Il 19 novembre 2020 è andato in onda l‘episodio finale di Supernatural (qui il nostro Behind the Series dedicato allo show), arrivato in Italia il 10 settembre scorso. Nonostante la serie sia sempre stata sostenuta da un fandom fedele ed entusiasta, la sua conclusione non si è dimostrata completamente all’altezza delle aspettative. A causa della pandemia, gli showrunner hanno dovuto infatti modificare il finale che era stato pensato in principio, adattandolo alle possibilità della produzione così come a quelle del cast. I difetti dunque non mancano, ma ciò non toglie il fatto che sia stato comunque fatto lo sforzo di dare un qualche tipo di chiusura alla storia dei fratelli Winchester. Di dare a entrambi la pace che meritavano dopo una vita passata a lottare e sacrificarsi per la salvezza dell’umanità.
In realtà, in molti hanno sempre considerato Swan Song come il finale reale dello show, e in un certo senso è così. Inizialmente, Eric Kripke aveva infatti pensato a una storia in cinque atti per raccontare la parabola di Sam e Dean. Dopo aver conosciuto i personaggi e averli visti affrontare nemici apparentemente impossibili da sconfiggere, la 5×22 avrebbe dovuto mettere la parola fine allo show, vedendo Sam sacrificarsi per il bene superiore (sapevate che in origine non doveva essere un cacciatore?) e Dean concedersi una vita normale insieme a Lisa e Ben. Ma per quanto questo finale sarebbe stato perfetto, l’immenso amore del pubblico non ha potuto che spingere gli showrunner a rinnovare la serie. Forse nessuno si sarebbe immaginato che sarebbe andata avanti per altre 10 stagioni, eppure così è stato. Anno dopo anno, la serie ha saputo sfruttare ciò che l’aveva resa grande, dall’elemento soprannaturale a quello umano, dalla formula del “monster of the week” alla costruzione di storie orizzontali capaci di coinvolgere lo spettatore.
E che dire delle numerose convention dedicate a Supernatural?
Gli incontri fra gli appassionati sono stati fondamentali per consolidare l’affetto verso lo show, che ha saputo creare una vera e propria famiglia. Un luogo sicuro in cui gli spettatori potessero confrontarsi ed essere aiutati attraverso le iniziative pensate dagli stessi membri del cast. È anche per questo se è stato difficile per molti dire addio alla serie. Supernatural sembrava uno di quei prodotti che avrebbe potuto andare avanti per sempre. Difatti, pur rimanendo fedele alla sua struttura dei base, ha saputo anche rinnovarsi attraverso esperimenti narrativi che hanno portato ad alcuni degli episodi più memorabili (Mistery Spot, Baby, Scoobynatural).
Ma dopo 15 anni, anche la storia dei Winchester aveva bisogno di una conclusione, che è arrivata dopo una stagione in cui i protagonisti hanno dovuto combattere contro Chuck: non un Dio benevolo e giusto, ma un burattinaio crudele che ha sempre manipolato la vita dei fratelli. Chiaramente, questa nuova consapevolezza ha gettato luce sul tema del libero arbitrio, così come quello della meta-narrazione. E chiaramente anche su quello dell’amore, la forza propulsiva che ha sempre dato ai protagonisti il coraggio di affrontare l’oscurità. Dunque, fra alti e bassi, la quindicesima stagione ci ha mostrato l’ultima vera battaglia che i fratelli, Castiel e Jack hanno dovuto combattere per riconquistare la libertà. Un ultimo capitolo che ha saputo brillare in alcuni episodi, mentre si è dimostrato più debole in altri.
Un duplice aspetto che troviamo anche nel finale di Supernatural, troppo frettoloso eppure carico di emozione.
Per chiudere lo show, gli showrunner hanno deciso di ricorrere a una doppia soluzione: il season finale, che ha risolto la storyline principale della stagione (Chuck viene sconfitto e Jack diventa il nuovo Dio) e il series finale, l’ultimissimo capitolo dedicato ai fratelli Winchester. Un epilogo che ricorre alla formula tradizionale del monster of the week, ponendo i protagonisti sulla strada dell’ennesima caccia, anche se questa volta finalmente liberi di fare le loro scelte. L’episodio si apre con un senso di quotidianità e normalità (colazione, jogging e pulizia delle armi), oltre che con una nota di malinconia generata dall’assenza di Castiel e Jack, entrambi in Paradiso. Ma al di là della tristezza, c’è anche un grande senso di gratitudine. Tutti coloro che i Winchester hanno incontrato, da Castiel a Jack fino ad arrivare a Rowena e Crowley, hanno dato la loro vita affinché il mondo potesse essere salvato. Il compito dei Winchester è dunque quello di onorare i caduti e continuare a lottare affinché il loro sacrificio non sia stato vano.
