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Bad Lasso – Ted Lasso si trasforma e rivoluziona la trama della Serie

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ATTENZIONE: la trasformazione di Jason Sudeikis da Ted a Bad Lasso è frutto di un delirio della nostra fantasia, ma non escludiamo che leggendo l’articolo possiate incappare in qualche spoiler sulle due stagioni di Ted Lasso, una serie che non somiglia a nient’altro. In tal caso, vi abbiamo avvisati!!

Ted Lasso, l’avete presente? Quel personaggio così straordinariamente ordinario, col sorrisino di chi semina buonumore e il baffetto folto dei tipi sobri e dalla postura rassicurante? Beh, dimenticatelo. Il coach del Richmond, per anni fanalino di coda della Premier League, ha mostrato finalmente il suo lato più truce, portando i commentatori sportivi ad interrogarsi sulle cause della sua sorprendente trasformazione. Cura Mourinho? Lezioni di autostima a casa di Zlatan? Maratona Premier Special con Paolo Di Canio in seduta permanente sul plasma della tv? Le ragioni alla base del drastico cambio di atteggiamento dell’allenatore del Richmond sono tuttora sconosciute, sebbene nel retro dei pub della cittadina inglese circolino i più svariati rumors sul passato e sul futuro di coach Lasso, il volto rivelazione di questa stagione di grande calcio. A sentire Keeley Jones, responsabile comunicazione del club, le voci sui ricorrenti attacchi di panico di Ted Lasso sarebbero vere. “Fonti anonime vicine allo staff” (Nate Shelley, of course) confermano. Nella gara casalinga con l’Arsenal, coach Lasso si è dovuto allontanare un’altra volta dall’area tecnica per improbabili “indisponibilità fisiche”. Ma la verità è sempre stata un’altra: Ted Lasso soffre di attacchi di panico. Episodi ricorrenti, a volte invalidanti, che hanno costretto il tecnico a delegare le sue mansioni di head coach al taciturno coach Beard e alle intuizioni tattiche di Nathan Shelley. La dottoressa Sharon Fieldstone, terapeuta della squadra, avrebbe consigliato a Ted di svestire una volta tanto i panni dell’uomo perbene e di dar sfogo alle pulsioni più recalcitranti rimaste premurosamente nascoste dietro la sua proverbiale gentilezza. La senti quella rabbia che ti si agita dentro, Ted? Non soffocarla. Lasciala emergere.

Ted Lasso (640x360)
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E così l’ingenuo e bonaccione coach del Richmond, ha allentato le briglie e si è seduto in panchina, mandando al diavolo consiglieri poco affidabili, dirigenti con la prosopopea di quelli che guardano tutti dall’alto in basso, top player capricciosi, assistenti lamentosi e giornalisti pregni di quella vena di umorismo britannico così insopportabile alle orecchie degli yankee d’oltreoceano. A farne le spese sono stati innanzitutto i giocatori del Richmond, coccolati con sedute di allenamento raddoppiate, premi partita a base di giri di campo, trasferte nei boschi di Richmond con zaino in spalla e passo da marcia militare. Apple TV+ aveva effettivamente pianificato un remake di Full Metal Jacket con Jason Sudeikis come protagonista, ma poi il taglio di fondi della piattaforma ha fatto naufragare il progetto. Alcuni spunti dell’utopistica serie Apple TV+ sono però finiti nel grande calderone di Ted Lasso, una crasi di idee e lavori differenti che hanno portato al restyling dello show con Jason Sudeikis. Orribile palla di lardo! Porta il tuo c**o in campo e piantala con le ciance da ragazzina! Coach Beard – fischietto in bocca, visiera del cappello abbassata, e borraccia carica di whiskey – se la ride mentre osserva sornione il suo vecchio amico Ted che rispolvera le performance del sergente maggiore Hartman con i malcapitati del Richmond. Il giovane gallese Colin Hughes è finito in tribuna per tre partite consecutive dopo aver tardato all’allenamento delle 5.30 del mattino. Roy Kent, il leader carismatico che ti può portare ovunque ma anche il capitano più lamentoso della Premier League, è quello che ha gestito peggio la trasformazione di coach Lasso. Le ammicanti battute sul suo stato di salute, i continui riferimenti alla data sulla carta d’identità, le strizzatine d’occhio sempre più frequenti a Jamie Tartt hanno portato Kent allo sfinimento. Al punto che il vecchio – diciamolo a voce bassa, altrimenti si arrabbia – capitano del Richmond ha abbandonato qualsiasi remora ed è finito sulla poltrona della dottoressa Sharon per un supporto psicologico mirato. E, presumiamo, un po’ di calore umano.

Senza più peli sulla lingua, sregolato ed eccessivo quanto un Cassano in una diretta Instagram con Bobo Vieri e simpatico almeno quanto lo era José Mourinho ai milanisti nell’anno del triplete, Ted Lasso è diventato in un attimo Bad Lasso.

