Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sul decimo episodio della terza stagione di Ted Lasso
Ted Lasso, senza Ted Lasso? Sul serio? Se l’è domandato alcuni giorni fa uno dei magazine statunitensi più importanti tra gli specializzati in serie tv, TvLine, e il quesito sembra essere molto meno assurdo di quel che ci si potrebbe aspettare. Non è un caso, infatti, che il medesimo dubbio sia stato sollevato nelle ultime ore anche da un altro magazine altrettanto influente, il Decider, sempre più tentennante sul futuro prossimo di Jason Sudeikis, interprete dell’iconico personaggio. Con sfumature diverse, risposte differenti sulle potenziali conseguenze della svolta e un filo conduttore che spiazza non poco i fan di una delle comedy migliori dell’ultimo decennio: dobbiamo prepararci a dire addio a Ted Lasso tra pochi giorni, con la conclusione della stagione attualmente in corso?
La possibilità è concreta, anche se nessuno si è finora sbottonato ufficialmente a riguardo: il terzo ciclo di puntate, specialmente dopo l’ultimo episodio andato in onda, sembra si stia indirizzando sempre più verso un series finale che metterebbe fine all’avventura londinese di Ted Lasso, e i rumors sulla potenziale chiusura della serie tv si rincorrono ormai da anni, assecondati da affermazioni più o meno sibilline da parte di addetti ai lavori, autori e vari membri del cast. Ma è davvero questa l’unica possibilità sul piatto? Davvero Apple Tv+ si è decisa a privarsi del gioiello più scintillante del catalogo, dopo un tempo relativamente breve? Non ci sentiamo di escluderlo visto che Bill Lawrence, creatore di Ted Lasso, ha più volte rimarcato il fatto che questa storia fosse stata immaginata fin dall’inizio per uno sviluppo in tre atti, ma allo stesso tempo nessuno aveva immaginato che avrebbe avuto il successo che ha poi avuto, quindi le condizioni potrebbero essere cambiate nel tempo. E a questo punto gli scenari sviluppabili sono molteplici.
Esploriamoli insieme e proviamo a offrire delle soluzioni esaustive per fare luce sulla vicenda e rispondere all’interrogativo evocato in apertura.
Partiamo da un presupposto: non è mai facile immaginare la continuazione soddisfacente di una serie tv se la si priva del proprio protagonista. Ancora di più se il protagonista è particolarmente carismatico, dotato di una personalità peculiare e rappresenta in tutto e per tutto il motore degli eventi, il cuore pulsante di una narrazione che si incentra a fondo sulla sua figura. Insomma, non sarebbe semplice prospettare una continuazione di Ted Lasso senza Ted Lasso. Ma non sarebbe impossibile, visto quello che stiamo vedendo nella terza stagione e che si è palesato in particolar modo nel corso dell’ottimo decimo episodio, International Break: la serie, grazie anche a un minutaggio aumentato esponenzialmente, è diventata più corale, ha dato una voce più significativa ai personaggi secondari e ha messo Ted Lasso, il protagonista, sullo sfondo. Ai margini del racconto, in una posizione defilata con uno screentime nettamente ridotto rispetto alle prime due stagioni. Risultato? Alcuni episodi non riuscitissimi e una stagione finora non impeccabile, seppure ancora d’altissimo livello. Ma anche un episodio fenomenale come International Break, premiato su IMDb con un generoso e sacrosanto 8.7, e diversi segnali interessanti su una possibile emancipazione della serie da un protagonista non più indiscusso.
Alla luce di tutto ciò, continua a sembrar complesso immaginare una serie come Ted Lasso che decida di privarsi in toto del suo deus ex machina, ma diventa più sensato esplorare le alternative alla chiusura. Come prospettato da TvLine, Ted Lasso potrebbe andare avanti con una quarta stagione, senza Ted? Oppure il sequel assumerebbe i contorni di un vero e proprio spin-off incentrato su figure diverse, eredi dell’esperienza dirompente del coach statunitense? In questo caso, seguendo l’intrigante parallelismo del Decider, Ted Lasso assumerebbe il ruolo di Mary Poppins, un protagonista che lascia tutti dopo aver cambiato la vita di un gruppo di persone con un’impronta indelebile? Tanti interrogativi, poche risposte. Ma ci sentiamo di confrontare la possibilità di una quarta stagione di Ted Lasso senza Ted Lasso con quella, poi concretizzata, della nona stagione della creatura regina dell’autore della serie, il già menzionato Bill Lawrence. Parliamo ovviamente di Scrubs e di un sequel, molto più vicino a uno spin-off che a una reale continuazione della trama principale, che fu affossato e rinnegato dalla stragrande maggioranza dei fan per poi concludere la sua amara corsa dopo una sola stagione.
