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Succession 4×04 – L’inizio della Successione

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Il vantaggio degli episodi finali, che siano finali di stagione o finali di serie, è quello di poter inserire i più grandi cliffhanger di sempre o in generale degli eventi decisivi in un senso o nell’altro senza pensare troppo alle conseguenze: nel caso di un finale di stagione ci sarà tempo per pensare a quel che verrà dopo, per far metabolizzare al pubblico la botta devastante; nel caso di un finale di serie, ci sarà infinito spazio per far immaginare al pubblico quel che verrà dopo, ma non ci sarà più la responsabilità per chi scrive la serie di dover creare un dopo, perchè una fine è una fine (salvo improbabili revival). Succession ha deciso di inserire un evento da finale di serie, per portata e importanza, nel bel mezzo dell’ultima stagione: una scelta a tratti necessaria per dare il via alla Successione, ma una scelta anche per certi versi pericolosa perchè obbligava gli sceneggiatori a dover fare i conti col dopo-Logan Roy, il mattatore della serie, e soprattutto con l’episodio dopo la morte di Logan Roy, un episodio che se la dipartita fosse avvenuta a fine serie semplicemente non sarebbe nemmeno esistito. Un episodio difficile da scrivere, ma non per chi sta dietro a questo capolavoro qua: la 4×04 di Succession, la puntata che viene dopo una delle puntate migliori nella storia della televisione non solo regge l’urto ma rilancia. Immediatamente, senza prendersi il tempo per respirare e piangere adeguatamente la morte del pater-familias.

Nessuna emozione mostrata che qua bisogna fare i soldi, bisogna scalare al potere, non c’è tempo da perdere. Il freddo ma comunque toccante abbraccio tra i tre fratelli della scorsa puntata basta e avanza. Adesso si torna a tenersi tutto dentro, perchè chi mostra troppo le proprie emozioni nel mondo di Succession è un debole che gli squali là fuori sono pronti a divorarsi vivo. Lo sanno bene Kendall, Roman e Shiv, che davanti agli occhi di soci, associati, scagnozzi, potenziali compratori e venditori vari, non vogliono mostrare alcun segno di cedimento. Interiormente, invece, ognuno dei tre reagisce in modo diverso: Roman è in piena fase di negazione, Shiv è in uno stato di apatia tale da non riuscire nemmeno a gioire adeguatamente della notizia di un possibile figlio in arrivo, mentre Kendall invece reagisce con una rabbia interiore mascherata da controllo. Esteriormente, il figlio maggiore (se si esclude quel pazzoide di Connor) sembra il più lucido, quello più pronto a prendere in mano le redini della situazione. É il momento che aspettava da una vita ma il contesto è sbagliato: lui non voleva solo raggiungere il comando, voleva che il padre vedesse. Voleva che Logan vedesse che è in grado, che può farcela, che è un suo degno erede. Il fatto che questo non possa avvenire lo fa agire mosso da un fuoco interiore che sa quasi di voglia di vendetta contro un padre che morendo lo ha tradito: un meccanismo contorto, ma almeno per il momento funzionale agli obiettivi. Perchè è fuori discussione che Kendall sia stato l’asso di questa puntata, e che si candidi prepotentemente a diventare l’asso del finale di serie.