Ted Lasso (640x360)
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Il sergente Hartman dello spogliatoio, benignamente ribattezzato er baffone dai più temerari dei suoi giocatori. Amabile quanto un Antonio Conte in preda alle manie di onnipotenza, docile quanto uno Zdeněk Zeman post-sconfitta in zona retrocessione. La grande scritta che campeggiava sulla porta del suo ufficio, BELIEVE, è stata recentemente accompagnata da un’aggiunta a penna: IN ONE GOD: ME. Credo in un solo Dio, Bad Lasso. La filosofia di squadra del Richmond è cambiata radicalmente. Niente più giocatori felici, appagati dalla semplice e genuina gioia che produce il gioco, ma vere e proprie macchine da guerra pronte a sputare sangue in campo pur di agguantare il risultato. Jamie Tartt è diventato il pupillo di Ted. Gli schemi sono finalizzati a dare la palla al giovane top player del Richmond per mandarlo in porta e concretizzare la rete. Niente elucubrazioni tattiche, niente sofismi da salotti sportivi: la palla va sui piedi di chi invece di passarla al compagno libero, ha in mente un solo obiettivo: sfondare la porta. Ed eventualmente le mani del portiere. La cattiveria agonistica mutuata dal football americano è diventata un’arma in più nelle mani di Ted/Bad Lasso. I placcaggi hanno sostituito i tackle nel linguaggio del coach del Richmond. Il regista di centrocampo diventa un quarterback pronto a lanciare in avanti i compagni più veloci. Spallate, testate, piccole scorrettezze alle spalle dell’arbitro sono concesse fino al limite del cartellino rosso. Non avendo molta confidenza con il gioco del calcio, Lasso ha rinchiuso in uno sgabuzzino dello stadio del Richmond il suo fidato Nate Shelley, (sotto)pagato per studiare giorno e notte i punti deboli degli avversari e i sotterfugi illuminanti da sfruttare per vincere le partite.

Naturalmente, non tutti sono pronti a sposare la nuova filosofia del Richmond a gestione Lasso.

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Roy Kent ha perso completamente la sua autostima – non è servito a niente il corso accelerato in doppia seduta dal collega Zlatan -, ma anche altri membri del team stanno pregando i propri procuratori perché trovino loro una sistemazione diversa. Sam Obisanya, il giovane e idealista Sam Obisanya, bullizzato ancora una volta da Jamie Tartt e mandato a fare il lavoro sporco sulla trequarti avversaria, si è messo a capo di una fronda di recalcitranti e stremati calciatori pronti a chiedere alla società l’esonero dell’allenatore – per un certo periodo, è comparso sui social anche l’hashtag #LassoOut, poi totalmente oscurato dall’#AllegriOut degli ancora più stremati cugini italiani -. Nessuna sponda però né in coach Beard – che non fa altro che sghignazzare, mangiare, strillare senza senso e bere dalla borraccia – né in Rebecca Welton, perdutamente innamorata della nuova versione del suo allenatore capo (no, Sam non ha preso bene neanche questo). La cura Lasso tuttavia sembra funzionare e pure bene. Il Richmond ha cominciato a macinare punti nella fase centrale della stagione, oltrepassando di gran lunga la zona Champions e piazzandosi alle calcagna del Manchester City, con cui si giocherà la vittoria della Premier. Il Richmond di Ted Lasso ha conquistato un record dopo l’altro, battendo squadre sulla carta inarrivabili e ribaltando qualsiasi pronostico di inizio stagione. Il segreto? L’enigmaticità e l’imperscrutabilità di certi schemi dell’allenatore che hanno una matrice chiaramente riconducibile al football americano, ma vengono riproposti su un campo da calcio con fortune alterne. Nel caso del Richmond – forse l’unico caso nella storia -, l’intuizione funziona. Lele Adani non riesce a farsene una ragione. Come pure gli ospiti del vecchio Senza Giacca a conduzione Caressa.

Ted Lasso è l’allenatore rivelazione della Premier League, l’uomo a cui i club di mezza Europa vorrebbero adesso affidare le sorti delle proprie squadre.

Ted Lasso (640×360)

Il giornalista Trent Crimm – docilmente persuaso da tre tifosi del Richmond ad essere la penna al servizio di coach Lasso – l’aveva pronosticato. E aveva avuto ragione, perché adesso il Richmond, sfigato fanalino di coda del primo campionato inglese, si gioca il titolo con il blasonatissimo club del Manchester City. Rupert Mannion, l’ex proprietario della squadra ed ex marito di Rebecca, si sta sottoponendo a pratiche di masochismo estremo da quando ha ceduto le sue quote della società – pare che tra gli atti di autolesionismo siano compresi 1vs1 individuali con un Paolo Montero affamato di tackle e videocall post cenone di Capodanno con Pavel Nedved -, mentre i più felici della gestione Hartman del Richmond sono i tifosi, finalmente autorizzati a sfasciare i seggiolini dello stadio per qualcosa di più esaltante di uno 0-0 da salvezza nei Playout. Il giorno della partita valida per la conquista della Premier, Ted/Bad Lasso vuole provare a sfruttare la velocità di Dani Rojas, isolandolo con una serie di placcaggi al limite del cartellino rosso e lanciandolo in contropiede come fosse un giocatore di football alla conquista del touchdown. Lo schema però non funziona, perché il City di Guardiola passa due volte in vantaggio, spegnendo gli entusiasmi del Richmond. Tra primo e secondo tempo, un Ted/Bad in pieno delirio da Full Metal Jacket butta giù una panca negli spogliatoi in un accesso di rabbia. Siete uno sputo, la più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Buttate il cuore oltre l’ostacolo, palle di lardo! Le urla di coach Lasso si sentono fino in tribuna stampa, ma l’allenatore sente di aver perso la fiducia dei propri giocatori.

