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Dovete assolutamente guardare Swarm, la serie su Prime Video con Billie Eilish che racconta l’ossessione

Miniserie da vedere su Amazon Prime Video, Swarm
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Il 2023 non è stato solo The Last of Us, One Piece, o la fine di The Crown: è stato molto di più e, tra le tante cose, è stato anche Swarm, una Serie Tv giunta da noi attraverso Amazon Prime Video di cui non ci siamo mai curati abbastanza. Il motivo di questa nostra indifferenza non è chiaro: Swarm ha tutte le carte in tavola per vincere e far parlare di sé, soprattutto per il suo argomento spinoso che, tra le righe, affronta anche molte tematiche importanti. Creata dall’attore Donald Glovere (che abbiamo già potuto apprezzare nella meravigliosa Atlanta) Swarm ha potuto contare su nomi importanti, tra cui Billie Eilish nel suo debutto attoriale e Malia Obama, la prima figlia dell’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, nel ruolo di sceneggiatrice. Insomma, i pezzi forti non mancano, ma la cosa bella è che Swarm non è solo una Serie Tv fatta di nomi e promesse, è soprattutto e prima di ogni altra cosa una produzione fatta di sostanza e concretezza, un horror grottesco che affronta più argomenti servendosi di una narrazione cruda e dai tratti estremamente tragici.

Swarm è una Serie Tv horror ricercata e drammatica, una produzione che già dal primo episodio riuscirà a dimostrarsi all’altezza delle vostre aspettative. Seppur in modo a volte troppo crudo

Swarm (640×360)

Ni’jah: è lei il centro di tutto, il motore che accende l’ingranaggio di questa tragica storia. Cantante, pop star internazionale e Regina indiscussa della musica, a Ni’jah non manca niente, neanche un gruppo di fan pronti a tutto per difendere la sua musica. Tra questi, però, ne spicca una che sembra non aver chiaro il confine che separa l’ammirazione dall’ossessione. Dre vive con la sorella e, per arrivare a fine mese, cerca di fare più lavoretti possibili. La loro è una vita complessa che ti toglie più di quel che ti ha dato. Nella loro quotidianità si nascondono solo frustrazioni e drammi, solitudine e tragedie. L’unico appiglio è Ni’jah, la luce che riesce a entrare dalla loro finestra promettendogli un po’ di leggerezza, un po’ di speranza. E’ il loro faro nel buio. Ma se da una parte la sorella Marissa comincia a distaccarsi da questo ideale, Dre comincia a considerarlo come una vera e propria ossessione, come qualcosa da rivendicare. E sarà proprio da questo punto, amici, che la storia partità facendo spazio alla disperazione e alla crudeltà.

Chiunque osi disonorare Ni’jah dovrà infatti vedersela con Dre. Chiunque osi mettere in discussione il talento della cantante affronterà le pene dell’inferno a causa di questa fan spietata che, mettendosi in macchina, deciderà di fare il giro del paese senza mai fermarsi. Cammina, cammina, arriva ovunque non permettendo mai a nessuno alcuna via di fuga. Se si parla di bellezza nel mondo, Dre sa rispondere solo con Ni’jah. Per lei la cantante è tutto, e in qualche modo avverte il compito di doverla aiutare punendo chiunque non apprezzi il suo talento. In modo crudo e grottesco, Swarm affronta così diversi argomenti passando dall’ossessione alla salute mentale. La solitudine di Dre è tangibile, e Swarm riesce a restituirla al telespettatore in modo estremamente naturale. Servendosi di primi piani intimi e inequivocabili, la serie mette in atto una narrazione che per svelarsi non fa fede solo su dialoghi o eventi, ma anche alla mimica facciale e ai silenzi, al rumore dei pensieri inaccessibili di Dre.

