Il seguente articolo contiene spoiler di Ted Lasso.
Tra le rivelazioni più eclatanti degli ultimi due anni spicca la serie tv originale Apple TV+ Ted Lasso. E’ impossibile non averne mai sentito parlare in rete. In un ambiente costellato da tante comedy e, ancor di più, da tante comedy progressivamente sporcate da toni drammatici, lo show con Jason Sudeikis cristallizza e rilancia una tendenza popolare degli anni recenti. La continua commistione di generi che vede soprattutto coinvolte le commedie seriali, risponde a quella necessità di molti di impegnarsi in ogni tipo di visione: i pubblici non vogliono più soltanto ridere, e le sitcom a loro volta non vogliono più soltanto far ridere. In tal senso, Ted Lasso si fa portatore e manifesto di questa chiave, essendo probabilmente la comedy televisiva che più è riuscita a coniugare i toni da commedia e da dramma proponendo una storia che sa farci ridere e commuovere.
La chiave di Ted Lasso è l’empatia.
Quella di Ted Lasso è una storia che trae tanto dall’empatia, coi personaggi e tra i personaggi. Apple Tv+ ci ha donato una serie tv di attualmente due stagioni che si distingue dal coro grazie a un cuore grande che ci parla con sincerità e semplicità di tanti temi importanti connessi anche e soprattutto alla salute mentale. La comedy rivelazione degli ultimi anni non è ancora terminata ufficialmente ma già ci sentiamo di erigerla nell’olimpo di quelle serie tv di genere che più sono riuscite a emozionarci e intrattenerci. L’intelligenza di Ted Lasso sta nella coerenza della propria identità e nella fermezza nella decisione di non snaturarsi. Dopo solo due stagioni dal riscontro più che positivo (con un’incetta di premi non indifferente tra Emmy Awards e Golden Globes), è stato rivelato che la terza produzione sarà scritta come se fosse l’ultima della serie tv già giunta quindi a una propria conclusione. La maestria sta spesso anche nella capacità e nel coraggio di sapersi fermare in tempo. Sin dal principio Ted Lasso era stata concepita per tre stagioni e la decisione, almeno per il momento, di chiudere la storia come da idea iniziale, nonostante il grande successo, è di grande valore.
A essere speciale è la storia del coach di football americano Ted Lasso che, dopo degli ottimi risultati nella lega dei college statunitensi, viene trapiantato in Inghilterra alla guida della disfunzionale squadra di calcio britannica AFC Richmond. Il nuovo allenatore è fortemente voluto dalla proprietaria del team Rebecca Welton col solo scopo di far fallire la squadra come vendetta personale contro l’ex-marito. Lasso viene dunque assunto (nella sua inconsapevolezza) come arma di distruzione del modesto club, proprio sfruttando la sua totale ignoranza per uno sport lontano e mai praticato. L’inesperto allenatore, affiancato dal kit man Nate e dal taciturno assistente coach Beard, rivela però un grande charm capace di colmare molte delle sue mancanze.
Ted Lasso è uno show in evoluzione.
La serie tv ha un umorismo brillante e spassoso che tanto si rifà alla parodizzazione delle dinamiche sportive e al costante gioco di contrasti tra Inghilterra-e-Stati Uniti e calcio-e-football. Lo straniamento vissuto dal disorientato allenatore è commedia colante che ben presto va più a fondo: Ted Lasso ci insegna che l’importante non è sempre vincere e, grazie a un ottimismo disarmante e un tono paterno, stringe noi e l’AFC Richmond in un abbraccio che significa molto di più. La commedia inizia a dispiegarsi attraverso i modi gentili e premurosi del coach che sembra sempre più un papà da scoprire, per poi rivelarsi un caldo racconto che ci fa stare bene.
Ted Lasso ci fa ridere e ci impegna, divenendo un comfort show come pochi.
Dietro la maschera di estrema positività che sembra mai scalfire l’allenatore si cela un uomo fragile segnato dalla vita che cerca di sopprimere il proprio dolore. Attraverso metafore sportive e dinamiche fuori dal campo siamo calati in un racconto introspettivo veicolato tramite i tormenti di Lasso e le vicende personali e professionali che coinvolgono i membri del club. Ted Lasso è un racconto sullo sport che si prende gioco di dinamiche comuni e stereotipate del settore e che ne impiega le sequenze per trasmettere significati più intimi. Proprio per questo è una serie tv anche per chi del calcio non ci ha mai capito nulla. Ironizza sul calcio (e sul mondo dello sport in generale), e con una narrazione a più livelli si articola nei diversi sottostrati della realtà e introspezione che più accomunano gli individui, soprattutto con particolare riguardo al tema dell’inclusività, della salute mentale e delle relative diramazioni.
E’ uno show unico grazie alla franchezza con cui parla di empatia e vicende umane. Il rassicurante sorriso dell’allenatore ci stringe e ci ricorda che ognuno sta combattendo una battaglia personale.
Un racconto dolce e amaro di alti e bassi che ci insegna a cogliere il meglio da ogni opportunità e situazione di vita.
I problemi evidenziati non vengono proposti esclusivamente attraverso la tranquillizzante e tormentata figura di Ted. Infatti, nonostante ci sia un protagonista designato, Ted Lasso è una serie tv corale che riesce bene a includere una rosa di personaggi ben caratterizzati, interessanti e con cui empatizzare grazie proprio alla profondità emotiva e introspettiva attribuita a ciascuno. Il burbero e scontroso capitano Roy Kent, l’egocentrica superstar Jamie Tratt, l’emarginata mascotte Nate Shelley, l’entusiasta e sensibile Dani Rojas, il giovane Sam Obisanya che sente il peso della responsabilità familiare sulle sue spalle, ma non solo. Ted Lasso raccoglie al proprio interno un insieme di figure ironicamente stereotipe del mondo calcistico che si fanno veicolo, una a una, di valori e situazioni autentiche e rilevanti ancora troppo ignorate nel panorama mediale e sociale. La serie tv usa le dinamiche di sport e di squadra per porre l’attenzione su aspetti come l’inclusione, il rapporto con gli altri e sè stessi, il lutto, la gestione dell’ansia, ecc.. Permette di esplorare i lati più intimi e le debolezze di ciascuno. Ted Lasso è uno show educativo che fa delle differenze un punto di umorismo, incontro e rinascita. Il protagonista fa i conti con un nuovo stile di gioco e di allenamento, ma anche con una nuova necessità di relazionarsi con sè stesso.
La resilienza, la tenacia e la bontà del coach e dei personaggi che gli stanno attorno rendono Ted Lasso un titolo diverso dagli altri e un manifesto di empatia.
Ted Lasso è uno show maturo in cui, tra le varie, anche i plot twist funzionano (come l‘indimenticabile infamata di Nate): non è prevedibile come le tradizionali sitcom e si dota anche della spietatezza emotiva da cui le comedy spesso ci proteggono. Il calcio non è il focus principale, e l’allenatore e lo show non puntano solo a vincere, ma ad accompagnarci in un percorso di scoperta e consapevolezza in cui non si tenta di fare la morale a nessuno. Perché Ted Lasso non somiglia a nient’altro: è una combinazione vincente di elementi che possono farci male per la franchezza con la quale parlano anche di noi, spesso veicolati col sorriso di chi cerca di parlare di ciò che fa male senza sottovalutare e generalizzare problemi da cui si può uscire scottati. Ted Lasso arriva dritto grazie alla genuinità e leggerezza di una commedia che non si tira indietro, con un umorismo irriverente si rende l’ideale per un pubblico eterogeneo e impegnato.