Vi siete mai chiesti come sarebbe Strappare lungo i bordi se fosse una canzone di Calcutta? Se la risposta è no, sarete probabilmente delle persone normali. A noialtri, invece, Strappare lungo i bordi è sembrato il titolo perfetto per una canzone della scena indipendente italiana, indi(e). Motivo per cui abbiamo immaginato la trama della serie animata di Zerocalcare descritta da Calcutta, massimo esponente del genere.
Per chi non sapesse di cosa parliamo, Strappare lungo i bordi è la serie animata Netflix che mostra il delicato viaggio che Zerocalcare compie insieme ai suoi due amici Sara e Secco, e di tutto il percorso di crescita del protagonista. Raccontando attraverso i vari flashback le tappe segnanti della sua vita, dalle scuole elementari fino alla ricerca del lavoro, l’elemento centrale del racconto sta nel fatto che, per quanto un individuo si sforzi a seguire un percorso prestabilito che va dalla conclusione della carriera scolastica all’affermazione in ambito lavorativo, sentimentale e famigliare, nella realtà la strada non è sempre così spianata, e farsi opprimere da quella pressione ci allontana dall’unico obbiettivo che dovremmo perseguire: quello di raggiungere la felicità. Zero fa i conti con i suoi rimpianti e le sue scelte dettate dall’ansia e dalla paura di sbagliare, dando vita a una serie tv in cui è facile immedesimarsi poiché le sue paure sono quelle di chiunque si affacci alla vita adulta e alle nuove responsabilità (sociali e non) che questa comporta.
In questa complessità di temi esistenziali (da cui è stato possibile trarre anche numerose lezioni di vita, che vi riproponiamo qui), risulta un esperimento interessante immaginarne l’interpretazione del cantautore di Latina noto soprattutto per l’uso stravagante delle parole che, talvolta con estrema semplicità, regala metafore di vita uniche nel loro genere. Vista anche l’universalità della trama di questa serie animata di successo, può essere facilmente adattabile anche a un brano iconico come “Paracetamolo”. Scommettiamo che la leggerete cantando?
Vi presentiamo dunque la nostra versione di Strappare lungo i bordi se fosse una canzone di Calcutta:
Lo sai che un filo d’erba tutto solo non fa differenza in mezzo a mille?
Ed è rassicurante non dover per forza e ad ogni costo far faville
E se mi scrivi sempre sul divano, squilla piano, che se insisti così
Sento l’ansia a mille
Sento l’ansia a mille
E mangio a casa tua un bel gelato e nella pancia mia parton scintille
Domani resto a casa e Secco gioca già, e sempre a poker online
Non si sa mai
Se vince ormai
E adesso che mi parli piano piano, e vai lontano, si spezza il cuore in mille
Mi spezzi il cuore in mille
Mi spezzi il cuore in mille
Un pezzo di carta dentro la mia mano
Se non strappo lungo i bordi non mi importa
Io sento l’Armadillo
Dentro questo calvario
E se schivo la vita non metto play manco a sense8 e le ore che non dormo
Diventano mille
La cicatrice che non passa mai
È segno sai che hai vissuto a mille
Hai vissuto a mille
E hai vissuto a mille