Stranger Things 3×08 recensione e commento con spoiler.
Da dove cominciare? Con un finale di stagione così coinvolgente e con tanti piani di lettura diversi, arrivato sì inaspettato ma in modo tanto naturale da risultare perfettamente coerente con tutto quello che Stranger Things ha significato in questi anni. No, non è facile trovare il bandolo della matassa.
I grandi cambiamenti fanno paura. E la terza stagione è stata costellata da questo concetto declinato in ogni sua forma. Dalle vicende narrate che coinvolgono i personaggi, ai rapporti che intercorrono tra loro. Dalla psicologia che dà anima alla recitazione, fino alle scelte di produzione dei fratelli Duffer. Tutto è cambiamento, tutto è cambiato, come abbiamo visto in questa stagione, e tutto cambierà, come ci mostra questo episodio finale.
Per una volta non inizieremo dal principio. La terza stagione di Stranger Things è un ottovolante di emozioni come solo a una festa del 4 luglio nella provincia americana se ne trovano. E anche in questa recensione lasceremo che siano i violenti scarti di questa magnifica giostra a guidarci.
Partiamo allora dalla scena che rappresenta il cuore pulsante dell’episodio. Una scena capace di essere la cifra stilistica e narrativa di tutta Stranger Things.
Un cielo stellato. La camera che scende lentamente a mostrarci un’elegante casa sormontata da una curiosa antenna. La scritta in sovraimpressione recita: “Salt Lake City, Utah“. Giunta al livello del terreno con la stessa delicatezza, avanza per alcuni fotogrammi. Siamo all’interno. L’inquadratura rivolta a una finestra aperta per la quale, dal tetto, arrivano dei cavi. Delicato movimento circolare che permette di determinare l’ambiente. Una cameretta. Vediamo un leggio con uno spartito aperto e un clarinetto appoggiato sopra.
Una ragazza seduta a terra legge il racconto “Il Mago” di Ursula K. Le Guin. Mi permetto un inciso: autrice maiuscola e libro consigliatissimo.
Una voce fuori campo chiede “Suzie, mi ricevi?“. Ovviamente è la voce di Dustin. E la ragazzina è la famosa Suzie che nessuno a Hawkins, a parte forse Steve, credeva esistesse. Il volto della ragazza è sorpreso. Si alza di scatto e corre a un microfono sulla scrivania “Qui è Suzie e ti ricevo“.
Ci serve ancora qualche secondo per arrivare al momento clou. Approfittiamone quindi per contestualizzare la situazione, come fosse un flashback dei tanti che siamo soliti vedere proprio in Stranger Things. Questo episodio conclusivo riparte dal punto in cui il precedente si era fermato. Murray Bauman, Hopper e Joyce stanno scappando in macchina e cercano di raggiungere il Centro Commerciale dove, tramite la radio dei russi, hanno scoperto che si trovano i ragazzi.
Undici è a terra. La ferita alla gamba ormai ha raggiunto un gonfiore sospetto e insopportabile. Qualcosa pare muoversi sottopelle. Jonathan decide di incidere l’ematoma per rimuovere quel che vi è all’interno. Nonostante le buone intenzioni il tentativo fallisce miseramente. Undici allora decide di fare da sé. Allunga la mano e prorompendo in un urlo straziante estrae il tentacolo del Mind Flyer e lo scaglia lontano. Si vede l’Essere appena gettato a terra cercare di strisciare via inutilmente. Infatti viene schiacciato da uno stivale. Con tanto di omaggio al cinema splatter anni ’80 negli schizzi di sangue che arrivano fino all’inquadratura.
È Hopper. Lo sguardo di Undi è quello che solo una figlia potrebbe avere nel veder giungere il padre nel momento del bisogno. Buio. Sigla iniziale.
I tre gruppi ormai ricompattati si aggiornano sulla situazione per decidere cosa fare. L’idea, semplice a dirsi ma un po’ più complessa a farsi, è quella di sigillare nuovamente il portale. In questo modo il corpo creato nel mondo reale perderebbe il contatto con il Mind Flayer e morirebbe.
Hop è categorico nel non voler portare i ragazzi nuovamente nella base russa. Quindi decidono di dividersi: lo sceriffo, Joyce e Murray scenderanno a distruggere il macchinario. Dustin, Steve, Robin e Erika andranno sulla collina fuori città e tramite Cerebro forniranno le istruzioni a Hop su come spostarsi. Undici, Mike e gli altri andranno a casa per stare lontani dal pericolo. Il momento del commiato è reso emotivamente rilevante dal breve scambio di parole tra Hop e Mike. Una sorta di benedizione paterna.
