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7 curiosità su Winona Ryder, un’attrice dalle mille vite artistiche

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Forse non sapete che Winona Ryder si chiama in realtà Winona – dal nome della cittadina in cui è nata – Laura – da Laura Archera, moglie dello scrittore Aldous Huxley, molto amico dei suoi genitori – Horowitz (e quindi da dove arriva Ryder? Ve lo diciamo dopo), ma di sicuro sapete che questa versatile e talentuosa attrice non è comparsa sulla scena con il suo ruolo di Joyce Byers in Stranger Things, che ricopre dal 2016 a oggi. È vero, l’uscita della quarta stagione dell’amatissima serie originale Netflix di cui attendiamo la seconda parte ci dà la scusa perfetta per parlare di Ryder, ma l’attrice è sulla scena da molto più tempo.

Il momento delle luci della ribalta è stato nel 1990, quando Winona Ryder ha preso parte al capolavoro di Tim Burton Edward Mani di Forbice accanto a Johnny Depp, che in seguito è stato suo compagno – fun fact: l’attore le aveva anche dedicato un tatuaggio: “Winona forever”, trasformato in “Wino forever” al termine della relazione. Lo stesso anno, l’attrice ha ricevuto la sua prima nomina ai Golden Globe per la partecipazione in Sirene, dove ha recitato insieme a Cher. Nel 1993, invece, è arrivato il momento del primo Premio Oscar come miglior attrice non protagonista per il film L’età dell’innocenza di Martin Scorsese (che Ryder ha dichiarato essere il miglior regista del mondo). Tra gli altri iconici ruoli dell’attrice, ricordiamo quello di Jo March nella trasposizione cinematografica di Piccole Donne tratta dal romanzo di  Louisa May Alcott, grazie al quale ha ricevuto la seconda nomination agli Oscar.

Della sua vita privata, invece, spesso si parla in relazione alle storie d’amore come quella con Matt Damon, tra il 1998 e il 2000, con cui si sarebbe anche dovuta sposare; quella del 2003 con il chitarrista Page Hamilton e quella dell’anno successivo con il regista che girò il documentario sul caso di taccheggio che la vide protagonista nel 2001 (Ryder soffrì di cleptomania), mentre dal 2011 ha una relazione con lo stilista Scott Mackinlay Hahn.

Ma ci sono molte altre curiosità interessanti attraverso cui possiamo provare a conoscere meglio Winona Ryder. Ne abbiamo trovate 7!

1) Winona Ryder ha preso il cognome da Mitch Ryder

Winona Ryder

Winona Laura Horowitz ha cambiato il suo nome in uno pseudonimo al momento del debutto al cinema. Il suo primo ruolo sarebbe stato quello nel film del 1986 Lucas, del regista David Seltzer, dove l’attrice avrebbe recitato accanto a star degli anni ’90 come Charlie Sheen, Corey Haim e Jeremy Piven. Ai tempi Winona aveva 15 anni e discusse con i suoi agenti sulla possibilità di usare uno pseudonimo. Si sono diffuse due versioni dei fatti lievemente diverse su come Mitch Ryder sia diventato la fonde d’ispirazione: nel primo caso, si pensa che Winona fosse stata interpellata personalmente dall’agente, proprio mentre stava ascoltando uno dei dischi soul/rock dell’artista americano, disco probabilmente appartenuto a suo padre.

Nella seconda versione, invece, sembra che la telefonata sia avvenuta tra l’agente della giovane attrice e lo stesso padre, e che fosse passata alla radio proprio in quel momento una canzone di Mitch Ryder, che avrebbe suggerito il cognome da utilizzare. Quale che sia la verità, in ogni caso fu proprio il cantante a fornire l’assist perfetto per questo pseudonimo.

2) Da piccola è cresciuta in un ranch della California del Nord

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L’infanzia e l’adolescenza di Winona Ryder non possono definirsi di certo facili. Figlia di Michael e Cindy Horowitz, due hippies dalle origini ebraico-russe-rumene, Winona ha spesso viaggiato tra uno stato e l’altro insieme al fratellino Yuri a bordo di un autobus psichedelico ribattezzato “Veronica” dai suoi genitori, attivisti politici vicini alla beat generation. Tra uno spostamento e l’altro, Winona ha anche vissuto in un ranch della California del Nord dove non vi era nemmeno l’elettricità.

Questa è solo una delle numerose situazioni complicate con cui Winona ha dovuto fare i conti in passato. In diverse interviste, ad esempio, l’attrice ricorda dei tempi oscuri vissuti alla Petaluma Kenilwoth Jr. High School, dove veniva costantemente presa di mira dagli altri studenti per la sua abitudine di indossare abiti maschili. Un giorno fu addirittura picchiata e l’episodio la portò a lasciare la scuola in via definitiva e terminare gli studi in privato.

