“Tu mi hai ferito più di quanto non ti sia possibile immaginare“, urla Tom, nel finale della 4×07 di Succession. Lo urla con una rabbia disperante che fa venire i brividi, con un trasporto autentico e terribile. Ha le lacrime agli occhi, si protende in avanti, sembra quasi voler colmare quella distanza insuperabile che ormai lo separa da Shiv. Le sta buttando tutto addosso, le sta lanciando contro tutto il dolore, la frustrazione, le colpe e le offese. L’amore ci farà a pezzi, cantavano i Joy Division.
Ma è un altro amore ad aver distrutto Shiv e Tom.
È facile pensare che non si siano mai amati, che sia sempre stato un matrimonio di convenienza, che Tom l’abbia sposata “per avere potere“, come gli rinfaccia una Shiv in lacrime. E che Shiv abbia sposato Tom per avere un marito facilmente controllabile. Ma guardate bene questa scena di Succession, guardate bene entrambi in questa meravigliosa 4×07 e fatevi trasportare dal loro dolore, dalla frustrazione che troppo a lungo si sono tenuti dentro, dal non detto, dal risentimento che alla fine esplode devastante come un uragano sulla terrazza di una New York crepuscolare.
“Tu stavi con me per avere potere, beh, adesso ce l’hai, Tom, adesso ce l’hai“, attacca Shiv. “Io sto con te perché ti amo“, controbatte urlando, agitandosi, stirandosi più che può con la voce e con lo spirito Tom. “Io sto con te perché ti amo“. Non è il solito gioco di potere, guardatelo negli occhi. Immedesimatevi nella sua disperante rassegnazione, nel grido di chi per una volta ha calato la maschera e mostrato il suo vero volto. Entrambi stanno mostrando la propria natura, sono faccia a faccia, ognuno con le proprie convinzioni sull’altro, con i propri tormenti. Ognuno animato da un risentimento genuino.
Perché tanta disperazione per un matrimonio di convenienza? Perché tanta rabbia, tante liti, tanto dolore? No, pensate alla vostra vita. Pensate a quella relazione che vi ha lasciato il segno, pensate a quella ferita. Alle infernali litigate, alla disperazione con cui vi siete scagliati contro l’altro, con cui gli avete gettato contro tutto il rancore.
C’è stato amore prima di tutto questo e oltre tutto questo, o quantomeno c’è stato desiderio d’amore.
Ecco, Tom e Shiv hanno vissuto in questo desiderio d’amore, nella speranza vera che potesse funzionare, che si potesse essere felici, che tutto andasse per il verso giusto. Ma non è andata così. L’amore li ha fatti a pezzi. Ma quale amore? La colpa è di entrambi, la colpa sta nell’aver amato qualcos’altro di più e più intensamente. E nell’aver dubitato del vero amore. E allora l’amore li ha fatti a pezzi.
Shiv fin dal primo momento, fin dalla prima stagione ha sentito il peso del dubbio. L’angosciante incertezza che affondava in una famiglia disfunzionale, in modelli fallimentari di amore che hanno alimentato in lei la smaliziata idea che tutti agiscano per interesse. Lo ha visto con suo padre, nelle infinite relazioni, nelle mogli che si sono succedute, nell’attrazione fatale di ognuna per il potere e il denaro. E allora Shiv non poteva non dubitare. Non poteva non mettere costantemente in discussione l’amore. Così ha fatto.
Lo ha fatto con Tom fin da quella richiesta di una relazione aperta appena sposati, nel momento di massima gioia. Shiv con quella proposta mette alla prova Tom, vuole testare la sua reazione, vuole capire se è davvero solo un matrimonio di convenienza o se al suo consorte importa davvero di lei, se la ama davvero. Perché lei, Shiv, anche se non lo ammetterà mai, con Tom si sente vulnerabile, si sente in grado di provare davvero un sentimento d’amore. Ma Logan non le ha insegnato la debolezza, le ha insegnato a nascondere, reprimere, sconfiggere quella debolezza. Le ha insegnato a combattere la vulnerabilità, anche fosse d’amore.
E allora Shiv guarda Tom e lo mette alla prova.
E di contro Tom è ferito, altrettanto vulnerabile e sorpreso. Risentito per quella richiesta ma incapace di dire di no, incapace di mostrarsi pure lui fragile nel timore di risultare un “campagnolo conservatore“, come gli rinfaccerà Shiv. E tutto parte da lì. Da quel momento le illusioni si infrangono, l’idea che era balenata segretamente nel cuore di Siobhan, quell’idea di una vita tranquilla, riservata, perfino noiosa, quell’idea di una semplicità negli affetti svanisce. E l’amore inizia a sfilacciarsi, inizia a fare a pezzi entrambi, sopraffatti dalle incapacità di essere onesti l’uno con l’altro. Sopraffatti dall’incapacità di mostrarsi fragili davanti all’altro e aprirsi all’amore.
Shiv e Tom più volte proveranno a riavvicinarsi, a ritessere insieme l’amore, a lasciarsi alle spalle il dolore che si sono procurati vicendevolmente. Ma lo sappiamo, quando il risentimento, quando il male procurato è troppo, l’amore fallisce e ci fa a pezzi. E allora Tom non riesce ad accettare con gioia la rivelazione di Shiv di stare aspettando un figlio da lui perché ricorda il passato, ricorda le pillole anticoncezionali prese a sua insaputa. Ricorda la ferita ormai insanabile e non riesce, non può essere felice. L’amore li ha fatti a pezzi.
