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Succession 4×02\03 – Una delle puntate migliori nella storia della televisione

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É incredibile quanta gente c’è là fuori che ancora non ha idea di cosa sia Succession. É incredibile come anche il pubblico italiano con una cultura seriale ampia e profonda, quello che ha visto I Soprano, amato Mad Men, divorato Boardwalk Empire, sembri essersi accorto solo in parte di questo autentico pezzo da novanta della televisione. Forse, il modello Netflix mirato al binge-watching più sfrenato – un modello che ha prodotto anche parecchie serie fast food, che però poco ci hanno lasciato in eredità -, il modello del tutto e subito che ha caratterizzato gli ultimi anni delle piattaforme streaming, ha fatto perdere fiducia nel fatto che, anche oggi, possa esistere un prodotto di lunga serialità come quelli di una volta. O forse Succession, almeno in Italia, non viene sponsorizzata abbastanza. Fatto sta che siamo davanti a una follia. Perchè è veramente una follia il fatto che una serie di questo livello non sia sulla bocca di tutti ogni giorno, al posto di quelle serie che vanno in trend per un paio di settimane e poi spariscono nel dimenticatoio. Dovremmo ritenerci fortunati a star vivendo nell’epoca in cui va in onda Succession, tanto quanto si è sentito fortunato chi ha vissuto l’epoca Breaking Bad e prima ancora l’epoca Soprano. Succession dovremmo venerarla, specie ora che di serie di così alta levatura ne girano poche. E invece la snobbiamo.

Scusate lo sfogo, ma mi è partito da dentro. Mi è partito dopo aver visto una delle puntate migliori nella storia della televisione, e mi fa rabbia che in Italia saremo in quattro gatti a commentarla. Ve ne accorgerete poi, di quello che vi state perdendo.

La puntata 4×03 di Succession è una delle migliori nella storia della televisione non tanto per quello che avviene, ma per come avviene. Una puntata che sembra partire come al solito, in pieno stile Succession: la guerra familiare tra il padre padrone e i figli ribelli continua, nonostante i tentativi di riconciliazione dello stesso Logan nella 4×02. Tentativi che sono stati visti come pretestuosi e tutt’altro che disinteressati da Kendall e Shiv mentre Roman, colui che più subisce il fascino immortale del padre e la sua ipnotica influenza, sembra volergli dare più di una possibilità quando si presenta a casa sua e quest’ultimo gli dice che ha bisogno di lui. Eravamo pronti e preparati all’ennesimo ribaltamento di fronte, all’ennesimo spostamento di pedoni sulla scacchiera dorata di Succession. Non eravamo, invece, assolutamente pronti a quel che stava per accadere.

Logan Roy sale assieme ai suoi fidati collaboratori sull’aereo che lo dovrebbe portare da Matsson, in Europa, per un incontro faccia a faccia. Agguerrito come al solito, determinato e rabbioso, pronto a giocarsi l’ennesima partita: Logan sembra un uomo destinato a non morire mai. Un uomo che si rifiuta di morire: si è rifiutato più volte, nelle precedenti stagioni, nonostante gli innumerevoli problemi di salute che ha dovuto affrontare sin dal primo episodio. E così abbiamo passato la maggior parte del tempo di visione di Succession ad aspettarci che morisse da un momento all’altro ma lui no, non moriva mai. Allora abbiamo cominciato a credere che Logan fosse immortale, o che quantomeno la serie sarebbe morta con lui. Al massimo, nel peggiore dei casi, la sua morte sarebbe potuta avvenire nel finale di serie. E invece no. Proprio adesso che pensavamo non fosse più in nessun modo a rischio, proprio adesso che non c’era nessuna avvisaglia, in una apparente anonima puntata pre-metà stagione, di quelle puntate che di solito ti servono principalmente a tessere le trame che esploderanno in quelle successive, Logan Roy muore. Un malore su un aereo, fatale per chi come lui ne ha passate già troppe. Ma la cosa più incredibile, la prima delle cose più incredibili di questa puntata, è che Logan muore off-screen. Un perfetto, geniale e a tratti disturbante contrappasso per un uomo che ha fatto della vita al centro dello schermo la principale ragione d’esistere.

La morte off-screen di Logan Roy ci lascia basiti, spiazzati e pieni di domande. Qual è il sottotesto principale? Il fatto che diventiamo tutti uguali e insignificanti davanti alla morte, a cui non importa assolutamente niente se ti chiami Logan Roy? Oppure, magari, dobbiamo interpretarlo come una sorta di tributo all’immortalità di Logan? Visto che non l’abbiamo visto morire, è come se la sua leggenda fosse rimasta immortale, come se non fosse mai morto. Di fatto, davanti ai nostri occhi, Logan non ha mai ceduto.

Sta di fatto che quella di Logan Roy è stata l’esatto opposto di una morte cinematografica, di quel tipo di morte che avevamo idealizzato per un personaggio di questo spessore: è stata una morte tremendamente reale e realistica, uno schiaffo in faccia di Succession a tutti noi spettatori.

Una morte che, ovviamente, colpisce nel profondo i suoi figli, che nel frattempo erano tutti riuniti per il matrimonio del più grande, Connor. In una situazione surreale, Tom li chiama facendogli capire, ma non dicendogli mai direttamente se non proprio alla fine, che il padre è sul punto di morte. Gli dice di sussurrargli parole al telefono: “Forse vi sente, forse no”. Kendall e Roman hanno la possibilità di interagire quando ancora vige il dubbio che Logan possa essere ancora vivo, ma non riescono a dire granchè. Quando arriva Shiv si capisce che Logan è ormai passato a miglior vita, ma la donna prova comunque a sbiascicare qualcosa. Sono momenti impressionantemente realistici: raramente una serie televisiva è riuscita a rappresentare la morte di un proprio caro in questo modo così puntuale.

Nella puntata 4×03 di Succession, di fatto, i personaggi non dicono niente. Non riescono a finire una frase. Va avanti così per 50 minuti e tu ci sei dentro fino al collo. Abbiamo vissuto lo sgomento per quanto accaduto dalle sole reazioni fisiche dei figli di Logan, dalla loro mimica facciale sempre brillantissima che in questa puntata ha raggiunto il punto apicale. Una prova attoriale mastodontica, l’ennesima, da parte degli interpreti di Shiv, Kendall e Roman.

Quel che succede intorno poco importa: Connor decide di sposarsi lo stesso, i vari avvoltoi e sanguisughe che orbitano attorno alla famiglia Roy pensano subito a cosa dire alla stampa, a come reagiranno i mercati e a tutte queste cose qua, ribadendoci per l’ennesima volta che la freddezza di quel mondo non guarda in faccia neanche la morte del re. Neanche per un secondo.

Quel che succederà dopo, invece, sarà molto interessante: perchè la morte di Logan è un evento forte, e la morte di Logan a questo punto della storia, per quanto spiazzante, diventa evento scatenante definitivo della Successione.

Mancano ancora 7 puntate alla fine, e anche senza il mattatore assoluto della serie siamo certi che vedremo ancora un sacco di cose che ci faranno stropicciare gli occhi. Vedremo ancora un sacco di cose che ci faranno esaltare, perchè quando guardi un capolavoro di questo genere l’esaltazione è la prima sensazione che provi, ogni volta che parte la sigla.

Abbiamo vissuto intensamente uno dei momenti più alti nella storia della televisione recente. Ce ne aspettano degli altri, prima di salutare definitivamente quell’opera mastodontica di nome Succession. Per fortuna, ce ne aspettano degli altri.