In una stagione così coinvolgente, carica di riferimenti alla cultura pop degli anni ’80 e alle vicende storiche che vedevano coinvolte le potenze mondiali di America e Russia, in Stranger Things 3 c’è spazio anche per l’interiorità dei personaggi. Scegliere una puntata, tra le otto che compongono l’ultima stagione, non è stato affatto semplice. Eppure, nonostante il sesto episodio rappresenti un’inaspettata finestra sull’abisso di emozioni di Billy Hargrove (interpretato dall’ipnotico Dacre Montgomery), fragile uomo pieno di insicurezze e paure, ancorato ai propri ricordi, non è questo a essersi rivelato il migliore.
La nostra scelta è caduta su un’altra puntata, divenuta memorabile per il successo riscosso tra il pubblico e per la facilità con cui ci ha fatto stringere il cuore più e più volte: l’ottavo capitolo di Stranger Things – La battaglia di Starcourt, si è rivelato il migliore della stagione! È riuscito a smuovere persino gli animi più duri, facendo leva sulla sensibilità dei fan e sull’effetto sorpresa di molte scene.
Una delle scene più emblematiche di Stranger Things 3 è, senza dubbio, quella in cui Dustin e Suzie cantano con la loro personale versione di Neverending story.
La dolce e un po’ nerd Suzie, amante dei libri e dei film cult (oltre che piccolo genio) è perfetta per Dustin, con cui condivide le proprie passioni. È diventato assolutamente impossibile non intonare la canzone del film La Storia Infinita senza pensare al momento in cui i due giovani la improvvisano per salvare la città. Un momento di gioia e spensieratezza per stemperare una situazione altrimenti impossibile, dove sono in gioco le vite di tutti gli abitanti di Hawkins, e non solo. Sì, perché la partita viene portata avanti due grandi avversari e il campo di battaglia è lo Starcourt. Russi e americani si fronteggiano sul piano della ricerca scientifica: la guerra fredda non è ancora finita.
La lotta dei personaggi principali contro qualcosa di estremamente più grande e potente, il Mind Flayer e tutto ciò che esso rappresenta, trova una fine. Billy Hargrove riscopre la propria umanità in un ultimo, estremo sacrificio, dimostrando di essere stato corrotto, intrappolato nel Sottosopra, in un mondo senza luce. Undici è stata la sua via di uscita dal buio, riuscendo a condurlo in salvo appena in tempo.
Eppure, Billy non è l’unico a sacrificarsi per il bene di Hawkins e della sua famiglia.
Anche Hopper compie il gesto più coraggioso di tutti: dona la sua vita per quella di sua figlia, di una figlia che non vuole perdere e per cui decide di combattere a ogni costo. L’evoluzione di Hop è quella di un uomo che ha dovuto imparare da capo a fare il padre e, in questo episodio, vediamo compiersi il suo percorso. Lacrime che esprimono amore, le sue, per Undi e per Joyce, la donna che avrebbe voluto amare ma con cui non gli è concesso di stare.
La 3×08 però diventa memorabile anche per la semplicità con cui, dopo averci lasciato nella certezza della sua morte, frantuma le nostre sicurezze con una scena enigmatica e inaspettata, instillando il seme del dubbio. Hopper è morto davvero o, in qualche modo, è riuscito a sopravvivere ed è stato fatto prigioniero dai russi? I fan non possono fare a meno di porsi questa domanda.
I fratelli Duffer sì che sanno come tenerci sulle spine!
Non solo, ma Matt e Ross Duffer sanno anche come commuoverci e farci ritornare improvvisamente bambini. Basta una lettera (la cui versione integrale potete trovare qui) con poche, semplici parole, lascito di un padre all’unica figlia che gli è rimasta. Con quanta difficoltà abbiamo trattenuto le lacrime mentre Undici leggeva i sentimenti di Hopper messi nero su bianco?
Insomma, Stranger Things 3 ci ha portato indietro nel tempo ancora una volta, quando i giovani giocavano a fare i grandi tra una partita a D&D e un giro in bicicletta, e quando i grandi imparavano dai propri figli come vivere con leggerezza. Ora non resta che ingannare l’attesa, nella speranza di ricevere risposta alle domande che, dopo questo commovente episodio, si affollano nelle nostre menti.