Nancy nel frattempo prova a mettere in moto la macchina per portare tutti a casa, ma questa non ne vuol sapere. Jonathan si rende conto che l’accensione è stata manomessa e in quel momento, con il rumore di un’auto sportiva che sgasa, vediamo Billy. Resta seduto nell’abitacolo, mano sul volante, perlato di sudore. E continua a sgasare. I ragazzi sono costretti a nascondersi nuovamente nel Centro Commerciale. Undici prova a usare i poteri ma senza successo. Prima provando a ribaltare una vettura in esposizione e poi, con un flashback alternato, una lattina come le vedevamo fare negli esperimenti della prima stagione. Poi la creatura del Mind Flyer irrompe all’interno.
Siamo nella base. Senza troppe difficoltà grazie al russo di Murray e al grilletto facile di Hop i tre arrivano fino al magazzino.
Qui come da piano si dividono: Murray – nome in codice “Aquila Calva” – si dirige nei condotti di areazione guidato tramite Cerebro da Erika e Dustin. Mentre Joyce e Hop cercano di accedere alla zona protetta dove, tramite il codice fornito da Alexei – la Costante di Planck – recupereranno le due chiavi per spegnere la macchina. Alla base giunge anche Grigori con altri tirapiedi.
Nell’attesa che “Aquila Calva” raggiunga la sua posizione, assistiamo al dialogo forse più atteso. Joyce e Hop come sempre discutono animatamente ma questa volta la situazione è talmente tesa e al limita da avvicinarli, anziché respingerli. Joyce quindi invita lo sceriffo a cena fuori per il successivo venerdì. La reazione stupita e titubante di Hop è dolcissima.
Steve in quel momento dalla cima della collina nota che sta succedendo qualcosa di anomalo allo Starcourt Mall. I quattro provano a mettersi in contatto con gli amici ma senza successo. La battaglia di Starcourt, che dà il titolo all’episodio, è iniziata. Steve e Robin decidono tornare indietro e spostare gli equilibri dello scontro. Jonathan monta l’alimentatore e prova ad accendere la macchina, mentre Nancy si piazza in direzione di Billy pistola in pugno. Quando è chiaro che potrebbero ripartire, Billy molla i freni e si lancia contro di loro a tutta velocità. I colpi sparati da Nancy non sortiscono alcun effetto. Quando ormai l’impatto sembra inevitabile, la vettura sportiva di Billy viene colpita e deviata da Steve, giunto appena in tempo. Lui e Robin quindi salgono nella macchina di Nancy e fuggono via inseguiti dalla Creatura gigante.
Murray arriva ai generatori del macchinario e inizia il sabotaggio. Hop e Joyce ora devono accedere all’area protetta e recuperare le due chiavi per far esplodere il macchinario. Sfortunatamente il codice fornito da Murray è errato.
Dustin tramite Cerebro capisce il problema e sa cosa fare. Velocemente cambia la frequenza dell’apparecchio e… ci siamo! Un cielo stellato. La camera che scende lentamente a mostrarci un’elegante casa sormontata da una curiosa antenna. Torniamo all’inizio, alla scena clou.
Dustin e Suzie cambiano la frequenza della comunicazione, all’insaputa della ragazza, per permettere a tutti di ascoltare la conversazione. Dustin le chiede quale fosse la Costante di Planck così da permettere l’apertura della camera blindata a Hop. Suzie però, infastidita dalla richiesta visto che è passata più di una settimana senza che lui si facesse sentire, chiede una piccola cosa in cambio.
Dustin deve arrendersi e accontentarla. Questo ci regala alcuni minuti tra i più belli per costruzione, per emozione e per significato di tutta Stranger Things. I due infatti iniziano a cantare Neverending Story.
Il montaggio magnifico alterna il volto dei due con le scene, che proseguono nel loro corso, degli altri personaggi tutti accomunati mediante le ricetrasmittenti nell’ascoltare la canzone. Alcuni minuti davvero surreali e bellissimi in cui la drammaticità di ciò che sta avvenendo non viene minata. Anzi, viene esaltata dalla distonia con la felicità dei due e il richiamo nostalgico a un’altra icona degli anni ’80. Un contrasto superbo e raffinato che fa raggiungere una delle vette più alte del lavoro dei fratelli Duffer.
Sulle note conclusive della canzone, Suzie comunica il valore della Costante e Hop può finalmente aprire la cassaforte.
La piccola oasi di felicità di questo episodio è finita. L’ombra della fine cala nuovamente opprimente su tutti noi. Forse ancora più di prima.
Billy esce dalla macchina e vede Willy, Undici e Max cercare di uscire dallo Starcourt. Mentre il mostro smette di inseguire la macchina di Nancy e fa rotta anch’esso verso il centro commerciale.
Le scene si fanno frenetiche e concitate.
Undici senza poteri non riesce a fermare Billy. Perde i sensi e lui se la carica in spalle. Grigori ferma Hop prima di girare la chiave. I due si affrontano in modo violento e finiscono nella zona del macchinario. Billy intanto porta Undici di fronte al mostro per farla “scorticare” ma i ragazzi, tornati appena in tempo, lo affrontano con i petardi. Joyce cerca un modo, tramite la cintura, di poter girare entrambe le chiavi da sola.
