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Anche Logan Roy, alla fine, avrebbe sbagliato

Succession
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Succession è anzitutto una storia familiare. La storia di un nucleo familiare disfunzionale in cui la colpa come una contaminazione sembra diffondersi e procedere di padre in figlio. Logan Roy è l’origine di tutto, il portatore del peccato originale. Si è fatto da zero, ha creato un impero, un conglomerato capace di controllare i principali mezzi di informazione della destra americana. Non si può non vedere l’associazione che Succession fa con Murdoch, con una delle più importanti personalità dell’editoria e imprenditoria statunitense. Sia Murdoch che Logan condividono non solo un’innata capacità di fare affari ma anche una rocambolesca vita sentimentale fatta di continui divorzi e spose sempre più giovani e provocanti. Ed è forse questa, per entrambi, la debolezza più grande, quella che alla fine li ha indotti a sbagliare.

Logan ha per anni tenuto la vita sentimentale separata dal lavoro.

Si è innamorato, ha avuto relazioni adulterine che ha poi trasformato spesso in unioni legittime ma sempre, come già si può notare analizzando il significato della sigla di Succession, ogni donna è stata relegata in una gabbia dorata, negli agi oziosi di una villa silenziosa e isolata dal mondo. Quando si trattava di affari per Logan non c’era donna che tenesse, come ricorda più volte la sua ex moglie. La lucidità, la lungimiranza, il fiuto negli affari non sarebbero mai stati condizionati dai sentimenti. Ed è questo il motivo per cui Logan non vuole passare di mano: si rende perfettamente conto che i suoi figli non sono pronti. Lo si nota fin dal primo episodio quando l’inesperienza di Kendall porta l’erede designato a inseguire a tutti i costi un affare che si rivelerà un buco nell’acqua (o quasi). Kendall espone il fianco mostrandosi in una posizione di debolezza e Lawrence della Vaulter, startup che vuole acquistare, strappa un accordo decisamente vantaggioso.

Kendall Roy
(640×360)

In quel momento Logan capisce che non è ancora il momento del ritiro. Inizierà una lunga e inesausta ricerca del successore fatta di continui avvicendamenti e cambi di preferenza. Sia chiaro, in questo Logan non perde lucidità fino alla fine: è conscio che chi per un motivo chi per un altro i suoi figli non sono all’altezza del compito. Non sono homini novi come lui, non hanno creato da zero il proprio impero: sono viziati, tronfi, narcisistici. Per questo Logan Roy in Succession prova a mantenere il controllo finché può, rimandando di volta in volta il momento della resa e la scelta dell’erede. Eppure, anche lui commette un errore. Anzi, due.

Già nel pilot, dopo il dietrofront sulla nomina di Kendall, Logan comunica ai figli di aver concesso a Marcia, la terza moglie, due voti sulla fiducia per la scelta del suo erede dopo la morte. È l’avvisaglia di un cambio di rotta rispetto al passato, rispetto a quelle mogli-trofeo chiuse nei loro harem ed escluse dal mondo. Marcia è una figura incombente, tanto che più volte in Succession percepiamo con evidenza che la donna eserciti una qualche forma di controllo o quantomeno una fortissima influenza sul marito. Questo influsso però non sembra risultare mai davvero decisivo nelle scelte finali e di fatto, come scopriamo nel corso delle stagioni, finirà per esaurirsi lasciando Marcia con quello che ogni ex moglie ha sempre ricevuto: denaro e tanti saluti. E allora non è ancora qui l’errore di Logan.

Neanche la malattia e il peggiorare delle condizioni sembrano influire sulla capacità decisionale di Logan.

Certo, in una società in cui l’editoria e i media si sono evoluti in sensi nuovi il capostipite di casa Roy sembra poco ricettivo ai cambiamenti. Molto più sul pezzo i suoi figli che però mancano sempre di quell’equilibrio e quell’astuzia da uomo di mondo che caratterizza il padre. Logan attraversa momenti in cui, sentendo sfuggire da sotto i piedi il suo impero, percependo nuovi e scaltri competitor e vecchie volpi che tornano all’attacco prova a trincerarsi in un modo di fare impresa che risulta antiquato. Insiste nell’acquisizione di ulteriori spazi televisivi in una realtà che vede i media della tv in declino. E a nulla valgono le rimostranze dei figli. Qualcosa, stagione dopo stagione, viene, insomma a incrinarsi. Logan sta invecchiando e forse lui stesso si rende conto di non essere più all’altezza di un mondo nuovo.

