ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER su Streghe.
Il potere del trio coincide col mio. Per anni i fan di Streghe hanno ripetuto queste parole come un mantra, cercando di esorcizzare così la mancanza di una delle serie fantasy più innovative e apprezzate degli anni Novanta e Duemila. Aaron Spelling ha realizzato un prodotto cult e ha regalato a generazioni di spettatori la magia che tutti sognavano di avere nelle proprie case, i rapporti familiari che chiunque vorrebbe riuscire a instaurare con le proprie sorelle o con i propri fratelli. Quando la prima stagione di questo fantasy ha fatto il suo debutto sul piccolo schermo, nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe poi stato inserito nella top ten delle più grandi serie televisive di tutti i tempi per il genere fantastico.
Nell’esatto momento in cui Prue, Piper e Phoebe Halliwell si sono riunite nella loro vecchia casa al 1329 di Prescott Street (peraltro tra le case da sogno delle serie tv in cui tutti avremmo voluto vivere), anche in noi qualcosa si è risvegliato. Nessun potere magico, purtroppo, solo la voglia di conoscere quel mondo che avrebbe potuto essere anche il nostro e rimanere a osservarlo il più a lungo possibile. E in qualche modo, siamo stati accontentati. Otto stagioni sono andate in onda su The WB in America e, in Italia, su Rai2, anche se da un certo momento in poi qualcosa nella serie è cambiato, si è trasformato facendo poco rumore, ma lasciando nei fan lo strano timore che Streghe avesse perso il suo carattere iniziale.
Con il tempo questa sensazione ha preso forma e per gli spettatori è stato più facile distinguere il momento esatto in cui Streghe ha smesso di essere Streghe.
E no, non parliamo della prematura scomparsa di Prue con la fine della terza stagione, dovuta purtroppo (come tutti ormai sanno) a divergenze insanabili tra Shannen Doherty e parte del cast e del settore produttivo della serie, sebbene con la sua uscita di scena molte cose siano cambiate nel fantasy di The WB. Tra terza e quarta stagione, con l’abbandono come creatrice e produttrice esecutiva di Constance M. Burge e con l’ingresso al suo posto di Brad Kern, anche la struttura interna di Streghe subisce inevitabilmente delle trasformazioni. La vita personale delle sorelle Halliwell, a cui da quel momento in poi si aggiunge Paige, assume un ruolo di primo piano nella storyline principale e l’ossatura fino ad allora basata sull’alternarsi di un nuovo demone per ogni episodio, viene alternata più spesso alla presenza di villain più impegnativi con cui il trio deve fronteggiarsi più o meno ogni metà stagione.
E non parliamo nemmeno di un altro dei problemi legati all’abbandono della creatrice originale della serie. Con l’addio di Constance Burge, anche la parte mitologica della serie prende un’altra direzione. A figure inventate appositamente per la serie e ad altre meno note (e per questo più affascinanti per gli spettatori) si sostituiscono creature più comuni della mitologia, più conosciute seppur dotate comunque di un fascino particolare.
E allora dov’è che la serie ha perso definitivamente la sua strada?
Secondo il calo di ascolti ricevuto a partire dalla settima stagione, potrebbe sembrare che il momento preciso si possa identificare con l’inizio d quest’ultima. Ma non è proprio così. Il numero minore di ascolti, rimasto pressoché invariato dalla settima all’ottava, in realtà era dovuto alla presenza di un reality molto seguito che toglieva visibilità a Streghe, ma che comunque non ha impedito di chiudere lo show con un’ultima stagione diversa dal solito.
È qui che i nodi hanno iniziato a venire al pettine. Con una riduzione notevole del budget, Brian Krause (Leo Wyatt) e Dorian Gregory (Darryl Morris) sono stati tagliati fuori dagli ultimi episodi, privando in questo modo la serie di molta della sua linfa vitale. Quello che in Streghe è stato mascherato come un risvolto narrativo inaspettato, celava infatti dei problemi di produzione che si è cercato di arginare anche con l’ingresso regolare di due personaggi del tutto nuovi, Billie e Christy Jenkins, interpretati rispettivamente da Kaley Cuoco e Marnette Patterson. Ma è stato proprio questo a creare uno squilibrio nel solito andamento della serie.
Inizialmente il pubblico aveva accolto con entusiasmo questo cambiamento, convinto che avrebbe portato una ventata d’aria fresca al prodotto di The WB, ma con il passare delle puntate, l’ingresso di Billie e Christy ha comportato uno slittamento più frequente dalla vita delle sorelle Halliwell a quelle delle sorelle Jenkins, e ciò ha causato una frattura nell’equilibrio che si è voluta in qualche modo camuffare da “passaggio di testimone”.
Il fatto che il finale di stagione abbia avuto un numero di ascolti molto alto rispetto alla media stagionale è indicativo del fatto che gli spettatori avevano bisogno di conoscere il destino delle tre protagoniste, delle donne a cui si erano affezionati nel corso degli anni. E a parte gli ultimi due episodi, il resto dell’ottava stagione ha lasciato molti con l’amaro in bocca, e ha contribuito alla decisione della casa di produzione statunitense di cancellare la serie nel 2006.
La critica per molto tempo ha stroncato la scelta di Kaley Cuoco come personaggio regolare, ha contestato la qualità dei dialoghi e dei risvolti di trama dell’ultima stagione e ha stabilito che i 22 episodi conclusivi non sono minimamente in grado di eguagliare la bellezza e l’unicità delle prime stagioni. A conferma di questo basti pensare che la necessità di trovare un altro epilogo alla serie era così impellente che nel 2010 è stato pubblicato dalla Zenescope Entertainment il fumetto Charmed: season 9, con una conclusione soddisfacente e definitiva per la vita delle sorelle Halliwell e della loro (ora più numerosa) famiglia.
Dunque possiamo dire che, secondo il parere degli esperti Streghe è giunta alla fine dimenticando le sue origini. Ha voluto portare all’estremo ciò che l’aveva resa inimitabile e all’avanguardia, ovvero il suo essere la serie con tutti i protagonisti di sesso femminile che ha avuto vita più longeva, ma nel farlo ha inserito personaggi femminili che ne hanno purtroppo in parte forzato le dinamiche, finendo per portare ogni cosa verso una dolorosa cancellazione.
Niente di tutto questo ha impedito però agli spettatori di amare incondizionatamente la serie anche dopo la sua fine e di continuare a guardarne gli episodi anche a distanza di anni con una piacevole e malinconica nostalgia. E nessuno di questi, per gli appassionati, sarà un motivo per smettere di amare Streghe, non importa quanto tempo passerà.