“Before you cross the street take my hand. Life is what happens to you while you’re busy making other plans” (Beautitul Boy, John Lennon). Succession è quello che capita a Kendall, Rome, Siobhan, Connor mentre Logan Roy, la loro ciclopica genesi, continua a perseguire i suoi piani, a metterli in atto senza un ombra di scrupolo.
I personaggi di Succession sono quanto di più lontano si possa immaginare dal nostro quotidiano. Ricchi, abituati a pretendere senza dare, legami di potere più che di sangue, case più grandi di un condominio, elicotteri, jet privati, vestiti di marca. Bastava poco a creare dei personaggi distanti, freddi e un po’ piatti. Jesse Armstrong, il creatore di Succession è riuscito a costruire dei personaggi, dai principali ai secondari, che amiamo odiare e/o odiamo con amore. Empatizziamo con loro anche quando si sferrano colpi bassi a vicenda e si feriscono con parole di disprezzo e dileggio. Come per l’altra grande storica serie HBO I Soprano, i personaggi non ha importanza che siano brave o cattive persone, devono essere persone sopra ogni altro giudizio. Le persone, i Roy, le loro vicissitudini prendono spunto da più famiglie di grandi magnati dell’editoria a stelle e strisce. Tra gli altri, Hearst, il “Cittadino Kane” (New York Journal), Redstone (CBS, Viacom), l’impero Murdoch che è quello più riconoscibile nella formazione, storia familiare e soprattutto nella figura del Patriarca Rupert che alla tenera età di 91 anni non ha ancora scelto il suo erede, proprio come Logan Roy.
L’inverno del loro scontento
Il Re è (uno) solo, il Pianeta al centro del suo sistema solare. I figli abitano in un perenne inverno. Lui, Logan Roy vive la sua estate gloriosa, le sue continue rinascite, dopo un ictus, dopo essere stato ammutinato da Kendall, dopo l’ennesimo F** Off gridato a tutto e a tutti. Il suo carisma è indiscusso come la sua freddezza nello scegliere senza scomporsi tra la famiglia che ostenta pubblicamente come unica ragione di vita e il Potere, non solo economico. Brian Cox che lo interpreta ha regalato a questo Grande Vecchio una fragilità che scala l’abisso della durezza che alberga in Logan Roy e buca lo sguardo come un’ospite indesiderato. Appena ce ne dimentichiamo mentre lo scopriamo intento a lusingare il figlio di turno a puro scopo utilitaristico, ecco lo sguardo e rimettiamo tutto in gioco. Logan Roy è come un fungo che altera le menti del suo Clan. Si innesta nel sistema circolatorio del suo ospite fino a raggiungere il cervello per inondarlo di allucinogeni piegando la mente dell’ospite alla sua volontà, Dopo aver conquistato il cervello inizia a dirigere tutti i suoi movimenti come un burattinaio con le sue marionette. Poi si accorge che ha bisogno di cibo per vivere. Inizia a divorare il suo ospite dall’interno sostituendo la sua carne con la propria ma non lascia mai morire la sua vittima anzi la preserva dalla decomposizione. Né con me né senza di me.
Fratelli coltelli
Siobhan Roy, chiamata Shiv, coltello in slang. Ome nomen, l’unica donna del Clan dei fratelli Logan lascia che siano gli altri a scannarsi tra di loro, lei resta sempre al bordo di tutto, della Succession, delle dinamiche dell’azienda, vuole farsi strada per proprio conto nella consulenza a candidati politici democratici, implicita ribellione al padre e le sue connivenze con politici e Presidenti repubblicani. Sarah Snook entra nella serie HBO con eleganza e sembra essere fuori dagli schemi della famiglia Logan, dai giochi di potere del Patriarca e dei due fratelli che si contendono il trono. Il cachemere e le sciarpe di seta si poggiano leggere sul suo fisico mentre lei arrota il suo distacco dai sentimenti che sconfina anche nel suo rapporto con l’inizialmente asservito Tom Wambsgams. Fredda ed affilata come un coltello manipola Tom al punto di fargli accettare di vivere il loro matrimonio come coppia aperta. Utilizza senza rimorso delle informazioni intime della vita di Kendall pur di acquistare potere, senza riuscirci. La sua scaltrezza che le fa da corazza si apre come fosse burro ogni qualvolta il padre le prende la mano e la irretisce con false promesse e lusinghe. Anche per lei Logan Roy è il suo tallone d’Achille.