È allora che succede di nuovo: tremore a entrambe le mani, perdita dell’equilibrio, vista che si offusca all’improvviso, un grosso macigno sul petto. Attacco di panico.

Ted Lasso (640x360)
Ted Lasso (640×360)

Ted scappa in bagno lasciando il timone nelle mani di coach Beard – che intanto sghignazza, mangia, strilla a casaccio e beve dalla borraccia -, ma Jamie Tartt prima di lui non aveva centrato il buco, il pavimento è bagnato, così coach Lasso scivola, cade e batte la testa, perdendo conoscenza per qualche minuto. A quel punto, l’app di Apple TV+ va in blocco, un bug di cui nessuno riesce a individuare le cause, e ci ritroviamo solo Jason Sudeikis impegnato in un’onirica e surreale conversazione con due colleghi che la Premier la conoscono piuttosto bene.

Il Manchester City, Ted… Un piccolo club, con una mentalità ristretta. Tutto ciò di cui possono parlare riguarda il Manchester United. Puoi batterli.
E tu chi saresti?
Sir Alex Ferguson, per ventisette anni alla guida del più bel Manchester United della storia.
Come faccio a vincerla, sir? I miei giocatori mi odiano o mi temono e io non ho mai capito veramente niente di questo dannato gioco.
Pragmatismo e coraggio sono sempre state le mie armi vincenti, Ted. Ma a volte basta davvero solo seguire l’istinto. Le mie squadre giocavano tutte in attacco, gli occhi erano puntati tutti lì. Eppure, era dalla difesa che costruivo le vittorie più intelligenti. Aspettali e poi colpisci, Ted. Placca l’avversario e poi lancia il giocatore in touchdown. È solo il City, amico… la seconda squadra più importante di Manchester.

Alex Ferguson e Claudio Ranieri (640×360)

-Io avevo una squadra simile alla tua quando sono arrivato in Inghilterra.
-E tu invece chi sei? Sto forse sognando? Sono morto per caso?
-Mi avevano detto che ero stato “la scelta più infelice” per una nazionale di calcio. Qualche mese dopo, mi sono ritrovato alla guida di una squadra di calciatori da cui il massimo che si poteva pretendere era una salvezza tirata a fine stagione.
-E invece?
-E invece siamo arrivati esattamente dove sei tu ora, a un passo dal sogno.
-E come è andata?
-Il piccolo Leicester ha vinto il primo titolo della sua storia.
-Ma tu chi sei?
Claudio Ranieri, sir.
-Ragazzi, pensavo che lasciando prevalere Bad Lasso su Ted Lasso avrei potuto ambire finalmente a qualcosa di concreto nella mia carriera, ma forse mi rendo conto di aver commesso un terribile errore di valutazione. Io non sono questo, io non voglio questo. La vittoria col City, questa sfida, la lotta per il primo posto… non sono io ad averle guadagnate. È Bad Lasso ad averlo fatto, non io. Non Ted…

-Sciocchezze, Ted. Buono o cattivo che tu ti senta, sei proprio tu ad aver trovato la strada per arrivare fin qui. Io ho lanciato una scarpa in testa a David Beckham, eppure vengo ricordato per quello? No, Ted. Ricorda ai tuoi giocatori perché sono qui, ricorda loro la posta in gioco e spingili oltre l’ostacolo. Avranno bisogno di te.
-Non è per te o per loro che devi farlo, Ted. È per la gente là fuori, per renderla orgogliosa di qualcosa. Non ti piace la versione Bad di coach Lasso? Scegli lo stile che più ti aggrada, non sei tu il centro del mondo.
-Sono loro, Ted. I tifosi.
-Posso chiedere ad Apple TV+ di oscurare il finale di questa stagione?
-Puoi farcela, Ted. Aspettali e poi colpisci.
-Lavora di squadra e sfinisci l’avversario.
-Ok ragazzi… pardon, sir.
-Ah, Ted…
-Dimmi, sir Claudio. Sento che sto per tornare dall’altra parte.
-Il thè inglese è una schifezza.
-Lo so, sir.

Ted Lasso apre gli occhi. Nate e coach Beard si accertano che sia tutto ok. Jamie Tartt lo aiuta a rialzarsi dal pavimento. Il coach abbandona l’espressione arcigna degli ultimi mesi e allarga le labbra in quello che sembra a tutti un gran bel sorriso.

-Che c’è, coach? Ti senti bene?
-Sir, so come vincere la partita.

*****BUG DI SISTEMA DI APPLE TV+*******