“Io penso che, quando fra cento, duecento anni, vorranno capire com’eravamo, è proprio grazie alla musica da film che lo scopriranno.” (Ennio Morricone)
Ecco, per chi vorrà capire fino in fondo Succession e la famiglia come agorà, la musica di Nicholas Britell è imprescindibile. Non solo il tema principale che è stato saccheggiato, utilizzato dal giornalismo televisivo nostrano e che ha nelle sua melodia il senso stesso della progressione ma la colonna sonora completa di questa serie targata HBO traduce perfettamente in musica la vera Succession. Con l’esclusione delle musiche o canzoni dei titoli di testa ci eravamo disabituati ad ascoltare nel mondo seriale musiche originali, studiate, create come una vera colonna sonora cinematografica.
L’abilità finora riconosciuta era nella scelta delle canzoni giuste per sonorità e/o per significato testuale, quelle canzoni destinate a diventare iconiche. Le serie più capaci in questo gioco di rimando sono come dei piccoli Moulin Rouge, dei Baz Luhrman che creano un continuum tra la battuta dell’attore e la strofa della canzone.
Marionette
Con Succession succede esattamente il contrario. La musica del tema principale diventa un remix del rapper Pusha T. Uno spin-off musicale con la collaborazione dello stesso Britell. If you love me, please don’t judge me. Got my hands tied the power’s above me. Don’t shoot the messenger, I’m just a puppet here . If you wanna place blame, then look to the puppeteer. I quattro figli/eredi mossi dal sapiente, scorretto, egoista patriarca Roy Logan, il burattinaio che tira sempre e comunque le fila di tutto il suo impero e non fa sconti ai suoi figli. Il piano disarmonico e sconnesso segue il grafico della famiglia Logan coi suoi picchi di incomunicabilità, di ascolto mirato al solo obiettivo economico e di potere, di tradimenti continui, di rivalse ad effetto domino.
Le note dissonanti del piano in crescendo, la ritmica della batteria elettronica permutata dall’esperienza musicale hip-hop di Britell, gli archi “aggressivi” regalano a questo prodotto HBO un ingresso nell’empireo. Il tema principale è come se fosse un altro membro della famiglia Logan, quel parente che se incontri da solo ha delle caratteristiche ben precise ma se lo vedi insieme agli altri scopri che è la loro propaggine pur mantenendo la sua individualità.
Il rap è presente anche come musica intradiegetica nell’episodio Dundee nella seconda stagione. Per i festeggiamenti dei 50 anni di carriera di Roy Logan, Kendall canta un rap in suo onore L to the OG citando anche un verso del rap dei Beastie Boys che ascolta proprio durante la sua apparizione nel primo episodio.
Effettivamente la famiglia Logan utilizza sempre un mezzo di comunicazione indiretto, come i rapper che mettono in rima quello che pensavo l’uno dell’altro e si scambiano accuse dalle parole di una canzone. I Logan usano intermediari, comunicati stampa, articoli di giornale, trasmissioni televisive. Il contatto diretto non è una locuzione presente nel loro vocabolario.
Succession Symphony
Nicholas Britell con Succession è alla sua prima esperienza seriale (possiamo immaginare che non resterà l’unica). Da compositore di musica da film si è sempre trovato a creare partiture conclusive che avrebbero dovuto coprire solo l’arco della durata del film. Il prodotto seriale gli ha posto il problema del seguito, le stagioni successive.
La sua estrazione classica gli ha suggerito di pensare alle varie stagioni di Succession come ai movimenti di una Sinfonia. Nella prima stagione si scopre la dualità della serie. Il registro drammatico con quello ironico, assurdo. I temi musicali non sono dedicati ai personaggi tout-court ma seguono l’evolversi del racconto, la progressione dei personaggi nella storia stessa. La seconda stagione tocca toni più melancolici e tristi prendendo il testimone dall’ultima puntata della prima stagione quando Kendall Roy provoca un’incidente di macchina dove perde la vita il suo compagno di viaggio.
Nella terza stagione il movimento riprende vitalità e segue i molteplici sentimenti contrastanti e sbilanciati che trovano linfa nei panorami toscani che suggeriscono musiche imponenti. L’ultimo episodio si chiude con un Andante Moderato che trattiene un secondo di silenzio prima dell’entrata del coro e del nero dei titoli di coda. S’intitola Amen. Così sia, almeno fino al quarto movimento della Sinfonia dei Logan come promesso da HBO. Andante ma non troppo? Chissà.