In un universo parallelo che mischia la fantasia con la realtà, è bello immaginare due figli, rampolli di una famiglia ricchissima, presentarsi al cospetto del padre con una notizia incredibile: entrambi hanno ottenuto la candidatura agli Oscar 2025. Il patriarca, tuttavia, accoglierebbe con una certa indifferenza la novità, liquidandola con un mugugno al confine tra la timida approvazione e l’impellenza di pensare a cose più importanti. Immaginiamo così Kendall mischiarsi al suo interprete, Jeremy Strong, e Roman sovrapporsi al suo Kieran Culkin. Al centro, un monolitico Logan Roy: uh-huh’. Sullo sfondo, una delle migliori serie tv degli ultimi anni: Succession. Tra le righe, una doppia candidatura per il miglior attore non protagonista. Torniamo alla realtà, prima di avventurarci ancora tra le tossicità di una famiglia disfunzionale che ha finito per assumere la forma dell’acqua nel suo straordinario finale.
Torniamoci subito, visto che la cronaca incombe. Il prossimo 2 marzo, infatti, la cerimonia di consegna degli Oscar 2025 vedrà contrapposti nella medesima categoria due colleghi che hanno condiviso il set e un rapporto tra fratelli a dir poco altalenante.
Jeremy Strong ha ottenuto la nomination agli Oscar 2025 grazie alla straordinaria interpretazione di Roy Cohn in The Apprentice. Culkin, invece, è stato candidato per l’intensa prestazione in A Real Pain nei panni di Benji Kaplan. Due ruoli profondamente diversi per due film che hanno ben poco in comune.
- Roy Cohn, realmente esistito, è stato un avvocato e consigliere politico statunitense molto influente. È noto per la sua spregiudicatezza e per avere ricoperto un ruolo centrale nella genesi della carriera politica di Donald Trump, attuale Presidente degli Stati Uniti. The Apprentice esplora la relazione tra il giovane Trump e Cohn, evidenziando il modo in cui quest’ultimo lo abbia plasmato a livello strategico e morale. Un personaggio monolitico e spietato dalle sfumature inquietanti.
- Benji Kaplan, invece, è un uomo dal carattere eccentrico e iperattivo. Intraprende un viaggio in Polonia con il cugino per visitare i luoghi legati alla loro famiglia e alla storia dell’Olocausto. Durante il viaggio, emergono tensioni irrisolte tra i due, mettendo in luce il dolore e le insicurezze che entrambi portano con sé. Il suo è un profilo emotivamente fragile, che spesso cela le proprie insicurezze dietro l’ironia: vi ricorda qualcuno?
Le differenze non si fermano certo qui e segnano un solco tra i due attori candidati agli Oscar 2025.
Entrambi devono gran parte della loro fortuna recente agli ormai iconici ruoli in Succession, ma le affinità si fermano qui. Difficile immaginare infatti due interpreti altrettanto validi e così profondamente distinti nell’approccio artistico-creativo. Due interpreti che trasmettono i rispettivi profili caratteriali umani nella vita attoriale, come dimostrano per molti versi le reazioni antitetiche alla candidatura. Jeremy Strong ha risposto alla notizia con una lunga riflessione dal forte valore introspettivo, di cui riportiamo un estratto.
“La nomination di oggi è, senza esagerare, la realizzazione di un sogno che ho coltivato per tutta la vita. Ricordo di aver passato la notte sulle fredde gradinate di metallo fuori dal Dorothy Chandler Pavilion nel 1993 con mio padre, per vedere gli attori e le attrici arrivare alla 65ª edizione degli Academy Awards. Ricordo di non essere riuscito a dormire per l’emozione di essere vicino a quel mondo. Non ho mai perso quella sensazione. La provo ogni volta che vado su un set, entro in uno studio o inizio le prove. Ho dedicato la mia vita al tentativo di realizzare un lavoro autentico che fosse degno di questo onore. Sono pieno di stupore, sopraffatto dall’emozione e profondamente grato ai miei colleghi dell’Academy”.
Tutto molto bello e intenso, obiettivamente. E Culkin? Culkin… ci ha bevuto su. Immortalato dalla compagna, la stessa ha postato una storia sui social che lo vede in un balcone con Parigi sullo sfondo, mentre brinda con lo champagne. La didascalia? Beh, essenziale: “Andiamo ca**o!“.
Ecco, se dovessimo distinguere plasticamente gli approcci esistenziali di Jeremy Strong, rigoroso e con una tendenza alla profondità davvero notevole, e Kieran Culkin, molto più scanzonato, immediato e votato all’ironia, le reazioni antitetiche sarebbero più che sufficienti per evidenziarne le distanze radicali.
Le distanze si riflettono nello stile di recitazione dei due candidati agli Oscar 2025. Strong è noto per un approccio immersivo e metodico che lo porta a sacrificarsi parecchio per ognuno dei suoi ruoli. Segue infatti il “Method Acting”: vive dentro il personaggio anche fuori dal set, evitando di uscire dal ruolo durante le riprese. Ai tempi di Succession, arrivò a limitare quanto più possibile le interazioni coi colleghi per non vanificare gli sforzi in tal senso. L’obiettivo non era quello di interpretare Kendall Roy, ma di sovrapporsi a esso per il tempo delle riprese e preservarne la mentalità, in modo da restituire la miglior versione possibile del personaggio.
