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Supacell è la dimostrazione che il coraggio, da solo, non basta

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Supacell è la nuova serie tv Netflix del momento. Scalando in breve tempo la top 10 della piattaforma streaming nei primi tempi, per una settimana si è guadagnata perfino il primo posto (qui la classifica delle 10 serie più viste su Netflix). Eppure, la critica non è stata unanimemente positiva. Così come il pubblico non è stato uniforme. Perché se è vero che Supacell (qui la nostra recensione della serie tv) aveva un ottimo potenziale, non tutto è stato sfruttato al meglio. Al tempo stesso, queste imperfezioni non hanno tolto a Supacell un’audience inaspettata. Che si tratti di scelte o disattenzioni sembra impossibile stabilirlo. Ma nell’immenso universo dei supereroi e dei superpoteri, le novità e l’originalità di Supacell ne meritano la visione. Creata, scritta e diretta da Rapman, nome d’arte di Andrew Onwubolu, Supacell segna il terzo prodotto audiovisivo del rapper e produttore discografico. Tornando così a narrare storie e a trattare temi sociali.

Rapman ha debuttato nel mondo del cinema con Blue Story, nel 2019, adattamento per il grande schermo della webserie dal titolo omonimo. Seguito da American Son, remake dell’acclamato film francese A Prophet, Supacell è la sua prima serie televisiva. Con un cast di volti noti del piccolo schermo, i protagonisti di Supacell sono interpretati da Tosin Cole, Nadine Mills, Calvin Demba, Eric Kofi-Abrefa, Josh Tedeku, con Ghetts e Eddie Marsan nel ruolo di antagonisti. Insieme a molti altri componenti del cast di supporto che ruotano attorno alle vite delle figure principali. Perché Supacell inizia e si prospetta sempre di più come un crocevia di storie di vita, nonostante i superpoteri arrivino quasi subito.

Cosa rende Supacell sia diversa che troppo simile rispetto agli altri prodotti sui supereroi

Supacell, una scena con Andre

Tra tutte le serie tv Marvel, le più datate Misfits e Heroes, l’originalissima The Boys, e prodotti dove i superpoteri esistono come Stranger Things e The Umbrella Academy – e non sempre ne costituiscono il nucleo centrale – i supereroi non sono più quella nicchia che attirava solo gli amanti del genere (qui la classifica delle 10 migliori serie tv live action di sempre sui supereroi). Come i prodotti televisivi si sono evoluti e trasformati, così anche i supereroi e le loro storie. Il contesto, il luogo, l’origine e gli stessi protagonisti che entrano in contatto con queste abilità sono diventati di primaria importanza. Capaci di valutare positivamente o negativamente il prodotto in questione. Racconti di vita quotidiana più o meno avvincenti, sicuramente interessanti, che stimolano l’attenzione di un pubblico che sa che il colpo di scena, prima o poi, arriverà. Mentre caratteristiche e personalità si definiscono e delineano.

Il fatto che Supacell non abbia convinto tutti non è difficile da credere. Supacell è uno show imperfetto. Da seguire forse con un occhio di riguardo verso quei prodotti che cercano comunque di fare e raccontare qualcosa di diverso. Gli elementi che l’hanno portata al primo posto della top 10 di Netflix non sono bastati a renderla una delle nuove serie di punta della piattaforma. Forse neanche tra quelle che si possono annoverare nella lista che contribuisce alla così detta, ormai quasi famosa, rinascita di Netflix.

Non è più una novità presentare dei protagonisti che possiedono dei poteri senza volerlo, poteri che non hanno richiesto. Come non lo è il viaggio nel tempo. Tanto meno lo sono i villain, pronti a studiare e rinchiudere soggetti dalle abilità straordinarie, e farne delle cavie da laboratorio. Anche la scoperta finale, di chi sia realmente a capo di tutto, è un colpo di scena non completamente riuscito. Una rivelazione che uno spettatore più attento può capire dalle prime inquadrature.

L’introspezione e l’aspetto umano che invadono sempre di più il piccolo schermo

Supacell: una scena con Rodney in primo piano

Nonostante tutto questo Supacell però ci appassiona, a volte entusiasma e regala anche qualche sorpresa. Perché quella matrice più privata, personale, e che passa dalla lotta fra bande alla discriminazione fino alla politica del lavoro e del degrado sociale, stupisce nella sua connessione col tema dei superpoteri. Non è un qualcosa in più: è strettamente legato alle capacità sovrumane con cui le figure principali dello show entrano in contatto.

Tutto il tempo che Supacell si prende per entrare nel vivo della storia, definibile eccessivo, costituisce quel filone più introspettivo che indaga sull’interiorità dei personaggi. Che ne è poi una delle parti migliori. La caratterizzazione dei personaggi in Supacell è infatti impeccabile, con pochi tratti, che vengono poi nel corso delle puntate maggiormente esplorati, entriamo nelle vite e nell’animo di ognuno dei protagonisti. Da qui ne consegue l’originalità e la cornice inedita della serie. E cioè una costruzione così specifica e ben delineata delle figure principali.