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L’evento che accende Kendall è senza dubbio il ritrovamento di un foglio, privo di valore legale e risalente ad anni prima, in cui il padre sembrava manifestare la volontà di lasciare la direzione dell’azienda proprio al figlio con cui aveva un rapporto più conflittuale. Sembrava, appunto: sul nome di Kendall c’è una correzione a penna che non è chiaro se sia una sottolineatura oppure una cancellazione. Dettaglio non da poco e situazione di difficile interpretazione: è come se Logan, con un semplice tocco di penna messo anni prima, stia muovendo ancora i fili del suo regno da perfetto burattinaio quale è sempre stato, ridendosela da chissà dove mentre tutti si interrogano su quali siano le volontà del re anche ora che è morto. Non ci sarà valore legale, ma quel che voleva re Roy è importante per tutti ed elemento di discussione fondamentale in questo stato di adorante e al tempo stesso repellente ipnosi in cui versano praticamente tutti i personaggi di Succession nei confronti del patriarca. Tutti vogliono salire al comando, prima per questa direzione ad interim necessaria per chiudere l’affare più importante, poi anche in via definitiva. Non tutti, però, possono ambire al trono: è ovvio che quello sarà un onore e un onere riservato ai figli di Logan, ma il board non accetterà mai tre nomi. Forse, però, ne accetterà due: così Kendall e Roman prendono provvisoriamente il potere, mentre Shiv si fa da parte senza neanche troppe lamentele, avvolta da un’apatia opprimente e appoggiata alla sola promessa dei fratelli che la coinvolgeranno in tutto e che, in pratica, saranno tutti e tre a comandare anche se lei decide di sistemarsi nelle retrovie. Arrendevole come non lo era mai stata, la donna tutta d’un pezzo e che sprigiona personalità da tutti i pori sembra annullata, piegata, impossibilitata fisicamente a opporre resistenza, mentre gli altri due si prendono gli applausi del pubblico in sala.

Succession: la 4×04 è la puntata di Succession in cui Shiv crolla come mai prima

Nel frattempo è tornata Marcia, con addosso sempre quel suo piglio sprezzante che la rendeva la perfetta moglie di Logan Roy: non ci mette molto a farsi riconoscere e a far capire chi comanda all’ultima fidanzatina di Logan, scacciata dalla magione Roy senza neanche poter recuperare le sue cose, e che col solito carisma inconfondibile misto a cattiveria da matrigna di Biancaneve, davanti a un Roman impietosito per le lacrime della ragazza, dice di averle chiamato un taxi facendola passare come una forma di premura, non prima di aver contrattato la cessione della dimora imperiale con un sempre più eccentrico Connor per 63 milioni di dollari. L’idea è che Marcia possa essere una discreta villain in questo finale di stagione, anche se ancora non sappiamo come.

E mentre intorno tutti tentano di fare un elogio funebre di Logan mostrando di non conoscerlo minimamente, e mentre Tom e Greg spaventati dalla morte di Logan tentano di arrampicarsi a destra e a manca come solo loro sanno fare, per Kendall e Roman arriva la prima decisione importante da prendere al comando, che è quella relativa al come annunciare alla stampa il loro ingresso a capo dell’azienda al posto del defunto padre. Dai loro intermediari gli viene offerta la possibilità di screditarlo pubblicamente ma i due ragazzi sembrano allineati nel non voler perseguire questa via.

Nel gran finale, però, Kendall si chiude in bagno guardando ossessivamente quel foglio per tentare di capire se quell’investitura del padre che tanto desiderava fosse una reale investitura, e se quella che sembrava una sottolineatura del suo nome non fosse in realtà una cancellazione: il fare deciso e lo sguardo sinistro con cui Ken esce dal bagno e ordina al suo scagnozzo di procedere con l’operazione discredito all’insaputa del fratello ci fanno propendere per la seconda opzione. Kendall continua ad avercela a morte col padre e vuole punirlo per tutto, anche per essere morto. Al di là dei suoi sentimenti sempre intensi nei confronti dell’uomo che lo ha messo al mondo, sentimenti che spesso lo hanno portato all’autodistruzione, la cosa più importante è che Kendall decide di tradire immediatamente Roman, neanche il tempo del duplice insediamento. E questa è una mossa da Logan Roy: non avere scrupoli nei confronti di nessuno, neanche delle persone più vicine, e manipolarle fino allo sfinimento come presumibilmente, dallo sguardo incattivito, ha intenzione di fare da adesso in avanti col fratello. Logan è morto e Kendall ha strada libera per diventare quello che in fondo è sempre voluto diventare: suo padre. Nient’altro che suo padre.

Vincenzo Galdieri

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