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Provaci ancora, Ted

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ATTENZIONE: non proseguite la lettura se non volete leggere spoiler su Ted Lasso

Nel mondo del calcio oggi c’è spesso la tendenza a classificare gli allenatori dividendoli tra coloro che cercano di dare una forte impronta tattica alla squadra e quelli che invece vengono definiti “gestori”. In questa seconda categoria potremmo inserire Ted Lasso con una sola piccola postilla: gli allenatori gestori hanno comunque ben in mente come mettere in campo una squadra e grande conoscenza tattica, Ted invece decisamente no.

Eppure questa mancanza non ha portato l’allenatore di Kansas City a ottenere unicamente risultati insoddisfacenti, anzi. Grazie alla sua umanità e alla sua capacità di leggere e interpretare le altre persone è stato in grado di farsi accettare e benvolere da tutti, comprendendo quali fossero le doti di ognuno e inserendo ogni persona nel posto giusto. Nonostante la serie decida di concentrarsi maggiormente sulle vicende extracalcistiche e personali dei protagonisti, i momenti sul campo non mancano e il rendimento della squadra è quasi sempre influenzato proprio dalle vicende extracalcistiche. Durante gli episodi, sin dall’inizio, il protagonista in primis si troverà ad affrontare momenti difficili a causa della lontananza dalla famiglia e, in seguito, del divorzio.

Questo non sempre avrà influenze negative sul rendimento della squadra: sapendo scegliere persone capaci che inserisce nel posto giusto, Ted Lasso verrà spesso aiutato e sostituito in maniera efficiente da coloro di cui si è circondato.

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Ted Lasso e Roy Kent (1200×675)

Durante la prima stagione, riuscire a calmare le acque dopo la sua nomina ad allenatore non era semplice. Un allenatore di football americano che non ha alcuna conoscenza del mondo del calcio, per una squadra già in crisi, non rappresenta la scelta migliore sulla carta. Se la squadra in questione gioca in Premier League, ormai quasi ufficialmente riconosciuto come il campionato di calcio più importante e difficile del mondo, il tutto appare ancora più assurdo. Scelto dalla nuova proprietaria per fare affondare la squadra, in modo da vendicarsi del terribile ex marito, Ted Lasso riuscirà invece a entrare in primis nelle grazie di Rebecca stessa, portandole quotidianamente degli ottimi biscotti fatti in casa e aiutandola spesso in situazioni difficili. Allo stesso tempo riuscirà a cavarsela anche di fronte al difficilissimo compito di convincere il giornalista Trent Crimm, al quale era stato dato in pasto con la certezza che ne sarebbe uscito con le ossa rotte. Infine il neoallenatore deve convincere la squadra, dove non pochi giocatori hanno riserve nei suoi confronti. Riesce però a comprendere subito la tristezza provocata dalla nostalgia di casa di Obisanya organizzando una festa per lui; cerca di responsabilizzare l’esperto ma irrequieto Roy Kent facendogli sentire il peso della fascia di capitano; cerca di cambiare Jamie Tartt, il giocatore più talentuoso ma al tempo stesso problematico ed egoista all’interno della squadra.

La decisione più inattesa e al tempo stesso geniale che prende è quella di promuovere il magazziniere Nate ad allenatore in seconda. Una scelta che probabilmente nessun altro avrebbe preso: chi altro avrebbe affidato al magazziniere un incarico simile nel campionato più importante del mondo? Eppure Ted vede qualcosa in lui, capisce che si tratta di un ragazzo di talento che conosce molto bene il campo. Nate ha avuto la possibilità di vivere e respirare a lungo l’ambiente dello spogliatoio e ha visto tante volte i giocatori in azione a bordocampo. Questa mossa non è affatto da sottovalutare: al termine della seconda stagione Nate verrà addirittura scelto come primo allenatore del West Ham United.

Ted Lasso ci aveva decisamente visto lungo.

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Ted e Nate (640×357)

Durante la prima stagione il Richmond ottiene risultati negativi nelle prime partite. La stagione sembra destinata a essere disastrosa e invece, proprio quando Ted comincia ad affrontare il difficile divorzio, la squadra inizia a ottenere risultati utili. Nonostante Jamie fosse il migliore giocatore della squadra, viene messo a sorpresa in panchina perché il suo egoismo era una delle cause dei risultati negativi, e grazie a questa mossa viene ottenuta una vittoria molto importante. In seguito, distrutto dopo aver ricevuto le carte del divorzio, l’allenatore affida il discorso prepartita a Nate, agguantando una vittoria storica contro l’Everton grazie proprio alla carica del futuro Wonder Kid.

In questo periodo però si verifica un evento determinante per i risultati della squadra, uno dei pochi momenti (forse l’unico) in cui vediamo il protagonista perdere le staffe per un attimo. Rebecca, per mettere nuovamente i bastoni tra le ruote alla squadra, decide di restituire Jamie al Manchester City. Ted era arrivato molto vicino a fare breccia nel cuore di Tartt, e stava riuscendo a trasformarlo gradualmente in un perfetto giocatore per il Richmond, per questo reagisce con una certa rabbia quando scopre la notizia. Jamie restava in assoluto il talento più fulgido della rosa. È difficile non pensare a cosa sarebbe potuto succedere se non avesse giocato con la maglia dei cityzens nella partita finale, oltre a quanto avrebbe potuto aiutare il Richmond nel resto della stagione.

Purtroppo Rebecca smetterà di remare contro la squadra soltanto dopo la restituzione di Tartt, quando oramai questa decisione era già stata presa.

La squadra giocherà un’ottima partita finale contro il City arrivando a un passo dalla salvezza, ma proprio Jamie li condannerà all’ultimo secondo alla retrocessione.