Ora si arriva all’apice emotivo e come nelle stagioni precedenti si riesce a ottenere mediante un personaggio secondario, anche se in questa stagione ne è stato l’autentico mattatore. Billy.
Il fratello di Max è pronto a sacrificare Undici, ma lei rievoca alla mente la visione della sua infanzia che aveva avuto cercandolo. Inizia così a ricordargli l’immagine sulla spiaggia e la madre. Le parole hanno potere. Il volto di Billy cambia man mano che i ricordi riaffiorano alla mente. Le lacrime di Undici, le immagini della madre, una carezza. Anche il ricordo della felicità può contenere in sé un potere tremendo.
Billy si alza dalla terrorizzata Undici mentre il mostro ormai è pronto a colpirla. In piedi immobile di fianco a lei. Il terrore di Undi è il vertice della paura che coinvolge tutti i ragazzi che assistono alla scena. Solo un volto è sereno, se non determinato.
Il mostro scaglia il suo tentacolo verso Undi. Due braccia ben definite nella loro muscolatura afferrano la bocca dell’orrendo tentacolo. Billy con tutte le sue forze residue ha fermato il colpo. L’urlo in cui erompe non è terrore ma il tentativo di raccogliere ogni forza rimasta per salvare Undici. Che vuol dire salvare tutti. Salvare anche Max. Altri tentacoli escono dal mostro e colpiscono in più punti Billy. Fino all’ultimo straziante colpo.
La bellezza di Stranger Things è nella capacità di alzare sempre di più il pathos emotivo.
Il sacrificio di Billy non è sufficiente se Hop e Joyce non riescono a portare a termine il loro compito. Lo sceriffo, dopo un lungo ed estenuante scontro, riesce ad avere la meglio su Grigori, ma il macchinario in procinto di esplodere genera una barriera di energia tra lui e la salvezza. La consapevolezza di cosa sia giusto fare è chiara per entrambi. Serena rassegnazione all’ineluttabile destino da parte di Jim. Straziante necessità di sacrificare l’amato Hop per Joyce. La donna in lacrime gira le chiavi. Buio.
Il macchinario esplode disgregando i tecnici russi e tutti quelli presenti. Il mostro nell’atrio dello Starcourt oscilla e cade privo di vita. La breccia nel muro della base si richiude ancora una volta. Joyce guarda verso i resti del macchinario ma di Hopper non c’è più la minima traccia. Mike corre da Undi mentre Max arriva dal fratello in tempo per sentire le sue ultime parole: “Mi dispiace“.
Arrivano gli elicotteri dell’esercito americano che irrompono nella base e liberano Murray e Joyce. Dei russi non v’è più alcuna traccia. Una volta in superficie, Will corre ad abbracciare la madre in lacrime.
Un solo sguardo straziato è sufficiente a Undi per capire cosa sia successo a Hopper. A suo padre.
Tre mesi dopo. “Tutto è cambiato” si sente pronunciare in un reportage televisivo che racconta cosa sia successo a Hawkins. Vediamo nei minuti successivi i commiati tra i vari personaggi. Undici andrà fuori città con Will, Jonathan e Joyce. Steve e Robin vengono assunti in una videoteca. E gli altri riprendono piano piano la propria vita. Con la promessa però di rivedersi presto. La scena si chiude con Undici che legge il testo scritto da Hop per il discorso che non ha mai fatto a lei e Mike.
“E quando la vita ti farà male, e te ne farà, ricorda quel dolore. Il dolore fa bene”
Di nuovo come in altre occasioni in Stranger Things le note soavi e angeliche di Heroes con la superba voce di Peter Gabriel sottolineano la portata di quanto abbiamo appena visto. E infine, buio.
La terza stagione è finita. Una stagione iniziata in sordina con degli episodi di raccordo necessari ma non incisivi, ma che si è poi saputa evolvere in quell’inno al cambiamento che è rappresentazione cangiante della vita stessa. Quella vita che i piccoli e grandi eroi di Hawkins sono riusciti con indomabili sacrifici a preservare.
Post-credit. Come in questi ultimi anni i film del MCU, anche Stranger Things ci regala una rilevante scena post-credit. Siamo in Russia. Alcuni soldati camminano tra delle celle. Si fermano davanti a una, la stanno per aprire, ma una guardia ferma l’altra: “L’americano no“. L’implicazione di chi possa essere è davvero stimolante! Aprono comunque un’altra porta e prelevano un russo. Lo costringono a entrare in una gabbia nella quale, da una botola, vediamo entrare il Demogorgone.
La quarta stagione porterà un nuovo cambiamento e forse avrà ben più di uno sguardo al passato. Non vediamo già l’ora!