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Non chiamatela figlia d’arte, Maya Hawke

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L’etichetta di figlio o figlia d’arte viene appiccicata quasi inevitabilmente a ogni attore o attrice che ha genitori a loro volta inseriti nel mondo dello spettacolo. Un epiteto che di per sé non ha connotazioni negative, indica semplicemente una discendenza da artisti, anche se nell’immaginario comune spesso può assumere sfumature meno neutre: quanto spesso le chiacchiere da corridoio fanno emergere un pregiudizio nei confronti di un figlio d’arte? “Quello è famoso solo perché è figlio di X, ha fatto l’attore perché sua madre gli ha spianato la strada, aveva gli agganci giusti, etc.” E, in alcuni casi, il pregiudizio può nascondere anche un nocciolo di verità. In altri, però, tende a oscurare e togliere centralità a attori che invece hanno davvero talento e si sono dati molto da fare per ottenere i loro ruoli, per dare avvio alla propria carriera: in questa categoria di figli d’arte rientra sicuramente Maya Hawke.

L’attrice newyorkese classe 1998 è appena tornata sugli schermi nel ruolo di Robin Buckley nella quarta attesissima stagione di Stranger Things, il più grande debutto di una serie tv in lingua inglese su Netflix. Il suo personaggio era apparso per la prima volta nella terza stagione dell’amata serie sovrannaturale ambientata negli anni Ottanta, distinguendosi subito per carisma e personalità e, soprattutto, portando alla ribalta il nome di Maya Hawke. Sono bastati due click in rete da parte degli spettatori, per svelare innanzitutto il nome intero dell’attrice, Maya Ray Thurman Hawke, e poi per fare i dovuti collegamenti: Maya è figlia di Uma Thurman e Ethan Hawke.

Ma non si pensi che Maya Hawke abbia avuto da subito la strada spianata, anzi. Si è dovuta dare da fare parecchio.

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In un’intervista per The Guardian, l’attrice racconta che i suoi genitori non l’hanno mai ostacolata, ma che all’inizio hanno cercato di proteggerla dalle difficoltà del mondo del cinema e della televisione. Entrambi conoscevano bene le complicazioni, il lato più oscuro della recitazione, e hanno fatto ragionare molto la figlia a riguardo: Hawke ha rivelato che non l’hanno mai portata su nessun red carpet con loro, proprio per evitarle un facile accesso a questa dimensione, e tantomeno hanno mai accettato che prendesse parte nei loro film come comparsa o per qualche cameo. E prima di sostenere la decisione della figlia di intraprendere questa carriera, Thurman e Hawke si sono accertati che avesse sviluppato un carattere forte, pronto a far fronte alle avversità.

Maya si è trovata molto in fretta a dover fare i conti con la propria determinazione: la diagnosi di dislessia – disturbo specifico dell’apprendimento che causa delle difficoltà nella lettura e/o nella scrittura – l’ha messa alla prova prima per quanto riguarda lo studio, poi per quanto riguarda la recitazione stessa. Per trovarsi in un ambiente ben equipaggiato per i suoi bisogni, Hawke si è dapprima iscritta in una scuola specializzata per la dislessia, poi più avanti alla Julliard School, un posto in cui dichiara di aver imparato tantissimo.

Quando però le è stato offerto il ruolo in Little Women (miniserie della BBC) – e non un ruolo qualunque, bensì quello di Jo March, una delle protagoniste, paradossalmente amante di lettura e scrittura – si è trovata di fronte a un bivio. Accettare il ruolo e dire per sempre addio alla Julliard, scuola molto rigida per quanto riguarda la frequenza, oppure mettere da parte il ruolo e proseguire negli studi in un posto che la faceva sentire a casa. La scelta fu presto compiuta e anche se Hawke provò a scrivere una lettera alla scuola chiedendo di essere poi successivamente riammessa, il suo cammino fu tracciato.

