ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER sulla terza stagione di Suburra.
Pochi giorni fa, Netflix Italia ha pubblicato un video in cui Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara dicevano addio ad Aureliano e Spadino con le lacrime agli occhi (qui trovate il video). Suburra 3, invece, le lacrime le ha fatte scendere a noi, con un finale commovente ma adatto, con una conclusione assolutamente necessaria per poter rimettere a posto tutti i tasselli e tagliare i fili che la collegavano all’omonimo film di Stefano Sollima del 2015. Suburra – La serie ha dimostrato di essere una storia a sé stante.
Proprio in una delle scene iniziali del film tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, avevamo visto Aureliano Adami, conosciuto come Numero 8, uccidere Spadino in preda a uno scatto di rabbia, per un suo tentativo di farsi strada nel mondo mafioso di Roma. Il boss criminale di Ostia, quell’Aureliano che nella serie mantiene il carattere impulsivo e orgoglioso, aveva compiuto un gesto estremo, mettendosi contro la potente famiglia mafiosa degli Anacleti.
Dopo aver visto il film, tutti credevano che la serie tv avrebbe ripercorso a ritroso la storia dei due personaggi, per giustificare in qualche modo l’atto compiuto da Numero 8, quello che ora ci sembra così impensabile.
Eppure, Suburra si discosta da tutto ciò e decide di essere altro.
Dopo tre intense stagioni in cui abbiamo visto Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara vestire i panni di due nemici e rivali, divenuti pian piano soci ma soprattutto amici, non potevamo immaginare un finale diverso. Al centro c’è e ci sarà sempre Roma, eterna come i suoi monumenti e la sua atmosfera, nei cui angoli possono nascere amicizie potenti, come quella che è stata capace di legare Aureliano e Spadino.
Mentre il film mette in mostra esclusivamente il marcio di questa città , il suo risucchiare in un turbine di violenza e corruzione tutto ciò che cammina per le sue strade, la serie tv vuole mostrare al mondo come, invece, pure in un mondo tanto caotico, sia possibile rifugiarsi nei sogni e trovare qualcuno in grado di amare. Suburra – La serie dà spazio anche a ciò che può esserci di positivo, senza per questo dimenticare da cosa tutto ha origine e dove tutto, alla fine, porta: a una spirale di morte che non inizia e non termina certo con il sacrificio di Aureliano Adami.
Aureliano capisce che, senza la persona con cui ha lottato per arrivare fin lì, il suo obiettivo di conquistare Roma non avrebbe più alcun significato.
Questa serie ha costruito il proprio punto di forza intorno all’intenso e ineguagliabile rapporto che lega i due giovani criminali, fatto di amore, sangue, errori e vendette. Ma il loro progetto di avere fra le mani tutta Roma si era spinto troppo in là per continuare a essere credibile e per continuare a mantenere una qualche attinenza con la realtà . L’unico modo per concludere questo travagliato percorso era mettere fine alla vita della persona a cui Spadino continuava ad aggrapparsi, a cui una profonda ammirazione, un amore forte e sincero lo legavano: Aureliano.
Se a morire fosse stato il giovane Anacleti, la storia di Aureliano Adami non si sarebbe mai conclusa. Avrebbe continuato a cercare vendetta e non si sarebbe mai fermato, il dolore per la sua perdita lo avrebbe portato a combattere senza sosta fino ad autodistruggersi. In questo modo invece, è venuto meno il motore principale dell’azione.
Spadino si ritrova da solo. Angelica non potrà mai dargli quello di cui ha davvero bisogno, nonostante tutto l’affetto che provano l’una nei confronti dell’altro. Deve fare i conti con i propri fantasmi e trovare il suo posto nel mondo, cercando di uscire da quest’incubo da cui sembra impossibile svegliarsi.
La morte di Aureliano è solo l’ennesima prova che Roma non si ferma, che continua a trascinare giù con sé chiunque tenti di metterle i bastoni fra le ruote e che Suburra – La serie si era spinta troppo in là per poter decidere di tornare indietro e ricollegarsi al film con cui l’avventura sullo schermo ha avuto inizio.
Nonostante quest’ultima stagione si sia rivelata più lenta e riflessiva delle precedenti, non priva di punti deboli e di dettagli che potevano essere curati meglio con qualche episodio in più, il finale ha rimesso ogni cosa al suo posto. Ha consegnato al pubblico qualcosa di forte ed efficace, evitando di portarlo avanti all’infinito per poi rovinarlo, come invece è accaduto spesso per altre serie tv.