3) I suoi genitori erano amici di Allen Ginsberg

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Michael e Cindy Horowitz, come si è detto, erano molto vicini alla beat generation e fecero amicizia con uno dei poeti più rappresentativi del movimento: Allen Ginsberg, a sua volta di origini ebraiche. Oltre a lui, gli Horowitz conoscevano Lawrence Ferlinghetti, sempre esponente della beat generation; Aldous Huxley, il famoso autore del romanzo distopico Brave New World e l’autore di fantascienza Philip K. Dick, scrittore del racconto Ma gli androidi sognano pecore elettriche? che ispirò il film di Blade Runner. Questo circolo di amicizie intellettuali, fece crescere Winona immersa in conversazioni sull’arte e la letteratura.

4) Ha una laurea ad honoris causa in Belle Arti

Il 10 maggio 1997, Winona Ryder ha ricevuto una laurea ad honoris causa in Belle Arti al Geary Theatre di San Francisco da parte del CA’s American Conservatory Theatre, insieme all’attrice di teatro Olympia Dukakis. Melissa Smith, direttore del conservatorio, commentò così l’accaduto:

Sono davvero emozionata per il fatto che il conservatorio onori due delle attrici più talentuose e versatili di questo stato. Le loro carriere – una lunga e illustra, l’altra ancora giovane ma assolutamente promettente – servono come modelli straordinari per i nostri studenti.

5) Il suo libro preferito è Il Giovane Holden

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Proprio nel periodo in cui Winona Ryder ha vissuto nel ranch in California senza elettricità e quindi senza la possibilità di guardare la televisione o distrarsi in altro modo, la giovane si imbatté in un libro di Salinger, ovvero Il Giovane Holden. L’attrice lo cita in molte interviste, confessando di averlo in diverse edizioni e traduzioni. Riguardo alla sua esperienza con questa lettura, ha raccontato che quando lo ha letto per la prima volta ha sentito un legame davvero intimo e personale con la storia di Holden Caulfield, che, in un certo senso, era diventato il suo migliore amico di carta e inchiostro.

All’epoca, Ryder non aveva idea della fama del libro e quando ne fu al corrente le sembrò molto strano: un libro con cui aveva un rapporto così unico era stato in realtà letto da moltissime persone. Inoltre, l’attrice ha affermato di apprezzare molto la riservatezza dell’autore e a interviewmagazine.com ha svelato altri aneddoti a riguardo. Suo padre, ad esempio, conservava ogni numero del New Yorker in cui compariva un lavoro di Salinger. E quando Winona aveva 19 anni, il suo fidanzato del tempo le regalò una cartolina di Natale che Salinger aveva firmato e regalato a qualcuno negli anni ’50. Un vero e proprio tesoro da custodire gelosamente? Beh, alla fine Winona la rispedì all’autore, che le rispose con una lettera di ringraziamento.

6) Ha sofferto di insonnia in passato

Non è un mistero che Winona Ryder abbia passato dei periodi difficili e turbolenti. L’attrice ha affermato di aver sofferto molto di insonnia, ma per trascorrere le notti più complicate aveva un aiutante e non uno qualunque: Al Pacino. L’attore americano, che a sua volta aveva qualche difficoltà nel prendere sonno, era sempre pronto a riceve una telefonata da Winona per chiacchierare con lei e provare a tranquillizzarsi insieme.

7) Ha chiesto aiuto a sua madre per interpretare al meglio il ruolo di Joyce

Winona Ryder

Quando Winona Ryder ha ottenuto il ruolo di Joyce Byers in Stranger Things, ha avuto il timore di non riuscire a interpretarlo al meglio. Il motivo? Non essendo lei stessa madre, l’attrice aveva paura di calarsi con difficoltà nella parte di una donna disperata per la scomparsa del figlio. Allora ne parlò a lungo con sua madre, chiedendole tutti i consigli possibili e facendosi raccontare come avrebbe reagito alla sua sparizione.

La conversazione ebbe proprio l’effetto sperato, perché Winona riuscì a immedesimarsi nel ruolo a tal punto da non riuscire più a smettere di piangere sul set, trasformandosi in una vera e propria fontana. Beh, i frutti di questa richiesta d’aiuto possiamo dire di conoscerli benissimo: l’attrice ci sta regalando la miglior Joyce Byers possibile, stupendoci ogni stagione sempre di più.

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