4) INDIANA JONES E IL TEMPIO MALEDETTO
Troviamo di nuovo Spielberg alla regia (anche se l’idea è di George Lucas).
Vi ricordate la scena in cui Hopper si addentra da solo nel Sottosopra? In quel momento lui è Indiana Jones non tanto perché indossa un cappello identico, né perché si accende una torcia camminando nel tunnel in mezzo agli scarafaggi, quanto invece perché, subito dopo essere stato salvato dai militari del laboratorio di Hawkins, riesce a scappare dal Sottosopra per poi tornare indietro al volo rischiando l’osso del collo solo per recuperare il suo cappello. É impossibile non amare Jim Hopper.
Altro episodio che ci ha ricordato il film cult di Spielberg è quello che vede come protagonisti Nancy e Jonathan e il loro avvicinarsi, separarsi, tornare a letto, pensare a ciò che ha detto l’altro per poi riavvicinarsi prima della loro notte d’amore. Tentennamento romantico che riporta alla mente quello tra Indiana e Willie Scott.
Anche la tecnica utilizzata da Max per guidare l’auto con il mattone sotto le scarpe per arrivare ai pedali è ispirata a “Il tempio maledetto” che d’altronde uscì al cinema proprio nel 1984, anno di ambientazione della seconda stagione di Stranger Things.
Ed è sempre grazie a Nancy che riviviamo un’altra scena di Indiana Jones quando la ragazza decide di provare a bruciare il demone che possiede il corpo di Will per espellere la forza maligna, proprio come fece il piccolo Shorty con l’archeologo ipnotizzato dal culto Thug.