Succession
Logan e Kerry in Succession (640×360)

Da vecchia volpe qual è, però, i suoi sbagli, quelli che inevitabilmente devono aver accompagnato anche la sua scalata al potere, riescono sempre a essere attutiti, minimizzati, riassorbiti. Tiene botta in ogni fortuna alterna che la sorte (e Kendall) gli mette di fronte. Ma progressivamente, nella terza stagione di Succession, si avvicina la fine. Logan lo sa ed è davanti a questa evidenza, alla sua crescente fragilità (oserei dire emotiva) che inizia a incrinarsi la sua maschera di infallibilità. A Marcia succede Kerry, giovane, aitante, totalmente devota a lui. Come per Marcia e a differenza delle altre mogli Kerry è un braccio destro vero e proprio. Affianca l’anziano patriarca in ogni decisione, si mostra persona di massima affidabilità. In un momento in cui Logan sente di non poter contare pienamente su nessun membro della sua famiglia, tantomeno su quei figli ormai stanchi di attendere per un brandello di potere, Kerry è una certezza, una costante nella deferenza che nutre per lui. E allora Logan si scopre e sbaglia.

Non ce ne accorgiamo in realtà fino alla 4×04, episodio che segue ai tragici, confusionari, scioccanti momenti della fine di Logan Roy. Nel quarto episodio è tempo di pensare alla successione, di dare stabilità al caos originatosi dalla morte del fondatore della Waystar Royco. Kendall, Shiv e Roman si recano nella casa paterna. Formalmente per commemorarne il ricordo, di fatto per gestire al meglio la successione. Qui, con un geniale espediente narrativo di rara finezza inizia un violento dibattito sulla validità di un documento con alcune aggiunte a matita che indicherebbero Kendall come successore designato. La carta sembra datata e soprattutto si genera un forte dibattito sul valore di un segno a matita che sottolineerebbe o barrerebbe il nome del figlio. Su questo punto il creatore svela il mistero: si sarebbe trattato di una sottolineatura.

Non è tanto qui, però, il problema ma sugli istanti che hanno preceduto questa scena.

Tra le carte ritrovate nella cassaforte di Logan i membri del board si mostrano preoccupati per un foglio in particolare. Frank si mostra molto stizzito per il ritrovamento e afferma: “Non lasceremo che la principessa mandi tutto a p**tane” facendo chiara allusione alla possibilità di far sparire la pagina. “Per scherzo potrebbe volare nel cesso“, concordano Frank, Gerri e Karl. Dopodiché i figli di Logan sono convocati dal board e messi a parte dell’indicazione di Kendall come successore.

Gerri
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Non sembra verosimile che si tratti dello stesso foglio: non avrebbe senso la menzione alla “principessa” e il fatto di non aver alla fine scelto di far sparire la carta. Ma allora chi è la principessa e di che documento si trattava? Per capirlo dobbiamo proseguire con la visione dell’episodio di Succession. Intorno al minuto 36 fa la sua comparsa alla commemorazione Kerry, accolta malamente (come darle torto) da Marcia. La ragazza è confusa, scioccante, biascica parole incoerenti ma qualcosa di quel che dice lo capiamo. Vuole accedere alle stanze del piano superiore, “Ho delle cose mie di sopra che mi servono“, “Ho bisogno di andare di sopra“, insiste. Ma Marcia glie lo impedisce. A questo punto interviene Roman a cui la donna confessa “Noi… noi… Avevamo parlato di sposarci, lui stava facendo dei preparativi, potresti verificare? Doveva scrivere un appunto, forse scrivere al suo avvocato…“. E allora diventa tutto più chiaro.

La principessa è proprio Kerry. Ma in che modo avrebbe potuto “mandare tutto a p**ttane“?. Non poteva essere un semplice accordo prematrimoniale, doveva trattarsi di qualcosa di più grosso. Chiaro, no? Logan aveva lasciato tutto a lei. O almeno è assai verosimile pensarlo. Una decisione che avrebbe compromesso totalmente il conglomerato, avrebbe mandato all’aria gli accordi in atto e avrebbe fatto saltare il board. Il documento doveva sparire e, di fatto, è sparito.

Eccola allora la follia di Logan, la prova sottilmente inserita in Succession del fatto che anche l’infallibile patriarca di casa Roy alla fine avrebbe sbagliato.

Ma c’è di più, anche qui un ulteriore dettaglio che ai più attenti forse non è sfuggito. Logan con un colpo di coda aveva concluso un accordo con Mattson, decisione tanto sorprendente quanto, di fatto, apparentemente coerente. Al vertice finalmente una figura giovane, al passo con i tempi ma anche estremamente capace, fattasi da zero come Logan. Ai figli una cospicua somma e la possibilità di avviare un’impresa tutta loro. Al board una direzione affidabile. Tutti contenti, giusto? Eppure a Logan era sfuggito qualcosa. Un errore madornale.

Succession
(640×360)

Un errore che invece Kendall e Roman scovano. Nel settimo episodio della quarta stagione scopriamo infatti che Mattson ha ampiamento gonfiato il numero di iscritti alla sua GoJo in India. Una vera bolla pronta a esplodere e che richiederà una totale revisione degli accordi. Logan non aveva fatto le dovute verifiche, era apparso superficiale e frettoloso, troppo desideroso di chiudere l’accordo in breve tempo. Uno sbaglio che qualche anno prima non avrebbe mai commesso. L’ennesima, decisiva dimostrazione che anche Logan Roy, alla fine, avrebbe sbagliato. E per ben due volte.