Facciamoci allora un’altra domanda, visto che le risposte latitano: Ted Lasso rischia di fare la fine di Scrubs?
Qua sentiamo di volerci sbilanciare maggiormente: no, quel rischio non c’è. Non fino in fondo, almeno. Perché a dispetto di quanto sostenuto dai più, quelli che affermano in corso da un decennio che la nona stagione di Scrubs non esista e che la serie si fosse fermata con l’indimenticabile finale dell’ottava, Med School non era poi così male. Affatto. Anzi, fu la degnissima erede di Scrubs con un potenziale quasi del tutto inesplorato, rea di aver compiuto un solo, fatale, errore: essere uno spin-off che fu impacchettato per essere la nuova stagione di una serie tv che non esisteva più.
Bene, potremmo dire altrettanto a proposito di Ted Lasso: avrebbe senso realizzare un sequel senza il protagonista incentrandolo sulle altre figure primarie del cast e, in aggiunta, l’inserimento di nuovi elementi capaci di offrire una nuova spinta a una narrazione che si ritroverebbe orfana della propria punta di diamante, a patto che si cambi il nome e il cambiamento del nome non sia l’unico segno di discontinuità col passato. Perché, banalmente, Ted Lasso non potrebbe più essere Ted Lasso senza Ted Lasso. E se pensasse di poter mantenere la propria identità senza rimettersi in discussione con un’evoluzione significativa, arrivando addirittura a mantenere il medesimo titolo e proporsi come quarta stagione di una serie ormai defunta, andrebbe incontro a un probabilissimo bagno di sangue. Un fallimento quasi inevitabile.
Non è quello che vogliamo, a prescindere da tutto. E siamo convinti allo stesso tempo che Ted Lasso avrebbe un’infinità di presupposti narrativi per andare avanti al meglio e senza alcuna forzatura per almeno un’altra stagione, magari ambientata in uno scenario un po’ più europeo e un po’ meno britannico. Ma visto come si stanno mettendo le cose è una delle possibilità in ballo: lo testimoniano, ripetiamo, le evoluzioni di una trama dalle vibes sempre più associabili all’apprestarsi di un finale definitivo e con esse, le costruzioni e le ristrutturazioni delle storyline di Roy e Nate, oltre ai segnali trasversali che stanno arrivando all’interno della serie e, da tempo, al di fuori di essa.
In alternativa, potremmo capovolgere la prospettiva e immaginare una quarta stagione di Ted Lasso… con solo Ted Lasso. Anche in questo caso, paradossalmente, sarebbe opportuno esplicitare fin dal titolo l’avvento di uno spin-off e non una reale continuazione della serie, ma intrigherebbe non poco l’idea di privare il protagonista del contesto e dei personaggi a cui siamo ormai abituati per reinserirlo in un contesto del tutto nuovo. Negli Stati Uniti o da qualunque altra parte del mondo, magari per allenare una squadra di football, il suo sport d’appartenenza, oppure vederlo districarsi con un altro sport a lui più o meno ignoto. Per esempio il basket, visto che non sono mancati i riferimento a esso all’interno di Ted Lasso. Vogliamo fermarci qui perché le possibilità sono pressoché sterminate e l’analisi rischierebbe di assumere i contorni di una mera speculazione, ma una cosa è certa: Ted Lasso non potrebbe sopravvivere senza Ted Lasso, mentre il suo universo narrativo potrebbe farlo alla grande. Così come potrebbe farlo Ted senza tutti gli altri, all’interno di uno spin-off audace, suggestivo e dal potenziale a dir poco interessante.
Sennò dovremmo arrenderci all’idea più dolorosa tra tutte, quella su cui ci siamo volutamente concentrati meno in questo focus: dovremmo prepararci a dire addio a Ted Lasso, in tutto e per tutto, tra meno di due settimane.
Con la consapevolezza che fermarsi all’apice, quando tutto o quasi va per il meglio al di là delle difficoltà e l’addio si converte in una scelta artistica ben distante dalle logiche del nostro mondo, sarebbe una decisione all’altezza di una grandissima serie e di un grandissimo personaggio che sa sempre quando arriva il momento giusto per dire basta. Non mancherebbero i rimpianti perché tre stagioni e trentaquattro episodi sembrerebbero comunque pochi per un titolo di questo calibro con tante possibilità inesplorate, ma se in cambio dovessimo avere un finale degno di un masterpiece del genere, potremmo accettarlo con il cuore un po’ più leggero. Sapendo che in un modo o nell’altro, Ted Lasso sarà parte delle nostre vite per sempre. Senza aver bisogno di trasformare tutti noi in un banco di pesci rossi.
Antonio Casu