Jamie Tartt (540×352)

A questo punto Ted è entrato a tal punto nel cuore della proprietaria, dei giocatori e dei tifosi che viene riconfermato nonostante la conclusione deludente. Nella stagione successiva il Richmond, almeno sulla carta, deve lottare per la promozione ma il campionato si apre con una sfilza di ben 7 pareggi. Questo forse è il momento peggiore della gestione Lasso, dopo il buon finale della stagione precedente (eccetto l’ultima partita) questi risultati sono decisamente deludenti. È evidente che la squadra, perdendo il proprio capitano, debba trovare un nuovo equilibrio. Per buona parte della seconda stagione, rispetto alla prima, si vede un po’ meno il campo. Seguiamo il difficile divorzio di Ted, la crisi di Dani Rojas, la vita post calcistica di Roy, la nuova relazione di Rebecca. Non mancano però i momenti in cui l’allenatore riesce a prendere importanti decisioni per il rendimento della squadra: coinvolgere Roy per aiutare Isaac si rivelerà fondamentale. Non solo Isaac tornerà a giocare con maggiore sicurezza incarnando appieno il ruolo di capitano, ma questo sarà determinante anche per convincere Roy a diventare allenatore in seconda della squadra, incarico che fino a prima aveva rifiutato con sdegno. Non va dimenticato nemmeno il ritorno di Jamie, giocatore ormai ben diverso da quello visto nella stagione precedente, pronto a sacrificarsi per la squadra al momento del bisogno.

Quando i risultati della squadra cominciano a migliorare, Ted affronta una grave crisi di panico a bordocampo. Nonostante ciò, come sottolineato all’inizio dell’articolo, i periodi di crisi dell’allenatore non inficiano necessariamente i risultati della squadra. Nell’esatto momento in cui si allontana dalla panchina, scendono in campo in prima persona coloro a cui ha deciso di dare fiducia. Grazie a Nate, il Richmond vince una storica partita contro il Tottenham con una tripla sostituzione. In seguito, dopo una dura sconfitta contro il Manchester City e una grave crisi causata dal padre, è Beard a consolare Jamie offrendogli una spalla.

Alla fine della stagione Ted Lasso riuscirà gradualmente a riprendersi grazie all’aiuto indispensabile della psicologa della squadra. L’unico grave neo in un finale di stagione altrimenti perfetto è rappresentato dalle ambizioni di Nate. Oramai ubriaco a causa dei tanti elogi ricevuti per la tripla sostituzione contro il Tottenham, il Wonder Kid deciderà di abbandonare la squadra per diventare allenatore del West Ham.

L’addio di Nate ha un certo peso ma da solo non può distruggere una macchina che ha cominciato a funzionare bene.

Believe in Ted Lasso (640×360)

Spesso nell’ambiente calcistico si dice che un allenatore necessita di qualche stagione per lavorare assieme alla squadra e fare comprendere la sua filosofia di gioco. Ted Lasso non ha decisamente una filosofia chiara di gioco. La sua filosofia è morale, umana, e non per questo va ritenuta secondaria. La squadra, giunta alla terza stagione assieme all’allenatore di Kansas City, è già cresciuta molto umanamente e ha trovato il suo equilibrio. L’ultima stagione ha portato risultati superiori a ogni aspettativa, sbaragliando tutti i pronostici. Neppure l’addio di Zava, uno dei più forti giocatori del mondo, ha avuto un impatto determinante sui risultati. Jamie è ormai un ragazzo maturo che ha deciso di diventare definitivamente il leader e ha instaurato un bellissimo rapporto di amicizia con Roy. Il clima nello spogliatoio non è mai stato migliore ed è stata sfiorata addirittura la vittoria del campionato. Bisogna sempre avere fiducia in Lasso. Persino Nate, pur di tornare al Richmond, ha accettato di nuovo il ruolo di magazziniere e ha chiesto scusa. Si fa di tutto pur di tornare dove si è stati bene, anche a costo di fare un grande passo indietro a livello professionale.

L’addio alla fine è terribilmente doloroso ma ricorda che Ted non dimentica mai le proprie responsabilità. In tre anni non ha mai smesso di pensare, neanche per un singolo momento, al figlio che ama tanto. Non ha mai dimenticato che, prima di tutto, vuole e deve essere un buon padre. Indubbiamente è lui il primo a soffrire quando deve dire addio a Roy, Rebecca, Higgins, Nate, Trent e persino al fido Beard che l’aveva sempre accompagnato. Il destino per il Richmond appare comunque roseo, ed ecco che la gestione Lasso rivela il più grande pregio: lasciare un’impronta indelebile. Roy, la società e tutta la squadra sicuramente continueranno il loro percorso di crescita anche senza Ted, ma ci riusciranno solo perché lui li ha cambiati e ha tracciato la via da seguire. Tutti sono diventati persone migliori perché, dentro di sé, ognuno porta un pezzetto di Ted Lasso.

Certo, se Ted fosse stato solo, le cose sarebbero andate in maniera ben diversa sulla panchina della squadra. Per fortuna, così non è stato. Fino a poco fa ripetere “provaci ancora, Ted” appariva naturale di fronte a un uomo che ha impiegato ben 3 stagioni per imparare la regola del fuorigioco. Alla fine però ce l’ha fatta, è riuscito persino in questa impresa. Grazie Ted, grazie per averci insegnato che esiste un altro modo per allenare. Ci hai provato, non hai mai smesso di farlo e alla fine hai sorpreso tutti. Goditi i momenti con Henry ma ricorda che in Inghilterra ti attenderanno sempre a braccia aperte. The Richmond way esiste grazie a te.