Attenzione: l’articolo contiene spoiler su Stranger Things 4.
Sapevate che uno dei nuovi personaggi di Stranger Things 4 è ispirato a una tragica storia vera? Parliamo del metallaro Eddie Munson, controversa quanto stravagante new entry al centro delle nuove vicende della serie fenomeno mediatico di Netflix disponibile con il quarto capitolo dal 27 maggio, e la cui ultima parte uscirà domani 1 Luglio. Uno dei personaggi maggiormente apprezzati dal pubblico nella quarta stagione di Stranger Things è stato indubbiamente il caro Eddie, il giovane ragazzo metallaro amante dei giochi di ruolo e titolare dell’Hellfire Club. Il giovane è interpretato dall’attore Joseph Quinn, vecchia conoscenza degli amanti delle produzioni per piccolo schermo, che l’hanno potuto apprezzare in Dickensian, Game of Thrones, I miserabili e Caterina La Grande. Con i suoi modi eccentrici, la mancanza di interesse per la scuola e la fama di spacciatore di marijuana, Eddie è colui sul quale convergono subito tutti i sospetti di colpevolezza e a cui viene imputata l’atroce morte della cheerleader Chrissy Cunningham. Inizialmente accusato soltanto dai membri del club di basket, la sua apparente e ipotetica brutta reputazione giunge ben presto alle orecchie di tutta la cittadina di Hawkins.
Inizia così una vera e propria caccia all’uomo che porta il povero e innocente Eddie a cercare di fuggire da quella società che già lo ha condannato a priori, solo a causa di pregiudizi. Tutta la storia di Eddie – attorno alla quale ruota una buona fetta del plot dei primi episodi della quarta stagione della serie – non è stata però totalmente inventata. Come dichiarato con un tweet di Netflix stesso, le vicende di Eddie e in generale del suo Hellfire Club, sono ispirate alla vera storia di Damien Echols e dei suoi due amici, Jessie Misskelley Jr. e Jason Baldwin, chiamati comunemente “I tre di West Memphis”. L’idea di introdurre nella serie un personaggio ispirato al caso Echols è nata nella mente dei due fratelli Duffer – produttori e ideatori della serie – dopo aver visto il film Paradise Lost, in cui vengono narrate le vicende incredibili dei Tre di West Memphis. Ma chi era davvero Damien Echols? E cosa c’entra con il nostro Eddie Munson? Facciamo un passo indietro e proviamo a ritirare i fili del discorso.
La vera storia dietro il personaggio di Eddie.
Il 5 maggio 1993, in quel di West Memphis, venne denunciata la scomparsa del piccolo di otto anni Chris Byers – che forse per pura coincidenza o forse no, è lo stesso cognome di Will in Stranger Things – e di suoi due compagni di classe. Dopo ore di drammatiche ricerche spasmodiche, vennero trovati i cadaveri dei tre bambini immersi nelle acque di un torrente cittadino. I tre portavano segni di violenza sul corpo, erano stati indubbiamente uccisi. Le accuse ricaddero fin da subito su tre adolescenti del luogo, ovvero i già citati Echols, Misskelley e Baldwin. In realtà però prove tangibili della non colpevolezza non ce n’erano. I tre ragazzi apparivano strani e sospetti agli occhi dei bigotti cittadini benpensanti e tradizionalisti semplicemente perché vestivano sempre con borchie metalliche e abiti neri, amavano l’horror e il macabro, ostentavano rapporti anti-sociali.
Furono dunque accusati da tutta l’opinione pubblica locale di satanismo e degli omicidi del piccolo Chris e dei suoi due amici, e denunciati alle autorità, nonostante non avessero niente a che fare con quel triste evento. I tre ragazzi subirono un lungo calvario giuridico e dovettero passare molti anni affinché i tre di West Memphis venissero dichiarati innocenti e scagionati. Dopo essere stati infatti accusati del triplice omicidio, le condanne a morte dei tre uomini sono state ribaltate a seguito di un nuovo processo nel 2010 in cui la tecnologia del DNA, all’epoca inesistente, ha permesso alla difesa di presentare nuove prove in grado di scagionare tutti gli accusati. Il loro processo è passato alla storia per aver scatenato il panico satanico in tutta l’America di quell’epoca, e per aver reso noto un personaggio raccontato poi in diverse autobiografie, documentari e podcast. Ora si può chiaramente intravedere il filo conduttore che unisce Damien Echols e i suoi con Eddie Munson e il suo Hellfire Club. Un’altra vicenda nata da pregiudizi, superficialità e paura del diverso. Tre elementi con cui ognuno di noi, non solo i protagonisti delle produzioni per piccolo schermo, è costretto a lottare quotidianamente.