Quando la costruzione dei personaggi funziona spesso lo show coinvolge

Supacell: una scena con Michael in primo piano

Supacell è uno show corale, con dei personaggi così ben caratterizzati da ricordare vagamente quelli di The Umbrella Academy. Altra serie Netflix che, con i suoi difetti nel corso delle successive stagioni, nulla aveva da invidiare ai suoi protagonisti. Da subito entrati nel cuore degli spettatori. Che fossero personaggi principali o secondari, eroi o antagonisti. Ma se ogni figura di spicco in The Umbrella Academy rappresentava un sentimento universale, espresso anche nelle relazioni tra di loro, in Supacell c’è qualcosa in più.

Perché ognuno di loro, con un potere inizialmente indefinito, è anche l’emblema di uno dei disagi e dei problemi che dilagano nella periferia londinese. Michael, Tazer, Sabrina, Rodney e Andre iniziano a usare i propri poteri per un tornaconto personale, non hanno nessuna voglia di salvare il mondo. Si ritrovano con abilità fuori dal comune e, tra chi cerca di respingerle e chi di accoglierle, quel potere viene utilizzato per migliorare le proprie vite. E forse, proprio questo, ne fa dei personaggi veri, reali, tridimensionali, con i quali si può empatizzare.

Straordinario e ordinario, classico e moderno, reale e soprannaturale

Supacell: una scena con Sabrina in un vicolo, preoccupata

Supacell è infatti intrisa di realismo e questo forse disturba nell’universo dei prodotti sui supereroi. La vera minaccia è lontana, non è il mondo intero a temere di collassare e la squadra non è così affiatata come ci si aspetterebbe. A dare linfa vitale ai protagonisti c’è infatti rabbia e voglia di vendetta. Anche l’effettivo incontro tra esseri umani e poteri, e tra di loro, arriva quasi troppo tardi. Lo show Netflix è infatti perfetto per il binge-watching, in particolare quando diventa chiaro che quel “futuro” visto da Michael non sarà né punto centrale né finale della stagione.

Se Supacell dovesse venire rinnovata, saranno le prossime stagioni a farci forse arrivare a quel momento. Dove sembra che anche l’umanità abbia subìto delle conseguenze a causa dell’operato di quelli che vengono chiamati “gli Incappucciati”. E loro 5 sono un team esperto, del tutto consapevole e capace di controllare i propri poteri. Anche il fatto di rendere queste abilità sovrumane non del tutto chiare è un ingrediente quasi inedito. E che le fa così scoprire al pubblico attraverso gli occhi dei protagonisti.

Gli elementi originali di Supacell sono inseriti in una struttura lineare ed elementare ma anche datata

Supacell: una scena con Tazer incappucciato

Michael, Tazer, Sabrina, Rodney e Andre, prima di essere supereroi, sono comunque esseri umani, ognuno calato in un preciso mondo narrativo. In una quotidianità che spazia dalla precarietà del lavoro al razzismo, dalla criminalità organizzata a lotte per il territorio che coinvolgono e uccidono orde di giovanissimi. I superpoteri si legano così alla dimensione più umana e intima dei protagonisti. Loro si interfacciano con queste caratteristiche soprannaturali durante un momento difficile che concerne però la vita di tutti i giorni.

Supacell ha quindi quel qualcosa di diverso rispetto ad altre serie che parlano di supereroi. Utilizzando una struttura classica, semplice, tipicamente televisiva, ma che ricorda i prodotti del piccolo schermo di una volta. Osando nella trama, trova nell’inizio di tutto una malformazione genetica che dà a questi poteri una genesi scientifica. L’anemia falciforme è inoltre molto più comune tra le persone afrodiscendenti, come tutti coloro, oltre ai 5 protagonisti, che possiedono queste capacità.

I microcosmi dei sobborghi di una Londra diversa

Supacell: scena dei sobborghi londinesi

Anche se questo complessivamente non basta, dunque, Supacell non manca di essere originale e capace di dar vita a un prodotto carico di azione, dramma, sci-fi e indagine psicologica. Perché se Michael combatte da anni per vivere serenamente con l’amore della sua vita, Tazer è sempre più protagonista di una lotta tra bande che miete vittime. Come Rodney tenta di sopravvivere, insieme a Spud, rifiutato dalla sua stessa famiglia, attraverso lo spaccio di erba, Andre, perseguitato da un passato nell’illegalità, cerca di tenere suo figlio lontano da quel mondo.

E Sabrina, amata e benvoluta dai suoi pazienti, fatica a farsi strada nel dimostrare a tutti devozione e professionalità nel proprio lavoro. Mentre per qualcuno piccoli successi e novità iniziano ad arrivare, paura e delusione li portano prima a fare i conti con i propri poteri. Poi, solo alla fine, ad unirsi per salvarsi, e a rendersi conto che non sono gli unici. E che la caccia ai supereroi non ha nessuna intenzione di fermarsi.