Nel 2016 Stranger Things è apparsa per la prima volta sui nostri schermi. Netflix ha voluto scommettere su questo prodotto: una serie tv per adulti che aveva per protagonisti dei ragazzini. Beh, il colosso dello streaming ha vinto quell’azzardo e, da quel momento in poi, Stranger Things si è diffusa a macchia d’olio fino a diventare un fenomeno di massa.
A determinarne il successo di Stranger Things sono stati una serie di elementi.
Ciò che ha conquistato da subito la critica e il pubblico è stata l’ambientazione anni ’80, in omaggio ai grandi classici di Spielberg, Carpenter, Stephen King e Guillermo del Toro. La scelta del cast è stata perfetta e la trama è ben costruita. La serie non perde mai di vista il nucleo della storia e ci regala sottotrame per niente noiose. In tutto questo splendore c’è comunque qualche ombra, come i seguenti 5 buchi di trama!
1) Siamo davvero negli anni ’80?
Nell’episodio sette della seconda stagione di Stranger Things, Eleven lascia Hawkins per andare a Chicago, in cerca della bambina che ha visto nei ricordi di Terry e sperando di ottenere informazioni sul suo passato. Nel corso della puntata si vede più volte l’iconico skyline della Città del Vento, illuminato dalle luci dei grattacieli. Ed ecco che arriva l’errore.
Come già detto in precedenza, questa serie tv è ambientata negli anni ’80. Molti degli edifici presenti nella Chicago di Stranger Things risalgono agli anni ’90 e 2000. Alcuni esempi pratici sono il Trump International Hotel & Tower, inaugurato nel 2009, i due Prudential Plaza inaugurati negli anni ’90 e la Blue Cross Blue Shield Tower, del 1997 e ampliata nel 2010. Ma non è tutto. Eleven cammina vicino a un edificio a est dello skyline ma quella parte dovrebbe essere in realtà coperta dall’acqua.