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Roy Kent, il leader carismatico che ti può portare letteralmente ovunque

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Attenzione, l’articolo parla di Roy Kent e quindi implica spoiler sull’intera serie Ted Lasso (se non l’avete ancora vista siete pazzi)

Ted Lasso è un piccolo gioiellino di Apple TV+, una serie che, partita un po’ in sordina, ha creato un successo inimmaginabile su quello che in fondo era uno sketch di Sudeikis di pochi minuti, come promo del canale sportivo NBC. La storia gira intorno all’americanissimo coach Ted Lasso che si ritrova ad allenare una squadra di calcio in Inghilterra, senza sapere niente dello sport, senza sapere niente delle reali intenzioni della proprietaria, ma sapendo moltissime cose sul lavoro di squadra. E se di gioco di squadra vogliamo parlare allora l’AFC Richmond non sarebbe la stessa senza Roy Kent. Quello che si presenta apparentemente come l’anti-Ted, ma che dimostrerà attraverso due stagioni quanto le sue doti da leader siano necessarie alla squadra e non solo.

L’AFC Richmond è una fittizia squadra di Premier League che nella prima stagione ci mostra il suo capitano, un burbero veterano con qualche acciacco. Roy Kent si presenta così, come un orso dal gioco aggressivo, con una boccaccia notevole e un atteggiamento schivo che però nasconde un cuore d’oro e carisma da vendere. Il personaggio, ormai è noto, si ispira alla leggenda del calcio d’oltremanica Roy Keane, capitano per più di un decennio del Manchester Utd. I due giocatori hanno in comune appunto il gioco duro, la mentalità vincente e la grande competitività, oltre al già citato vocabolario e a un certo attaccamento alla maglia tipico del calcio di una volta, che forse, più che attaccamento, sarebbe appropriato definire appartenenza o meglio ancora orgoglio. In un certo senso, avranno anche un epilogo di carriera molto simile, passando da commentatori ad allenatori. Insomma allora come ora, nonostante tutto, avere un Roy in squadra (in qualsiasi declinazione del termine) può rivelarsi una vera benedizione.

roy kent

In Ted Lasso Roy Kent è un leader assoluto e sono molte le lezioni che il personaggio ci dà in questo senso e non solo quando indossa le scarpe con i tacchetti. Lo sa bene Phoebe, la nipotina amatissima da Roy che è protagonista di alcuni dei momenti più divertenti del personaggio, ma anche di quelli in cui Kent dimostra di essere un capitano dedito al gioco di squadra, anche senza la maglietta del Richmond. L’episodio di Natale, in cui Roy e Keeley cercano di casa in casa un dentista per evitare alla bambina ulteriori prese in giro, se da una parte è davvero esilarante, dall’altra è un esempio perfetto di tenacia e altruismo. Roy trascina la fidanzata e la bambina per la strada più ricca del loro quartiere alla ricerca di un dentista promettendo qualsiasi cosa, non perdendosi mai d’animo, non lasciando che nessuno si lasci sopraffare dalla stanchezza. Non importa quale sia il punto, se per lui è importante ci mette tutto quello che ha: il cuore, l’impegno, la fatica e la faccia. Così fanno i veri leader. Esattamente come sul campo da calcio trascina l’intera squadra alla vittoria, pur sapendo che gli costerà la carriera, pur sapendo che il suo ginocchio non resisterà allo sforzo. Come fosse una forza che viene da dentro e che gli impone di ragionare solo di pancia, d’istinto, di cuore in un’inarrestabile necessità di fare la cosa giusta non per il singolo, ma per tutto il team.

Ma essere un leader significa anche sapersi mettere in discussione e sono moltissime le situazioni in cui Roy Kent ammette i propri limiti e i propri errori. Sa quando è il momento di ritirarsi dalla carriera nonostante il dispiacere della scelta, sa anche quando è il momento di smettere di fare l’opinionista in uno studio televisivo e tornare sull’erba, reinventandosi per l’ennesima volta. Sa quando deve dare a Phoebe una sterlina per ogni parolaccia detta in sua presenza e sa quando è il caso di far partire la speciale playlist “Roy is sorry for not understanding Keeley” . Se non si è consapevoli di ciò che si sbaglia non si può trovare il modo di migliorarsi e Roy, pur con i suoi tempi e le sue difficoltà mira sempre all’evoluzione.

Ma, più di tutto, quello che rende il personaggio di Roy Kent così speciale e indispensabile in Ted lasso è la sua capacità di supportare gli altri, riuscendo a tirare fuori il meglio da ciascuno nonostante la sua superficie così ruvida. Sarà pure un uomo di poche parole, ma ciò non significa che non capisca le persone e non sappia agire nella maniera più incoraggiante possibile. Con Isaac , eletto neo capitano della squadra, che si ritrova a vivere un momento di crisi in cui non riesce a dare il meglio di sé, per esempio. Roy lo accompagnerà a quella che potrebbe essere l’equivalente della partitella fra amici nei quartieri popolari, così da ricordargli che prima di tutto il calcio è un gioco e non un lavoro. Con Nate negli spogliatoi, quando lo aiuta a credere in se stesso non permettendogli di farsi schiacciare dal giudizio o dalle prese in giro degli altri (cosa che come ben sappiamo non verrà ripagata). Con Rebecca dopo una cena a quattro con un nuovo possibile fidanzato, in cui le ricorda che non si deve accontentare di un uomo carino, perché: ” Ti meriti qualcuno che ti faccia sentire come se fossi stato colpito da un fo***to fulmine!” In un certo senso anche con Jamie Tartt, quando lo sottopone a continue vessazioni e prese in giro per regalargli l’unica cosa che gli manca per essere un grande calciatore: la capacità di fare squadra.

Il personaggio di Roy Kent , all’interno di Ted Lasso subisce un’evoluzione evidente e forse, se non fosse arrivato questo allenatore gentile dall’altra parte dell’oceano, le caratteristiche di leadership di Kent magari non sarebbero emerse con la stessa lampante e cristallina evidenza. Una cosa però è certa, Roy è un leader perché al di là di quello che ha dimostrato sul campo è quello che c’è dentro di lui a renderlo tale. Meglio di chiunque altro lo sa dire Phoebe:

Roy Kent è mio zio, la sua barba punge, mi compra sempre il gelato, impreca moltissimo ed è molto divertente. Gli voglio bene”. Insomma niente che abbia a che vedere con il campo da calcio, ma una dimostrazione evidente che il personaggio è così ben costruito da avere un’infinità di strati da scoprire. Che sia chiaro, non era possibile pensare neanche per un minuto che Roy Kent potesse essere il villain in Ted Lasso, ma nemmeno che riuscisse a diventare molto più di un cliché. Il personaggio interpretato da Brett Goldstein è uno dei più amati perché onesto e genuino, si potrebbe quasi definire umano. Uno di quelli che non si può incasellare nei soliti stereotipi, che si evolve mostrando un’infinità di lati imperfetti e realistici, uno che sbaglia per poi riprovarci meglio, che dà vita a relazioni sane perché non si nasconde e non si finge diverso. È un leader che ti conquista, che ti trascina via con la forza di gesti discreti, ma incredibilmente giusti. Tutti vorremmo un Roy Kent nella nostra vita e per questo non possiamo non fare il tifo per lui.

” He’s here, He’s there, He’s every f***ing where! Roy Kent, Roy Kent!”

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