Ma ecco che entriamo nel vivo dell’episodio, con l’ultimo mistero che i fratelli affronteranno insieme: degli uomini con delle maschere a forma di teschio hanno rapito un padre, strappato la lingua alla madre e preso i loro figli. È così che gli agenti Kripke e Singer (un omaggio a due dei capostipiti dello show) iniziano a indagare sulla scena del crimine, riuscendo a trovare gli indizi necessari per scovare i colpevoli: un covo di vampiri alla ricerca di bambini per fare scorta. Dopo aver riconosciuto Jenny, una vampira che era apparsa nella prima stagione di Supernatural, Dean e Sam si scontrano contro il gruppo di nemici. Una normale lotta, che però avrà un esito drammatico. Il maggiore dei Winchester viene infatti spinto contro un chiodo arrugginito che, conficcandosi nella sua schiena, ne sancirà il destino. Gli ultimi momenti che i fratelli condividono insieme sono incredibilmente commoventi: prima di esalare l’ultimo respiro, negli occhi di Dean non c’è alcun rimpianto, ma solo amore. Amore e orgoglio per quel fratellino che ha cresciuto, che ha visto diventare un uomo e che è sempre stato accanto a lui, nonostante tutto. Una certezza che non aveva sempre avuto, e la sua confessione sulla notte in cui era andato a Stanford per prendere Sam ne è la dimostrazione. Rimasto fuori dal suo dormitorio per ore, Dean era spaventato di poter essere respinto dal fratello, e di dover affrontare quel mondo spaventoso da solo.
Come sappiamo, non è stato così, e per 15 anni abbiamo visto i protagonisti di Supernatural amarsi incondizionatamente.
Ed è proprio con quell’amore che Dean se ne va, consapevole che Sam porterà avanti il “family business” con lo stesso coraggio e cuore di cui lo sa capace. Agrodolce, questa morte è seguita da una serie di montage rapidi che ci mostrano il percorso parallelo dei due fratelli. Il maggiore, finalmente nel Paradiso che merita, viaggia in sella alla sua amata Baby dopo aver ritrovato Bobby. E il minore, seppur devastato dalla sua perdita, porta avanti la sua missione, riuscendo a costruirsi anche una famiglia. Ma nonostante l’amore per Dean Jr., l’assenza di Dean si farà sempre sentire (basti pensare alla scena straziante in cui, ormai anziano, sale per l’ultima volta sull’Impala del fratello). Ed è per questo che il momento in cui i due fratelli si ritrovano in Paradiso è così emozionante. Dopo essere stati lontani per così tanto tempo, i due hanno finalmente la possibilità di riabbracciarsi, e condividere insieme la pace che meritavano dopo aver salvato il mondo più e più volte.
Il finale ha i suoi pro e contro. Fra i primi c’è sicuramente l’emozionante scena condivisa dai fratelli prima della morte di Dean. In quel momento c’è tutto ciò che abbiamo sempre amato dei due personaggi, quell’amore fraterno che va al di là della ragione e che è sempre stato il punto di forza dello show. Allo stesso modo, vedere Sam riuscire a costruirsi una famiglia è stato appagante, anche se non ci sono stati dati molti dettagli. E che dire della comparsa di Bobby? Fra tutti i personaggi secondari, il burbero cacciatore è sempre stato un fan favorite, oltre che una colonna portante nell’universo di Supernatural. Tuttavia, nonostante il finale sia riuscito a emozionarci con il suo forte elemento umano, dall’altro ha mostrato anche alcune lacune.
Innanzitutto, la rapidità con cui è stato affrontato il finale non ha potuto che privarlo del pathos necessario.
È vero, l’addio di Dean è commovente, ma ciò che segue è stato compresso in montage fin troppo esaustivi. Non c’è stato il tempo di esplorare la vita di Sam, né i cambiamenti fatti da Jack in Paradiso. Non c’è alcuna traccia né di Castiel, una parte integrante della famiglia dei Winchester, né degli altri alleati che hanno accompagnato i protagonisti nel corso degli anni. Non ci è stato nemmeno svelato che cosa ne è stato del bunker e degli Uomini di Lettere. L’unica cosa che ci ha suggerito che l’eredità dei fratelli verrà portata avanti è il tatuaggio contro la possessione che vediamo su Dean Jr., molto probabilmente preparato dal padre affinché possa affrontare i pericoli del mondo.
Dunque, come possiamo definire il finale di Supernatural? Nonostante le idee potessero essere quelle giuste, l’esecuzione non è stata delle migliori. Andando al di là dell’emozione condivisa dai fratelli e la felicità di vedere Dean finalmente in pace, la fretta con cui è stata chiusa la storia non ha potuto che far storcere il naso ai più. La stessa morte di Dean ha generato sentimenti contrastanti: anche se è vero che forse il suo destino era sempre stato quello di morire sul lavoro, la modalità con cui lo ha fatto è quasi imbarazzante. Dopo essere sopravvissuto a ferite ben peggiori, vedere il protagonista andarsene per colpa di un chiodo piuttosto che nella battaglia della sua vita ha privato l’occasione della solennità che necessitava. Dunque, il series finale poteva sicuramente darci qualcosa di più, ma ciò non toglie il fatto che sia stato comunque toccante salutare per l’ultima i Winchester. Un saluto agrodolce a una storia che, fra alti e bassi, ci ha accompagnato per più di un decennio, regalandoci personaggi e storie che non potremo che portare per sempre nel cuore.