E non era nemmeno stata la prima volta che Maya Hawke aveva ricevuto delle attenzioni.

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Little Women sarebbe potuto non essere il suo debutto nel mondo della recitazione, perché Hawke era fortemente voluta da Sofia Coppola per interpretare il ruolo principale in The Little Mermaid. La ragazza aveva già lavorato con Coppola per una campagna pubblicitaria per Calvin Klein nel 2017. I produttori, però, preferirono Chloë Grace Moretz (che a sua volta poi venne sostituita) e Sofia Coppola addirittura abbandonò il progetto.

E così per il debutto Hawke ha dovuto aspettare Little Women, in cui ha ricoperto lo stesso ruolo che aveva ricoperto in precedenza, in un adattamento cinematografico, nientemeno che Winona Ryder: gli strani giri del destino!

La critica elogiò la miniserie e il lavoro di Maya, e lo stesso fece suo padre Ethan, che commentò così per People:

Guardarla in Little Women è stato uno dei momenti migliori della mia vita. Non ha fatto un buon lavoro, ha fatto un lavoro eccezionale! Vedere la propria figlia farsi strada in un mondo per cui hai un grande rispetto, a cui hai dedicato la tua vita… Sono stato molto orgoglioso di lei!

Poi è arrivato il momento di Stranger Things, con un personaggio che è stato riscritto per lei.

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Forse non tutti sanno che la Robin Buckley che ha conquistato gli spettatori a partire dalla terza stagione di Stranger Things sarebbe dovuta essere ben diversa: Matt e Ross Duffer avevano creato un personaggio con altre caratteristiche. Maya Hawke ha raccontato a WWD che i Duffer, quando l’hanno conosciuta meglio, hanno voluto apportare diverse modifiche a Robin, donando al personaggio molta più energia del previsto. Inoltre, è stata Maya stessa a contribuire alla scelta dell’orientamento sessuale di Robin, ha infatti raccontato a Variety che si trattò di una scelta avvenuta nel bel mezzo delle riprese, chiacchierando con i Duffer. E non è un dettaglio da poco, perché ci dà la dimensione di quanto Hawke sia coinvolta al cento per cento nella realizzazione dei propri personaggi. Non si limita a eseguire, ma riesce addirittura a plasmare e dare nuova linfa ai ruoli precedentemente scritti.

Lo stesso anno, 2019, Maya Hawke è apparsa anche sul grande schermo nel film C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino, nei panni di Linda Kasabian. Un ruolo molto importante per Hawke, che si è dichiarata grata di aver lavorato con un regista che in passato ha descritto Uma Thurman come la sua musa. Nel 2020, invece, Hawke ha lavorato con Gia Coppola per il film Mainstream nel ruolo di Frankie, e la regista ha fatto intendere molto bene il suo pensiero sull’attrice, per WWD:

Maya è una giovane donna incredibilmente intelligente, impavida, forte. Ho imparato molto sul modo di approcciarsi alla vita semplicemente stando accanto a lei. Non c’è dubbio sul fatto che diventerà una grande star.

E la stessa Maya ha idee molto chiare sul suo futuro.

Il successo ottenuto con Stranger Things e le diverse esperienze su piccolo e grande schermo non sono un punto di arrivo per Maya Hawke, bensì un punti di partenza, un trampolino di lancio. In un’intervista per Glamour del 2021, l’attrice ha infatti dichiarato che vorrebbe provare a fare un po’ di tutto: commedia, drama, film storici. Il suo obiettivo è quello di essere il più versatile possibile e di sperimentare scenari molto diversi tra loro e, soprattutto, vuole andare avanti a lavorare sulla sua arte, fare pratica, studiare e mettersi in gioco.

Di certo Hawke non dà l’impressione di volersene stare con le mani in mano e mostra una energica intraprendenza che potrebbe portarla davvero a farsi un grande spazio nel mondo della recitazione, indipendentemente dal suo albero genealogico.

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