabbia tanto cieca da abbattersi sui più indifesi, ma la sofferenza e il senso d’ingiustizia per il sequestro e la morte di una madre crea una maggiore contestualizzazione narrativa rispetto ad altre condizioni. Eppure, come nel caso dell’eroina di Game of Thrones, già qui dovrebbe essere evidente (perlomeno per chi abbia fruito della visione in ordine cronologico della storia e non di uscita dei film) quale sia la tendenza di Anakin e quale percorso egli abbia intrapreso. Alcuni Jedi si accorsero che qualcosa non andava, percependo una crescita esponenziale nella Forza del ragazzo e un avvicinamento al Lato Oscuro.
Un altro punto nodale è rilevabile nella perdita del braccio nel duello con il Conte Dooku. La sostituzione dell’arto con un surrogato meccanico è il primo passo della mutazione fisica che porterà Anakin a diventare Darth Vader, della sua apparente transizione da uomo a macchina. Il primo passo da essere umano a semi droide. Ma fino a quando un uomo è un uomo? In quale lembo di carne risiede l’umanità?
Il suo valore, durante la Guerra dei Cloni, gli valse, oltre al titolo di Tan, quello di Eroe senza Paura. Ma era questo vero? Questi titoli accrescono la sicurezza del giovane Jedi o solo la sua arroganza? Bastano gloria e approvazione a far sparire insicurezze, dolori e paure o forse, almeno nel caso preso in analisi, le nutrono? Propendiamo per questa seconda opzione, considerando che, una volta appresa la notizia della gravidanza di Padmè, Anakin inizia ad avere degli incubi ricorrenti in cui la sua amata muore di parto.
“La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all’ira, l’ira all’odio; l’odio conduce alla sofferenza. . Ah.. Io sento in te molta paura. ” Yoda
Anakin, ancora bambino, è stato allontanato dalla madre. Divenuto ragazzo ritrova sua madre, ma se la vede morire tra le braccia. Ora è un giovane uomo che sta per diventare padre e che teme la morte della madre dei suoi figli. Proprio su questo fa leva Palpatine, quando gli racconta la storia del Signore dei Sith Darth Plagueis, capace di impedire la morte dei propri cari. È attraverso questa promessa “cura” contro la sua paura più grande – la morte delle persone che ama – che Palpatine introduce il giovane Jedi al Lato Oscuro.
Sarà quando Anakin taglierà il braccio di Mace, permettendo così a Palpatine-Darth Sidious di uccidere lo Jedi, che il suo destino sarà finalmente compiuto. Non più Anakin Skywalker, bensì Darth Vader.
“La Forza è potente in te. Un potente Sith tu diventerai. D’ora in poi, sarai conosciuto con il nome di Dart… Vader!” Darth Sidious
Anakin Skywalker è stato ucciso da Darth Vader? Darth Vader si è sempre nascosto in Akanik Skywalker? Sono forse Anakin Skywalker e Darth Vader la stessa persona? O cambiando nome, si rinasce a se stessi? Chi è il Jedi e chi il Sith? E chi è il Prescelto? Chi il mostro capace di uccidere persino dei bambini?
Anche se lo aveva già fatto quando, almeno ai nostri occhi, era ancora Anakin Skywalker, Darth Vader, messo da Palpatine al comando della Legione 501 dei Clone Trooper, si dirige al Tempio Jedi dove uccide tutti i Jedi presenti, compresi i bambini. In una delle scene più tragiche dell’intera saga, vediamo infatti quello che ci era stato presentato come un Messia, vestire gli abiti di Erode e sterminare degli innocenti. Solo ora siamo sicuri che abbia scelto il Lato Oscuro. Solo ora comprendiamo la portata delle sue scelte. Solo ora Anakin, ormai Darth Vader, è cattivo ai nostri occhi. Eppure… Eppure lo aveva già fatto. Alla morte di una persona amata (sua madre) aveva fatto corrispondere la morte di tanti innocenti. Ora, di fronte alla sola paura della morte della donna amata, fa una strage di bambini.
Vani saranno i tentativi di Padmè di riportare Anakin al Lato Chiaro della Forza. Sarà il suo maestro Obi-Wan Kenobi a tagliargli il braccio sinistro e le gambe, lasciandolo, privo di arti e accecato dalla rabbia e dalla paura, presso un fiume di lava. Il corpo di Anakin viene letteralmente divorato dalle fiamme, ma sopravvive. Darth Sidious, che già lo ha battezzato con il suo nuovo nome, farà sostituire con parti meccaniche gli arti del giovane e gli fornirà un’armatura capace di ovviare alle sue nuove problematiche fisiche e fisiologiche. Palpatine completa la sua opera oscura facendo credere a Darth Vader di aver ucciso Padmè in un impeto di rabbia. Questo basta per lasciare che l’Oscurità, almeno all’apparenza, lo abiti completamente.
Potremmo scrivere ancora pagine e pagine su quello che è indubbiamente uno dei personaggi cinematografici più riusciti, ma, rimanendo strettamente legati al proposito che ci siamo posti, ci fermeremo qui. Eppure sono ancora molti gli interrogativi che ci affollano la mente.
Darth Vader è il Male o è imprigionato dal Male? Nella Trilogia originale, Darth Vader è una macchina di morte, un’arma, uno strumento del Male. Non sappiamo nulla della sua storia, egli ci appare, almeno fino alla memorabile scena con Luke (“Luke, sono tuo padre!”), come un personaggio privo di profondità, quasi completamente disumanizzato. Tuttavia bastano le sue caratterizzazioni a livello di costume e di voce a imporre un carisma, un carattere. Sicuramente le sue sembianze hanno un ruolo fondamentale nel farci provare il timore che sentiamo alla sua visione, ma c’è dell’altro. Non sappiamo chi ci sia dentro quella corazza e questo ci spalanca una possibilità. Come Luke, anche se per motivi diversi, forse non ci è impossibile immaginarci dietro quella corazza, anche se non coscientemente. La sua assenza di identità rende tutte le identità possibili. Sotto quella maschera ci potrebbe essere chiunque, quindi, in qualche modo, anche noi.
Sono le paure, le fragilità, l’umanità dolente (perchè nessun personaggio di Star Wars è più umano e sofferente di Anakin Skywalker) ad abitare la corazza di Darth Vader.
Anakin nasce schiavo e resta schiavo di se stesso e delle proprie paure.
“La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all’ira, l’ira all’odio; l’odio conduce alla sofferenza. Ah.. Io sento in te molta paura”, gli aveva detto il Maestro Yoda.