Nato sotto il segno dei Pesci
Tutto quel che voglio pensavo, è solamente amore ed unità per noi, che meritiamo un’altra vita più giusta e libera se vuoi. Kendall Roy potrebbe aver scritto questa strofa che in Succession tenta disperatamente di mettere in pratica. Il suo stimolo primario è essere il Figlio ed essere amato dal Padre come il prediletto, il predestinato a prendere il testimone dal Grande Vecchio. Kendall ha anche le capacità e le intuizioni giuste che non ha mai la fortuna di vedere riconosciute né da Logan né dai fratelli che cerca più volte di coinvolgere nei suoi progetti di scisma. Questo novello Edipo tenta di uccidere il Padre minandolo nella sua più profonda essenza, la gestione del suo impero, il suo grido al mondo che ce l’ha fatta, ha conquistato il tetto del mondo partendo dal poco più del nulla. Jeremy Strong lo interpreta trasmutando il profondo vuoto di questo figlio in un impatto fisico. Le droghe, l’alcool, le smanie sessuali sono pura solitudine che leggiamo nel viso, nel cappello da baseball, nell’andatura veloce. Tradisce il Padre più volte ma in realtà tradisce se stesso. Sbanda nella vita come nell’incidente in cui perde la vita il giovane cameriere. Scivola dal materassino in piscina come se fosse il suo incerto domani.
Roman Empire
Romulus conosciuto come Roman e chiamato Rome. L’ultimo dei figli, l’elfo con le battute irriverenti che non si fermano neanche in occasioni drammatiche e per un buon novanta per cento con precisi richiami sessuali, il figlio che sa da sempre di non essere il predestinato ma che comunque ci prova, senso degli affari prestato alla sua immaturità e profonda insicurezza. Peter Pan anche nella sua sessualità problematica, anoressica come il suo gracile fisico ma bulimica nelle espressioni verbali con le quali “corteggia” la matura Gerri Kellman e le invia foto del suo pene. Il personaggio che inizialmente è l’outsider fastidioso si trasforma con l’interpretazione di Kieran Culkin come degno di rispetto, i suoi commenti sfrondati dal cinismo sono da vero grillo parlante, capace di inattese forme di sensibilità per tornare a stretto giro a dire parole di veleno nei confronti della famiglia. Un fragile Impero il suo.
Il cugino Greg e gli altri
Succession non è soltanto predominio della famiglia Logan. C’è tutta una corte di personaggi tutti azzeccati, nessuno fuori posto o non necessario alla trama, benzina nel motore della serie HBO che è come un altoforno dal quale escono continui sviluppi dell’intreccio. Il cugino Greg (Nicholas Brown) pensa come articola il suo corpo e la sua altezza fuori misura. Movimenti e pensieri sgraziati, disarmonici, squilibrati. Dall’ottusità ai calcoli per restare nell’asse ereditario, dall’ansia sfrenata alla freddezza di tenersi delle copie di documenti per salvarsi dallo scandalo delle crociere. Greg è il valore anomalo che Tom Wambsgams (Matthew MacFayden) elegge a suo tirapiedi e punching ball. Anche se Greg è il nipote di un Logan, è un corpo estraneo così come lo è stato Tom che deve alla sua ambizione la spinta in avanti nonostante la sua pavidità, la sua mancanza di carattere che è evidente ad ogni scambio di battute ed opinioni con il “coltello” Shiv. Tom pensa di avere una sua rivincita tramite Greg, di aver trovato la persona da strapazzare, disprezzare, comandare. Greg e Tom hanno in comune la voglia e la necessità di essere parte del Circo Logan. Tradiranno, cambieranno le carte in tavola come neanche i veri eredi sono stati capaci di fare. Il Circo Logan serve a tutti anche al figlio di primo letto Connor che non è interessato ai vertici del potere ma a mantenere il suo standard di vita ed i suoi progetti improbabili e discutibili. Dal finanziare una commedia della compagna ex prostituta con velleità di scrittrice a candidarsi alle elezioni Presidenziali. Le donne del Circo Logan Gerry Kellman (J.Smith Cameron) e Marcia Roy (Hiam Abbass) dimostrano il migliore senso di sopravvivenza al Circo stesso, grande astuzia, sanno quando, come e se mollare preservando comunque tutti i privilegi. In Succession non ci sono personaggi sbagliati, sono tutti illuminati dalle loro miserie, crescono nella sconfitta. Le vittorie sono prerogativa solo di chi lascia il Cerchio Magico dei Logan. Per vincere ed essere in pace con se stessi bisogna allontanarsi dal magne(a)te Roy Logan come ha fatto la sua ultima moglie Marcia. Invertire i poli dalla calamita e sperare che il fungo Logan non sia già arrivato al cervello.