Il candidato agli Oscar 2025 tratta la recitazione con la “serietà di un chirurgo” ed evita per questo qualsiasi forma di leggerezza quando è sul set. La sua preparazione è maniacale: per interpretare Kendall, ha studiato documenti sulla finanza e ha parlato con esperti di Wall Street. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: Strong ha portato sullo schermo un’interpretazione intensa e viscerale, specialmente nelle scene in cui ha messo in evidenza le tendenze più autodistruttive del personaggio. Altrettanto si può dire per il ruolo in The Apprentice. Sovrapporsi a uno come Roy Cohn è stato molto difficile, ma ne abbiamo tratto una presenza glaciale e manipolatoria. Il suo è un personaggio affascinante e inquietante, carismatico e totalizzante. Strong si è immerso anima e corpo con un impegno costante nel ridurre le distanze tra la sua persona e la maschera portata sul set.
Culkin, invece, ha un approccio completamente diverso.
Il suo è uno stile molto più istintivo e rilassato. Dalle interviste rilasciate nel tempo, emerge un profilo che predilige un orientamento più naturale nell’interpretazione, valorizzata in più di una circostanza dalla tendenza all’improvvisazione. Una tendenza che rappresenta uno dei suoi principali punti di forza: grazie a un background improntato sui generi più brillanti, ha un vis comica che emerge anche nei ruoli prettamente drammatici. Ciò vale per Succession, nel quale ha interpretato un personaggio che celava fragilità e insicurezze sotto una maschera ironica, ma anche per il ruolo che gli è valso la candidatura agli Oscar 2025. I suoi ruoli principali giostrano tra la vulnerabilità e il sarcasmo.
Culkin trae così il suo valore dalla spontaneità e dall’imprevedibilità, facendone un attore che trasmette ai suoi personaggi un’emotività cruda e realistica, completata da un utilizzo del corpo e dell’espressività armoniche, tendenti alla nevrosi nei casi citati e dal notevole impatto empatico. Non è un caso, allora, che si possano individuare dei parallelismi tra il suo Roman Roy e la figura che l’ha portato agli Oscar 2025: Benji, d’altronde, è un’anima tormentata che utilizza la comicità come strumento di difesa. Culkin riesce a bilanciare perfettamente la leggerezza e la malinconia, dando un forte spessore emotivo al personaggio.
Comunque andrà, la sua è un’interpretazione da Oscar. Un’affermazione importante per un attore che ha dovuto superare più di un pregiudizio sul suo conto.
Più giovane di quattro anni rispetto a Strong, Culkin ha avuto un percorso tortuoso per arrivare al successo internazionale ed essere riconosciuto per l’attore fenomenale che è oggi. Strong ha costruito la sua carriera partendo dal teatro e da una solida base accademica, crescendo attraverso ruoli da comprimario in film d’autore. Culkin, invece, ha dovuto farsi strada con percorsi alternativi per guadagnarsi credibilità.
Fratello di Macaulay, è cresciuto nell’ombra del celebre protagonista di Mamma ho perso l’aereo (ruolo nel quale ha peraltro un ruolo marginale, interpretato in giovanissima età) ed è emerso nel tempo attraverso ruoli di stampo comico, spesso e volentieri all’interno di produzioni indipendenti. Insomma, i due attori candidati agli Oscar 2025 sono quanto di più diverso si possa trovare in circolazione.
Se volessimo enfatizzare le definizioni, potremmo arrivare addirittura a parlare dello yin e dello yang della recitazione. Il metodo maniacale e il talento più istintivo, Cristiano Ronaldo e Messi.
I due sono profondamente diversi, e non è un caso che alcune divergenze tra i due personaggi di Succession abbiano trovato un’eco anche fuori dal set. In tempi recenti, infatti, Culkin è arrivato a esprimere in modo diretto delle perplessità sul metodo di recitazione rigoroso di Strong. Altrettanto aveva fatto in precedenza Brian Cox, interprete di Logan Roy, con parole ancora più dirette. Insomma, non si è mai arrivati a uno scontro, ma è evidente che i profili dei due attori siano fortemente diversi. Un potenziale limite, ma anche un’opportunità: la combinazione dei due talenti sul set ha creato una dinamica speciale tra i rispettivi personaggi, tanto distanti sul piano caratteriale quanto accomunati da un vulnus emotivo dalla matrice comune.
Insomma, non siamo qui per individuare un attore più bravo dell’altro: sono egualmente validi, e non è un caso che siano arrivati a sfidarsi agli Oscar 2025 per conquistare il premio destinato al Miglior attore non protagonista. Come andrà a finire? Il primo round se l’è aggiudicato Culkin ai recenti Golden Globe: stessi ruoli, stessa categoria. Stessa storia ai BAFTA Awards e ai Critics’ Choice Awards: in quest’ultimo caso, Strong non ha ottenuto nemmeno la candidatura. Agli Oscar succederà altrettanto? I pronostici, al momento, sembrano essere certi sul medesimo esito, ma non è detta l’ultima parola. Anche perché Succession lo insegna chiaramente: quando meno te lo aspetti, tra i due litiganti il terzo gode. L’appuntamento è fissato per il 2 marzo, mentre scorrono sullo sfondo le note di una sigla che conosciamo fin troppo bene.
Antonio Casu