La terza stagione di Stranger Things è stata un successo. Non era scontato. Non lo era prima di tutto perché, se da un lato è difficile fare un prodotto di successo e al contempo di qualità, ancor più difficile è riconfermarlo. Farlo anche per una terza volta è davvero raro. Eppure i fratelli Duffer sono riusciti nell’impresa. Hanno saputo intercettare quello che non aveva funzionato nella seconda stagione e sono stati in grado di confezionarne una terza spumeggiante e ricca di colpi di scena ormai divenuti già dei veri e propri must della serialità.
Sono stati capaci anche di introdurre nuovi personaggi senza rompere equilibri fragili a cui il pubblico era molto legato. Su tutti spicca per variegati motivi quello di Maya Hawke: Robin Buckley.
Robin è entrata in punta di piedi nello show, ma si è ritagliata, in pochi episodi, una centralità di affetto e seguito eccezionale. Il rapporto che si è sviluppato con Dustin e soprattutto con Steve è stato uno degli elementi più vincenti di tutta la terza stagione. Come ha riportato la stessa Maya non era pianificato fin dall’inizio come dovessero andare le cose, ma è nato nella mente degli autori e degli attori man mano che passavano gli episodi e si costruiva in modo quasi autonomo un processo di equilibri e dinamiche davvero eccezionali.
I fratelli Duffer, io e Shawn Levy abbiamo avuto molte conversazioni durante le riprese. Ed è solo quando abbiamo girato gli episodi quattro e cinque, mi pare, che abbiamo preso la decisione finale. È stata la conseguenza di una conversazione collaborativa, e sono davvero molto contenta di come sia andata.
Se c’è una cosa che possiamo sicuramente dire su Stranger Things è che lo spettacolo è decisamente imprevedibile.
Ogni stagione è piena di colpi di scena, plot twist e nuovi mostri che ci costringono a restare attaccati allo schermo fino all’episodio successivo. Ma è soprattutto lo sviluppo dei personaggi che rende il tutto empaticamente rilevante.
Steve, ad esempio, completa un’evoluzione totale tra la prima e la terza stagione passando dal tipico bullo del college a una figura paterna ante litteram. E in quest’ultima stagione messo a fianco della nuova arrivata accompagna le emozioni del pubblico che, con lui, piano piano si innamora del personaggio di Robin. Sembrava davvero che fossero destinati a stare assieme. Ma poi il consueto colpo di scena alla Stranger Things ha introdotto un nuovo elemento potenzialmente destabilizzante, ma che in realtà ha reso ancora più dolce, tenera, e di fatto superba, la scena nel bagno del cinema tra i due: si è scoperto che Robin è omosessuale.
La ragazza si apre a Steve in quella scena, eccellente, in cui sono seduti sul pavimento del bagno. Una scena dal forte impatto emotivo in cui lei racconta a Steve di quanto fosse gelosa al liceo perché una ragazza per cui aveva una cotta aveva occhi solo per lui.
Il loro arco narrativo sembrava concluso al termine della stagione. Ancor più da quando si è capito che la quarta stagione di Stranger Things avrebbe probabilmente abbandonato la location di Hawkins per esplorare orizzonti nuovi. Ma, come vi abbiamo raccontato in questo articolo, sembra che il personaggio di Maya Hawke sarà ben presente anche nella nuova stagione. Questo ci dà l’opportunità di capire come possa svilupparsi il rapporto tra lei e Steve.
Le possibilità che un personaggio importante, con relative implicazioni di trama, sia introdotto nella terza stagione, con successo, per poi essere ignorato nella quarta sono davvero poche. E nello specifico di Robin, deleterio. Viene quindi naturale porsi le domande su come si svilupperà il rapporto con Steve e come funzioneranno le dinamiche tra loro nel precario equilibrio che è necessario mantenere tra tutti i protagonisti.
Quello che sembra chiaro è che possiamo escludere ripensamenti da parte degli autori a far evolvere il rapporto di amicizia tra i due verso altro che suonerebbe incoerente e forzato.
Le parole della stessa Maya rilasciate a Variety lasciano intendere chiaramente quanto sia sentita questa presa di posizione e quanto sia consapevole possa fare la differenza mostrarla in una serie così popolare:
A volte possiamo provare empatia per le persone sullo schermo per le quali normalmente non avremmo empatia nella vita reale. Se posso sperare in qualcosa è che forse alcune persone si sono innamorate di Robin e questo le ha aiutate a innamorarsi di ragazze che amano ragazze e ragazzi che amano i ragazzi.
Sembra quindi che vedremo approfondito ancor di più il rapporto d’amicizia tra i lei e Steve visto anche che l’amicizia è uno dei pilastri fondanti l’intera impalcatura narrativa di Stranger Things.
Per quanto riguarda Steve, poi, possiamo ben dire che ha bisogno di qualcuno che lo aiuti a trovare la propria strada. Era innamorato di Nancy ma non aveva ancora le idee chiare. Nel corso di tutta la terza stagione evolve e percorre una strada che lo porta a divenire il “genitore” dei protagonisti. Probabilmente quindi la presenza di Robin al suo fianco nella nuova stagione lo aiuterà a portare a compimento il suo personale percorso di crescita e di maturazione.
La quarta stagione potrebbe essere l’inno superbo alla consacrazione dell’amore platonico in un’accezione positiva e inusuale. La rottura di cliché consueti e ampiamente rappresentati da cinema e televisione. Un inno all’amicizia vera e disinteressata che travalica genere, inclinazioni e sessualità ma sfocia nel cristallino e tenero affetto incondizionato.
Sarà davvero così? O si correrà il rischio di inseguire altre dinamiche di fanservice che potrebbero sconvolgere e ribaltare tutto quanto quello mostrato finora?
L’occasione nelle mani dei fratelli Duffer è grande e importante. Da parte nostra non possiamo far altro che attendere con impazienza che l’iconica sigla di Stranger Things erompa con le sue consuete note aprendoci finalmente le immagini della quarta attesissima stagione.