Ogni episodio viene ambientato a distanza di mesi dall’altro. Per ogni puntata, Dre assume sempre un’identità diversa attraverso la quale riesce a muoversi indisturbata. In modo sempre differente, Dre rimane comunque fedele a se stessa e alle sue ossessioni. Ni’jah è per lei un Dio, una religione. Attraverso questa metafora, ella crede davvero che quel che fa possieda un senso di giustizia. Com’è ovvio che sia, nessun gesto della protagonista ha davvero una ragione. Ma per Dre è fondamentale raccontarsi questa storia che la fa sentire, per la prima volta, parte di qualcosa di grande, protagonista di una missione quasi divina.

Swarm (640×360)

Affrontando argomenti che vanno anche dal pregiudizio razziale alla violenza sulle donne, Swarm ha dimostrato di essere una Serie Tv non solo violenta e spietatamente horror, ma anche sostanziosa e consapevole. Sa essere delicata nei momenti delicati, e sa essere dura in quelli che lo richiedono. Attraverso una sorta di conoscenza che facciamo con Dre, Swarm apre anche una possibilità di riflessione per il telespettatore che si ritroverà vittima di una contraddizione: da una parte non perdonerà Dre per i suoi gesti, dall’altra empatizzerà con lei a causa del suo passato, vedendo in questo personaggio un forte grido d’aiuto che invece viene ignorato dalla società. ll punto di forza di questa produzione risiede proprio in questa ambivalenza, in questo senso di impotenza nei confronti di un personaggio che non si sente parte di niente, se non di un’unica cosa che la spinge a tirar fuori il lato peggiore di sé. Guardare Swarm significa addentrarsi in una storia dai tratti quasi realistici che sembrano essere confermati anche dalla presenza di Billie Eilish, una cantante che più volte ha dovuto tollerare la tossicità del suo fandom.

Attraverso il suo sguardo, la serie sembra trovare una base su cui poggiarsi, un bastone su cui reggersi per poter dimostrare che non tutto è frutto di una storia fittizia. Nonostante sia estremizzata, questa è una storia che, anche se in modo diverso, abbiamo già sentito nella nostra vita. Ce ne aveva già parlato Eminem nella sua Stan, una canzone dedicata proprio all’ossessione di un suo fan, ma soprattutto ce ne aveva parlato indirettamente la storia di John Lennon, l’eterno cantante la cui vita fu spezzata proprio da un suo fan l’8 dicembre 1980. Anche se, come detto, in modo diverso, Swarm racconta qualcosa che non è lontana dal nostro immaginario e che, soprattutto, nasconde una storia, un perché, un passato. Attraverso continui colpi di scena e una sceneggiatura imprevedibile, Swarm si fa carico di una narrazione difficile e cruda, una storia che non fa sconti a nessuno e che prosegue il suo percorso attraverso l’alternanza tra il dramma e l’horror, tra il grottesco e il tragico, tra la la rabbia e la disperazione. Le basi per un grande successo c’erano tutte, ma Swarm – chissà poi perché – qui in Italia non ha avuto il successo che avrebbe meritato. Mentre alcuni, oltreoceano, l’hanno inserita anche tra le migliori serie tv del 2023.

Neanche il nome di Billie Eilish è riuscito a far smuovere le cose, e gli interrogativi sul perché questo prodotto non abbia impattato sono davvero tanti. D’altronde, stiamo davvero parlando di una Serie Tv di alto livello, un prodotto horror diverso da molti altri che non perde mai tempo nel giudicare o assolvere, ma che si limita a raccontare una storia che trae ispirazione da un mondo in cui non esiste più un confine tra la fedeltà e l’ossessione. Distribuita nel 2023, Swarm è una di quelle Serie Tv che meritano un’occasione, una produzione che si fonda sui colpi di scena e su una complicata riflessione che ci porterà a vivere i suoi sette episodi con un costante senso di apnea. In un mondo di Serie Tv che hanno avuto successo immeritatamente, Swarm non ha scalpitato per farsi notare. E’ rimasta lì nel catalogo, in silenzio, aspettando un’occasione che, almeno qui in Italia, non è mai davvero arrivata. Che sia finalmente giunta l’ora? Noi ce lo auguriamo.

Qui, se volete, trovate la Classifica delle 10 migliori Serie Tv Originali di Amazon Prime Video