Ha fatto a pezzi Siobhan, sentitasi tradita da Tom in un senso più profondo di quanto abbia fatto lei. Perché Tom non l’ha tradita fisicamente ma moralmente, schierandosi con Logan, mettendo al primo posto il suo servilismo (“Sei servile, sei servile!“, ripete Shiv), mettendo al primo posto il potere. Così ha fatto anche lei accettando supinamente la possibilità che Tom andasse in galera, mettendolo in cattiva luce con gli altri in quella 4×07, presentandolo come uno ‘yes man‘ che sarebbe stato licenziato.
C’è un motivo se tutto questo è successo, c’è un motivo se l’amore, germoglio fragile, è stato soffocato.
Un altro amore ha vinto, un altro amore lo ha sopraffatto. “Il fatto è che quando ti ho conosciuta, in tutta la mia vita avevo pensato solamente un po’ ai soldi, a come fare i soldi, a come tenermi i soldi“. È sincero Tom nel dirlo, glie lo si legge in faccia. La stessa onestà cruda e terribile con cui ammette, poco dopo, sempre nella 4×06 di Succession che:
Io davvero davvero davvero amo la mia carriera e i miei soldi e i vestiti, i miei orologi e… già, certo, è così: mi piacciono le belle cose, tanto. E se lo trovi superficiale perché non butti le tue cose per amore? Butta le tue collane e i tuoi gioielli per un appuntamento in un ristorantino italiano, sì? Vieni a vivere con me in un campo caravan, sì? Ci vieni?
È terribilmente serio ma anche ironico, un pagliaccio triste che finge che tutto sia ancora possibile, che rinunciare a tutto sia ancora un’eventualità contemplabile. Ma sanno entrambi che non è così, che la fuga d’amore è un’assurdità. La domanda diventa tristemente retorica. Per questo Shiv risponde con falsa enfasi: “Guarda, ti seguirei ovunque per amore, Tom Wambsgans“, interpretando la parte che non può interpretare, quella della ragazza pazza d’amore che lascia tutto per il suo principe azzurro. Ma la finzione teatrale termina e ad entrambi non resta altro che ridere, ridere amaramente di questa scenetta irrealizzabile, di una parte che non possono davvero interpretare nella vita reale.
Ridono con la morte nel cuore perché sanno che l’amore li ha fatti a pezzi.
Non l’amore dell’uno per l’altro ma un altro amore, un amore più geloso, esclusivo e distruttivo: quello per il potere, per il denaro, per il prestigio. Amano quel potere, amano sentirsi importanti, amano la bella vita, la mondanità, gli intrighi, le scalate. Shiv è sempre stata abituata ad amare queste cose, Tom ha imparato con lei e una volta assaggiato quel dolce nettare non ne ha più potuto fare a meno.
In nome del potere si è prostituito, svenduto, ha tradito. Ha servito e riverito il potere, come Logan a suo tempo, tanto tempo prima, quando non aveva ancora la forza di esercitarlo quel potere. Tom e Shiv sono entrambi due volti di Logan, due volti dell’arrivismo e del desiderio di comando che supera ogni cosa. L’amore per il potere li ha fatti a pezzi. Ha dilaniato l’amore sentimentale e li ha restituiti inumani e brutali, uniti in un ultimo abbraccio, in un ultima stretta di mano.
Non è più il patto d’amore quello tra i due nel finale di Succession.
No, non c’è più amore. È un patto nuovo, un legame diabolico, un patto di sangue per spartirsi il potere. Entrambi vivranno le ipocrisie di una relazione che decide di ignorare la morte dell’amore per alimentare l’amore del potere. La nuova unione che chiude Succession è il ribaltamento del vincolo coniugale, è l’anticristo dell’amore. Shiv diventa sua madre, donna incapace di amare e che non avrebbe dovuto mai avere dei figli, diventa quello che Tom le aveva rinfacciato (“Penso tu sia incapace d’amare e penso che forse non sia una persona adatta ad avere figli“).
Tom è il nuovo Logan, Shiv la prima moglie, donna che per un brandello di potere è pronta a vendere l’amore e la sua anima calandosi in una relazione di facciata e riattualizzando per suo figlio tutte le disfunzionalità che ha dovuto vivere lei da giovane con sua madre. Il cerchio si chiude, straordinariamente, perfettamente, dando pienezza a uno dei rapporti più strazianti di Succession. L’amore è fatto a pezzi, il potere ha vinto anche su di lui. Ha vinto sul rapporto tra fratelli, sulla morale, sulla giustizia, sull’onestà, sui valori. E trionfa maledettamente come un anticristo sull’amore romantico distruggendo l’ultima speranza, distruggendo l’uomo. Distruggendo l’umanità di Shiv e Tom, fatti a pezzi dall’amore per il potere. L’amore ci farà a pezzi, cantavano i Joy Division. L’amore per il potere ci unirà di nuovo, canta Succession. Lo farà, ma nel modo più falso e malato possibile. È questo l’inferno. È tutto straordinariamente, tragicamente qui.