2. La bellezza semplice
Non è solo questione di gusti. Il “bello” nella sua concezione antica e in uso fino al ‘700 aveva un significato più ampio rispetto alla bellezza squisitamente estetica e visibile che usiamo oggi. Bello era sì ciò che è di bell’aspetto ma che è anche ricco di pensieri belli. In quest’ottica la nostra Robin è decisamente bella.
Non solo quindi perché di aspetto gradevole ma soprattutto perché arricchisce il contenitore estetico che ci mostra, l’aspetto, con una bellezza di pensiero che diviene presto affascinante. Come ben presto capisce il povere Steve.
Questa relazione aspetto/pensiero è il vero punto di forza del personaggio di Robin in Stranger Things 3. Le conferisce infatti una profondità che si inserisce perfettamente nel filone narrativo della serie.