In Suburra, veniamo catapultati nella Roma più oscura, quella del dietro le quinte. Qui, Alberto Anacleti, detto anche “Spadino” è uno dei personaggi chiave ed è probabilmente quello che dà spazio ad una riflessione più antropologica. Quello che mi sono chiesta dopo aver guardato tutte le puntate di Suburra è: quanto c’è di vero nella rappresentazione dell’etnia a cui appartiene Spadino, ovvero i sinti? (Alert! L’articolo potrebbe presentare spoiler).
Nella Serie, la famiglia degli Anacleti viene presentata in modo forse eccessivamente stereotipato. Arredamento appariscente e sfarzoso, prevalenza del color oro e dell’oro in generale, famiglie numerosissime, musica popolare a ogni ora del giorno, auto sportive e scarsa considerazione da parte degli altri gruppi della malavita romana. Sono tutti luoghi comuni? Nì.
Ciò che maggiormente mi ha colpito di Suburra (la seconda stagione è in arrivo) sono state le dinamiche che hanno come protagonista Spadino e il matrimonio d’interesse combinato dalla sua famiglia. All’inizio non capivo cosa rendesse il giovane così ostile nei confronti della sposa a lui imposta, poi è diventato lampante. La sua posizione ha dato vita a una riflessione sorprendente: anche gli uomini possono trovarsi costretti in un matrimonio che non vogliono. Nel caso di Spadino, la sua avversione al matrimonio è dovuta alla sua omosessualità, vista come un ostacolo e una minaccia a questo matrimonio d’affare.
Ma è possibile che negli anni recenti, anche in un’antica comunità come quella dei sinti, esistano ancora i matrimoni d’interesse decisi a tavolino e da cui è impossibile sfuggire? Ma soprattutto, che vuol dire essere un ragazzo omosessuale in una tribù nomade? Una minoranza nella minoranza, un incubo in pratica.
Siccome Spadino è il mio personaggio preferito di Suburra, ho cercato qualche informazione in più sulla sua etnia, soprattutto per comprendere al meglio questo appariscente ragazzo. Va detto innanzitutto che i matrimoni decisi unicamente dalle famiglie sono più che altro un ricordo del passato, tolti quei casi che vanno al limite della legalità. I ragazzi della stessa tribù possono scegliersi ma anche rifiutarsi, non vi è imposizione della famiglia come una volta.
Discorso diverso è per coloro che non fanno parte della tribù dei sinti, quelli che vengono visti come “stranieri“: queste unioni vengono rifiutate dalla famiglia rom, che predilige le unioni interne al fine di preservare le proprie tradizioni. Il rifiuto dello straniero è probabilmente uno dei pochi paletti rimasti in tema matrimoniale. Per il resto, due ragazzi che si scelgono a vicenda, dovranno seguire i riti tradizionali e potranno poi convolare a nozze.
I riti in questione includono il Buchvibbe, la serenata, che il futuro fidanzato deve organizzare per mostrare alle famiglie il suo interesse per la ragazza. La serenata farà parte di una serata organizzata proprio per sancire questo interesse e darà vita a una vera e propria serata musicale, in cui altri brani tradizionali verranno suonati in omaggio alle famiglie coinvolte. Se ricordiamo, già in quest’occasione, Spadino era totalmente contrariato: si presenta in ritardo e fa un enorme sforzo a seguire la prassi.
Successivamente, la famiglia della ragazza riceverà una vera e propria manifestazione di interesse che verrà sottoposta all’attenzione sia del padre dell’interessata che dell’interessata stessa: è lei che avrà l’ultima parola, suo padre parlerà per lei. Per Spadino, il problema volontà della sposa pare non esserci mai stato. In Suburra, è lui quello costretto ad un’unione non voluta, è lui che viene privato della sua libertà e non la donna come al solito.
La tradizione richiede che una volta andata a buon fine la richiesta del futuro fidanzato, il corteggiamento avvenga alla luce del sole. I due futuri sposi non possono mai rimanere da soli perché c’è da preservare un fattore importante: la verginità della sposa. Al pari della famiglia e dell’unione di questa, la verginità è un valore importantissimo per le comunità dei sinti. Le manifestazioni pubbliche e collettive servono proprio per coinvolgere la famiglia, numerosa e onnipresente, nel gioioso momento. Una famiglia che finisce per diventare troppo pressante nel caso di Spadino.
Il problema più grande per Spadino è però il motivo per cui è così riluttante a quest’unione: la sua omossessualità. Per come viene affrontata in Suburra, Spadino non deve assolutamente far intendere il suo orientamento sessuale perchè potrebbe rischiare la vita. La scena della prima notte di nozze mostra tutta la sofferenza del minore degli Anacleti. Qui, ritorna alla mente il concetto del valore della verginità e della famiglia. Lo vediamo ferirsi pur di sporcare il lenzuolo di sangue e far credere all’intera famiglia che il matrimonio sia stato consumato felicemente.
Nella realtà, l’omossessualità nella tribù dei sinti dà vita a un’emarginazione nell’emarginazione, ma non scaturisce in atti violenti, per lo meno non più gravi di quelli che si leggono in tutto il mondo e in tutte le culture. La concezione dei sinti riguardo l’omosessualità non è diversa da quella del resto del mondo, che la vede come un ostacolo alla sopravvivenza della comunità. Ci sono comunque famiglie che accettano i loro figli, mentre altre no. Rimane importante vedere che le Serie Tv stiano dando spazio all’omosessualità e come questa viene affrontata in contesti diversi.
Diciamo che come in ogni rappresentazione televisiva, anche in Suburra qualche elemento è stato estremizzato partendo da spunti di realtà. Certo è che la tribù dei sinti, presente in Italia già nel 1400, è ancora fortemente legata alle sue tradizioni ma non in modo così retrogrado e pacchiano.
Ascolta il podcast di HOS Radio su Suburra
Listen to “Suburra: ciò che piace e ciò che nun ce piace” on Spreaker.